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A chip and a chair? Non per Phil Ivey: interrotta epica rimonta!

Phil Ivey, un ritorno benedetto per le WSOP

Partite in sordina per ragioni che abbiamo provato a spiegare qui, le WSOP 2018 hanno subito ritrovato un protagonista perduto. Un grandissimo protagonista: Phil Ivey. Il 10 volte campione WSOP, dopo qualche stagione di sostanziale assenza dalle World Series, pare intenzionato a rimpinguare il suo bottino di braccialetti. Non ci sono notizie relative a eventuali bracelet bet stipulate, ma conoscendo il personaggio è più che probabile.

Dopo la fugace apparizione nel 100k, Phil Ivey si è iscritto anche all'event #8. Si tratta di un Mixed Triple Draw Lowball, ovvero un misto di tre giochi limit che prevedono tre cambi carte e premiano - con sfumature regolamentari diverse - il punto più basso. Ace to five, Badugi e 2 to 7 sono le tre specialità in cui gli iscritti erano chiamati a cimentarsi.

Ivey ha fatto la sua comparsa proprio all'ultimo istante possibile per la late registration, ma già l'impresa non si presentava come semplicissima, Infatti i 12.500 gettoni della dotazione iniziale erano equivalenti a meno di 10 big bets, principale unità di misura nei giochi limit.

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A chip and a chair, o quasi

Ed ecco che accade un fatto piuttosto singolare. A causa di un grosso piatto perso, Phil Ivey si ritrova con un solo gettone davanti a sè, il più piccolo da appena 100 chips. Considerate che in quel momento si giocava a livello 800/1600, quindi capirete come siamo letteralmente nella situazione "one chip one chair".

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Uno, due, tre, cinque, sei raddoppi e Phil ritorna a quota 6.000 chips, sempre molto corto ma ancora in grado di dire la propria. Sembravano le premesse per una di quelle rimonte epiche, che hanno fatto la storia e la fortuna di questo gioco. Purtroppo per Ivey - e per gli amanti di questo genere di curiosità - non si è avuto l'auspicato lieto fine.

Galeotto fu il Badugi

Phil si ritrova heads up in una mano di Badugi contro un avversario che lo rilancia e poi si dichiara servito fin dal primo cambio carte. Phil invece ne cambia due al primo turno, poi una al secondo e sempre una all'ultimo turno di cambio carte. Quindi chiama anche la puntata finale del rivale, ma deve arrendersi alla vista del 8 6 q a dell'avversario. Per chi non masticasse il Badugi si tratta di una mano molto forte, soprattutto in heads up. Per formare un punto 4-card a Badugi è infatti fondamentale avere quattro carte basse, diverse tra loro e con tutti e quattro i semi rappresentati.

Rimasto nuovamente iper-short a 400 chips, Phil Ivey è uscito alla mano seguente. Una rimonta davvero epica troncata sul nascere.

Giornalista - Poker e Sport Editor
Nato nel 1972 in Calabria, pratica diversi sport con alterne fortune, anche per via di un fisico non esattamente da Guardia Svizzera. Dai primi anni ’90 ad oggi, il suo percorso lavorativo e di vita non ha mai smesso di accompagnarsi alle varie passioni: dalla musica alle arti visive, alla tecnologia e alla scrittura. Prima DJ in vari club, poi tecnico e regista televisivo, quindi giornalista. Nel 2006 scopre il Texas Hold’em che dal 2007 diventa il suo pane quotidiano, creando la prima redazione online interamente dedicata al poker, in Italia. Anche lo sport non ha mai smesso di essere parte della sua vita, seppur non vissuto ma raccontato. Da anni scrive di calcio, basket e tennis, con particolare amore per quest’ultimo, ben prima che diventasse sport nazionale con la Sinner-mania e tutto ciò che ne consegue.
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