L'Italia del poker la conobbe e se ne innamorò circa 7 anni fa, quando fece terza a un EPT Sanremo. Da allora Xuan Liu è entrata nel cuore di giocatori e appassionati, con quel fascino tipicamente "asian" ma con un carattere aperto e solare.
Da qualche tempo la canadese è un po' sparita dai radar, così i colleghi di Pokernews le hanno dedicato un pezzo della serie "Che fine hanno fatto?"
Xuan Liu, un presente lontano dal poker
Si scopre che la Liu ha un po' allentato ma non reciso, i suoi legami con il giochino che l'ha resa famosa. “L'ultimo paio d'anni è stato folle, per me. Ho avuto un paio di relazioni burrascose che mi hanno molto scosso, mi sono trasferita tre volte, ho preparato due matrimoni e altrettanti funerali", racconta la ragazza senza scendere in ulteriori dettagli.
Riguardo la sua vita professionale invece Xuan è più prodiga di informazioni. In sostanza dice che continuerà a giocare, anche se le maggiori attenzioni ha intenzione di dedicarle agli Esports, mondo che ha scoperto di recente e in cui è già coinvolta professionalmente.
Xuan e i ricordi da pro
Dell'esperienza da pokerista professionista Xuan Liu conserva ricordi bellissimi. In particolare riguardo al 2016, ultimo anno da pro: "Un bellissimo viaggio in barca in Svezia, insieme a Sofia Lövgren e altre ragazze. Poi sono stata due volte al WPT Sudafrica, soprattutto per fare safari in cui abbiamo visto cose incredibili della natura. Poi Australia, Cina e molto altro ancora".
I momenti più belli da pokerista? Tanti, ma in particolare uno: "Lo scorso anno al WPT Fallsview, dove ero la più short con 18 giocatori rimasti. A un certo punto ho detto al tavolo "Se raddoppio, siete fottuti". Raddoppiai." Come potete immaginare, Xuan Liu vinse poi il torneo, una vittoria a cui è rimasta molto legata anche perché quello di Fallsview è il casinò in cui aveva mosso i primi passi da giocatrice.
Autocritica e rimpianti
Non ci sono solo bei ricordi, nell'esperienza pokeristica di Xuan Liu, ma anche dell'autocritica. "Ho avuto a lungo un pessimo bankroll management, spendendo soldi che ancora non avevo ovvero prima di firmare i contratti. In generale sono ho mai speso gran che per me, ma più per prendermi cura di famiglia e amici. In questo senso sono molto cinese..."
Il rimpianto più grosso? Non ci sono dubbi: "Non aver preso il grinding più seriamente, quando le partite erano davvero belle".