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Il vincitore del Main Event EPT Montecarlo ha piazzato un angle shooting al tavolo finale?

Coda polemica al Main Event EPT Montecarlo vinto da Aleksands Shevliakov con l'amatore azzurro Enrico Coppola splendido quarto. La dinamica che ha portato alla eliminazione del canadese Jamil Wakil in sesta posizione ha fatto storcere più di una bocca.

Il sospetto è che il russo poi vincitore del torneo possa aver piazzato un angle shooting per trarre vantaggio dalla situazione in modo indebito.

Che cos'è l'angle shooting?

Nel poker, il termine “angle shooting” si riferisce all'uso intenzionale di tattiche ingannevoli o manipolative che, pur non violando tecnicamente le regole, sono considerate non etiche e scorrette per ottenere un vantaggio sugli altri giocatori. Si tratta di sfruttare scappatoie o incomprensioni delle regole per manipolare gli avversari e vincere potenzialmente più denaro.
Agire fuori turno, nascondere le fiches di grande valore, fingere di mettere fiches nel piatto sono tutti esempi di "angle shooting".

Tribet non permessa

La mano incriminata arriva con il tavolo finale a sei ancora senza eliminazioni ed è innescata dalla apertura a 270k di Wakil da utg con Q J . Il tavolo folda fino ad Shevliakov, che su small blind spilla A K e dopo una breve pausa mette al centro del tavolo chips per 360k totali, un ammontare più alto del raise di Wakil ma più basso del minimo consentito per la tribet.

Veniva chiamato il floor che stabiliva che Shevliakov fosse obbligato a piazzare un raise di 420k, ovvero dell'importo minimo consentito per la tribet dopo l'apertura del canadese, che dopo il fold del giocatore su big blind deve decidere il da farsi.

Una situazione difficile da decifrare

Per Wakil la azione del russo rende la situazione difficilmente inquadrabile. Davvero Shevliakov non aveva visto il suo raise e voleva solo aprire x3 da small a big blind, o piuttosto ha sbagliato la size della tribet?

Alla fine Wakil, che era lo short stack del tavolo nel momento in cui è arrivata la mano, decide di muovere all-in, probabilmente dando per scontato che Shevliakov giocasse a range larghi, quindi come se il russo volesse solamente rilanciare in quello che credeva essere un unopened dal suo small blind.

Il russo invece snappa con la Kournikova e sul board 10 7 3 6 K Wakil esce dal torneo in sesta posizione.

Il commento degli ambassador di PokerStars

Nel momento in cui arriva la mano, al commento della diretta streaming ci sono due PokerStars Ambassador che confermano la delicatezza della situazione.

"Personalmente non so cosa farei qui, perché se pensi di essere davanti al 50-60 per cento delle mani, magari anche fino all'80 per cento, diventa uno shove veramente facile - dice Fintan Hand - ma avrei la testa veramente incasinata. Non saprei bene cosa fare qui."

Parker Talbot dimostra invece di avere le idee più chiare: "Mi limiterei al call".

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La history di Angelov: una conferma?

Dopo essersi congratulato con gli altri finalisti, mentre sta prendendo la via della cassa Wakil si rivolge al bulgaro Angelov:

"Lo ha fatto contro qualcun altro? - gli chiede Wakil.

"Sì, a qualcosa come venti persone - gli risponde Angelov suggerendo come Shevliakov non sia nuovo a 'misunderstanding' simili.

Il russo però rispedisce al mittente con fermezza le accuse di aver piazzato un angle shooting, ma le sue parole non convincono del tutto il canadese.

"Se non mi avesse appena detto che lo avevi fatto a qualcun altro, voglio dire..." sono le ultime parole di Wakil catturate dalle telecamere della diretta.

Il video

Ecco il video della mano: in base a quanto vedete, secondo voi il russo ha davvero piazzato un angle shooting?

Giornalista
Dopo anni passati a scrivere di altro, in un periodo sabbatico si è appassionato al poker e dal 2012 è diventato il suo pane quotidiano. Intanto ha scritto un paio di libri che niente hanno a che vedere col nostro meraviglioso gioco. Vive in Maremma dove è riuscito a realizzare il sogno che aveva preso forma nella sua mente da piccolo davanti a un 486 con 4Mb di RAM, ovvero lavorare comodamente da casa scrivendo al computer. Laurea magistrale in scienze della comunicazione, da venti anni iscritto all'Ordine dei Giornalisti, prima di conoscere il poker si è occupato di cronaca sulla stampa quotidiana nazionale e di musica su quella periodica, quest'ultima soprattutto per entrare gratis ai concerti. Poi ha creato e diretto per cinque anni un freepress bilingue turistico-locale. Al termine di questa esperienza il suo percorso si intrecciò con il NLHE grazie a un amico che giocava su Full Tilt Poker.
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