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Irruzione della polizia in una sala in Texas con arresti e denunce: ecco perché

Domenica scorsa è accaduto al Watauga Social Lounge Poker Club, nella omonima cittadina sita tra Dallas e Fort Worth. Tuttavia è quanto potrebbe accadere praticamente a tutte le sale da poker in Texas, che pure continuano ad aprire. Ecco cosa è successo e perché accadono questi blitz.

Cosa è successo a Watauga, Texas

Come riporta PokerNews da fonti dirette, al Watauga Social Lounge Poker Club di Watauga è arrivato un blitz delle forze dell'ordine. Il tutto è accaduto durante il day 2 di un torneo da 420$ e 100.000$ garantiti, il Fall Classic Poker Main Event.

Da foto e dichiarazioni emerge che sono stati arrestati alcuni membri dello staff, mentre altri sono stati citati in giudizio e i giocatori presenti si sono visti comminare multe da 360$ ciascuno. Inoltre, riporta un utente di Twitter presente sul posto che le forze dell'ordine hanno sequestrato davvero di tutto, come si vede dall'immagine sottostante

Le motivazioni del sequestro

Nel dispositivo si legge una descrizione del luogo che ricorda alcuni episodi analoghi accaduti in Italia negli anni passati, e raccontati nelle nostre pagine: "Tutte le finestre della poker room sono oscurate per impedire a chiunque di vedere ciò che accade dentro. Su ogni lato delle porte ci sono grandi immagini di carte da gioco con fiches da poker di colore nero, blu e bianco."

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Secondo quanto racconta PokerNews, le forze dell'ordine cercavano in particolare apparecchi da gioco non legati al poker ma vietati dalla legge, come slot, roulette, video poker etc, espressamente vietati dalla legge in Texas. Secondo però quanto riportato, nessuno di tali apparecchi è stato riscontrato nella sala di Watagua. Come mai allora si è verificato questo blitz, in una sala che era stata inaugurata appena nel gennaio scorso, con tanto di taglio del nastro da parte del sindaco?

Un'immagine del blitz

La situazione delle sale da poker in Texas

Il problema riguarda l'applicazione della legge, che è aperta a interpretazioni. Di sicuro c'è che le sale da poker non possono in alcun modo incassare rake dai giocatori, in Texas e anche altrove, come ricorderete dalla vicenda di Molly Bloom. Per rendere l'attività sostenibile le sale incassano soltanto dalle membership, ovvero dalle tessere di appartenenza al club sottoscritte dai giocatori. Tecnicamente, però, sarebbe passibile di reato anche quel tipo di incasso.

La legge dello stato dice chiaramente che nessuno può guadagnare in alcun modo dalle gambling house, dunque anche gli incassi dal puro tesseramento sarebbero vietati. Nonostante ciò si è creata una situazione di fatto, con diversi comuni che concedono comunque licenze per questi "poker social club" e la situazione che va avanti fino a che qualcuno non decida di applicare la legge alla lettera.

Déjà vu?

Una situazione triste, paradossale, che appunto ricorda quanto si è visto diverse volte anche nelle sale italiane, negli anni scorsi. Sale italiane che ancora, dopo tempo immemorabile, attendono notizie sulla auspicata regolamentazione del settore.

Giornalista - Poker e Sport Editor
Nato nel 1972 in Calabria, pratica diversi sport con alterne fortune, anche per via di un fisico non esattamente da Guardia Svizzera. Dai primi anni ’90 ad oggi, il suo percorso lavorativo e di vita non ha mai smesso di accompagnarsi alle varie passioni: dalla musica alle arti visive, alla tecnologia e alla scrittura. Prima DJ in vari club, poi tecnico e regista televisivo, quindi giornalista. Nel 2006 scopre il Texas Hold’em che dal 2007 diventa il suo pane quotidiano, creando la prima redazione online interamente dedicata al poker, in Italia. Anche lo sport non ha mai smesso di essere parte della sua vita, seppur non vissuto ma raccontato. Da anni scrive di calcio, basket e tennis, con particolare amore per quest’ultimo, ben prima che diventasse sport nazionale con la Sinner-mania e tutto ciò che ne consegue.
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