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E’ possibile giocare a poker nei circoli in modo legale? Ecco le condizioni dettate dalla Cassazione

Abbiamo appreso della condanna al pagamento di un’ammenda di 2mila euro da parte di un giocatore di Cesena che stava frequentando un circolo nella sua città. A seguito di questa notizia, molti players, in maniera legittima, si domandano se è possibile giocare a poker nei club privati in maniera legale.

Sotto il profilo del diritto penale (in ambito fiscale e amministrativo la materia è ancora più complicata) la Corte di Cassazione in questi anni ha dato delle linee guida che sono state ribadite anche dalla terza sezione penale nell’ultima sentenza.

Innanzitutto è bene dire che il player condannato è stato sorpreso – secondo una ricostruzione delle forze di polizia intervenute e dei giudici – a giocare a cash game: per i meno esperti  è bene ribadire che si tratta di una pratica vietatissima da giocare fuori dai casinò ed è considerata gioco d’azzardo al 100% per il nostro codice penale, anche alla luce dell’interpretazione della Corte di Cassazione in questi 7 anni, nei quali si sono succedute diverse sentenze, tutte molto coerenti tra di loro.

La giurisprudenza della Corte (che si è espressa anche a sezioni unite nella materia) è da considerarsi consolidata ed univoca e tutti i giudici devono tenerne conto, naturalmente considerando le specificità dei singoli casi.

Si possono individuare, in maniera sintetica, delle condizioni e dei tratti comuni che rendono il gioco del poker uno skill game sotto il profilo legale-penale (ma ripetiamo che l’aspetto non va confuso invece per quanto concerne la normativa fiscale ed amministrativa che possono avere anche un’interpretazione contraria sotto certi aspetti).

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Vediamo quando è consentito nei circoli organizzare tornei secondo la Cassazione che ha ribadito pochi giorni fa: “il gioco può perdere le intrinseche caratteristiche di illiceità in presenza di alcune specifiche modalità di svolgimento”.

Tornei freezeout: vietati i re-entry nei circoli

Per la Cassazione sono legali solo i tornei freezeout, vietati i re-entry ed il cash game (puntate libere). “Nel divieto di possibilità per il giocatore di rientrare in gioco una volta esaurita la propria posta”.

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“L’ importo di iscrizione – prevede la Cassazione deve essere – particolarmente contenuto”. In particolare l’ultima sentenza fa riferimento al parere del Consiglio di Stato del 2008 che prevedeva per i tornei giornalieri un tetto massimo di spesa per la quota di iscrizione di €30 e di €100 solo in casi eccezionali.

Gioco privo delle finalità di lucro

Questo particolare può interessare soprattutto gli organizzatori: il gioco di carte deve essere “privo di finalità di lucro”. E questo aspetto può collegarsi anche ad aspetti di diritto tributario, amministrativo e “associativo” (compatibilità delle norme statutarie delle associazioni con l’ordinamento giuridico etc).

Previsione premi non in denaro e posta del tutto irrilevante

I premi non devono essere in denaro. Ma su questo aspetto la Cassazione esamina anche “quando il fine di lucro venga di fatto annullato in presenza di una posta del tutto irrilevante o talmente tenue da far ritenere insussistente il fine di un guadagno economicamente apprezzabile (Sez. 3, n. 32835 del 20/06/2013 – dep. 29/07/2013, Pmt in proc. Sirignano e altro, Rv. 255875).

Solo un torneo giornaliero nella stessa località

“Nella impossibilità di organizzare più di un torneo nella stessa giornata e nella stessa località”.

Esistenza di un regolamento di gioco

I tornei di poker organizzarti senza un regolamento di gioco e a puntate libere costituiscono reato.

Secondo la Cassazione: la “preventiva individuazione del premio finale non costituisce esercizio di gioco d’azzardo”. L’importante però che “risulti preponderante l’abilità del giocatore sull’alea ed irrilevante il fine di lucro rispetto a quello prettamente ludico”.

Editor in Chief Assopoker. Giornalista e consulente nel settore dei giochi da più di due decenni, dal 2010 lavora per Assopoker, la sua seconda famiglia. Ama il texas hold'em e il trading sportivo. Ha "sprecato" gli ultimi 20 anni della sua vita nello studio dei sistemi regolatori e fiscali delle scommesse e del gioco online/live in tutto il Mondo.
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