Ha vinto il più forte, e lo si può dire con ragionevole certezza. David Kitai completa il suo capolavoro andando a conquistare l'EPT Berlino (e la Triple Crown) davanti a un avversario degnissimo come Andrew Chen, al termine di uno degli heads up più belli e spettacolari che si ricordino, a memoria di cronista.
In tale spettacolarità hanno avuto un ruolo decisivo i protagonisti - in primis Kitai e Chen - ma anche la novità di poter vedere le carte di tutti i giocatori durante l'azione. Non ci poteva essere battesimo migliore per una innovazione che permette di godere dello spettacolo con pienezza, e il livello di gioco espresso dai due rivali per il titolo ha esaltato al meglio i vantaggi per il pubblico.
In sede di presentazione si parlava di Kitai e Chen come dei due favoriti tecnici, con Puccini e lo spagnolo García nel ruolo di principali "guastatori". Le consegne sono state rispettate quasi alla perfezione, con alcune eccezioni: il tedesco Morath che è riuscito ad issarsi fino al terzo posto, più per una tattica attendista - e per il cooler che ha annientato Puccini - che per meriti propri.
Lo spagnolo, invece, non ha mai raggiunto un livello di stack tale da tentare di rovesciare gli equilibri del tavolo, e per lui c'è stato un sesto posto con 133mila corroboranti euro di ricompensa.
Ma questo torneo aveva una storia importante da scrivere, una storia fatta di poker, talento, tecnica e triple crown. Eliminato Morath, Kitai e Chen arrivano all'heads up in un sostanziale equilibrio, con il belga a 12 milioni e il canadese a poco più di 10. E' qui, che inizia un altro torneo, con un ulteriore level up dello spettacolo.
Dopo avere stipulato un deal (632.000€ a Kitai, 613.000 a Chen e 80.000 in palio con la picca, ndr) i due si studiano, si stimano ma allo stesso tempo si aggrediscono senza sosta. I piatti non 3-bettati sono una rarità assoluta, e sovente si assiste anche a 4-bet estremamente disinvolte. Inizialmente è Chen a dare una prima spallata, arrivando a condurre in maniera netta grazie ad alcune ottime mani, tra cui un bellissimo raise allin al river in "contro-bluff" con Asso alta, che allarga il divario a 17 milioni contro 5.
Kitai sembra subire Chen e pare improvvisamente cedere in alcune certezze, ma è solo un'impressione. Tornato in parità, deve però subire il nuovo allungo del rivale. Su board 7 j 5 9 10 David punta 550mila con il suo busted draw, a 3 , ma Chen rilancia fino a 1.550.000 con il suo nulla assoluto, 4 2 . Kitai allora entra nel suo “tank”, riflette, scruta, calcola, valuta...infine arriva l'hero call, che suscita l'entusiasmo dei commentatori e del pubblico a casa, incantato da un poker di altissimo livello come non lo si vedeva da tempo. E non è finita...
Come si diceva, Chen allunga nuovamente, ma arriva una mano che probabilmente resterà nella storia di questo torneo e di questo circuito. Kitai apre a 350.000 con k 5 , Chen re-raisa a 900.000 con k j ricevendo un call.
Il flop 2 q 8 non porta acqua al mulino di nessuno dei due, ma questo non è “hit poker”...Chen punta 615mila, chiamato dal rivale.
Il turn è un 4 e stavolta la size di Chen è più pesante: 1.480.000! Kitai chiama, e con un pot ormai enorme si arriva al river che è un 5 . Chen va allin per circa 11 milioni, coprendo nettamente Kitai che ne ha davanti non più di 5. Il belga si tuffa nuovamente ne suoi pensieri per lunghi minuti, e alla fine decide di chiamare. Altro hero call, altri applausi e torneo che subisce una svolta decisiva, perchè stavolta Chen subisce la spallata “psicologica”.
Dopo quasi 3 ore di intensissima sfida, si arriva dunque all'epilogo con Kitai che va allin direttamente per mettere pressione all'ormai short Chen, il quale fa call partendo davanti con AQ vs i K7 del belga. Un K al flop e uno al river decretano la fine per questo fantastico final table, che termina con la vittoria di David Kitai per 712.000€.
Per effetto di questo trionfo, David Kitai raggiunge Bertrand Grospellier, Jake Cody, Roland De Wolfe e Gavin Griffin nell'esclusivo club di quelli capaci di vincere almeno un EPT, un WPT e un braccialetto WSOP. La chiamano triple crown, e il nome altisonante si rivela quanto mai consono al prezioso spettacolo a cui abbiamo avuto la fortuna di assistere.
Ecco il payout: