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Giuseppe Zarbo Assopoker Cup

Il call che ha cambiato la carriera di Giuseppe Zarbo: tu cosa avresti fatto?

Nei tornei di poker si giocano un sacco di mani, ma non tutte le mani hanno lo stesso peso. Ce ne sono alcune che diventano indimenticabili, perché concretizzano sogni o perché aprono la porta ai peggiori incubi. Nel caso di Giuseppe Zarbo, parliamo del sogno di una vita: quello di vincere un braccialetto alle World Series Of Poker.

Giuseppe, siciliano di origine ma residente ad Antibes da moltissimi anni, ha realizzato questo sogno l'estate scorsa, nell'Event #80 delle WSOP 2025. Nella nostra intervista a caldo, Zarbo ci aveva raccontato le prime impressioni dopo lo splendido traguardo.

Giuseppe Zarbo e il call che gli ha fatto vincere il braccialetto

Di recente, abbiamo incontrato Giuseppe a Campione d'Italia, durante la Assopoker Cup. In quell'occasione, il player italiano ci aveva fatto menzione di una mano cruciale per la vittoria del braccialetto, avvenuta a tre left. L'abbiamo così ripercorsa insieme a lui, perché si tratta di un call che ha spostato tantissimo, ma che forse in pochi avrebbero deciso di prendere.

La situazione di partenza

Ci troviamo a tre left di questo $800 Summer Celebration. al livello 2.000.000/4.000.000/4.000.000. Il giapponese Ryo Kotake è chipleader netto a circa 190 milioni, mentre sullo small blind siede il giocatore di Hong Kong Wai Kit Lo, a circa 38 milioni. Giuseppe Zarbo è di big blind con 48 milioni dietro.

Kotake va direttamente allin da bottone, coprendo ovviamente entrambi gli avversari e mettendoli dunque di fronte a una decisione difficile. Wai Kit Lo ci pensa per alcuni minuti, quindi dichiara call allin. Tocca a Giuseppe Zarbo, che ha in mano a 9 e una decisione delicatissima. Gli lasciamo la parola.

"Il chipleader era molto aggressivo e ha mandato direttamente resto per l'ennesima volta. Anche l'avversario sullo small blind era un tipo aggressivo, ma era passato da chipleader del tavolo finale a short. Istintivamente, il mio sarebbe un fold istantaneo, ma non voglio affrettare le cose, faccio un respiro profondo e inizio ad analizzare la mano."

Vediamo gli scenari possibili.

  • Se chiamo e il chipleader vince, chiudo comunque al secondo posto.
  • Se chiamo e lo small blind vince ma io vinco side pot sul chipleader, rimango a circa 20 milioni.
  • Se foldo e lo small blind - che ai miei occhi ha un range molto più forte del chipleader - vince, io divento lo short a 44 milioni, mentre l'altro raddoppia a 84 milioni e il chipleader scende a 152 milioni.
  • Se chiamo e vinco, andiamo in heads up praticamente alla pari

Il timing dello small blind, la vera chiave

Giuseppe Zarbo sottolinea un aspetto chiave, che è derivante dal tempo che Wai Kit Lo ha impiegato per decidere di fare call allin. "In quel momento, avevo giocato più di 4 ore contro di lui ed ero convinto di poter avere una buona lettura. Se avesse avuto AT+, avrebbe fatto call molto più rapidamente di quanto avvenuto in realtà, per evitare di trovarsi con uno showdown a tre. Invece ha impiegato quasi tre minuti per farlo."

Gli scalini dei premi

C'è poi il fattore economico, che parte da un presupposto certo: il payout.

  • 1° posto 504.180$
  • 2° posto 332.840$
  • 3° posto 248.320$

Ancora Zarbo: "Diciamo subito che io penso fortemente alla vittoria. Certo devo considerare che se il chipleader vince io scalo un gradino incassando 85mila $ in più, ma so anche che la vittoria ha un altro peso in termini di prestigio, e varrebbe circa 255mila dollari in più.

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E poi c'è un altro pensiero che mi passa per la testa: visto che, causa lavoro, non ho molto tempo per andare a giocare i tornei delle WSOP, quando mi capiterà ancora di giocarmi l'heads up per un braccialetto?"

Come è andata a finire

L'epilogo lo lasciamo all'appassionante racconto di Zarbo: "Così, mi alzo e metto le mie chips (e non solo quelle) in mezzo. Allo showdown il chipleader mostra 10 4 e l'altro q j . Sinceramente non ricordo più il board, talmente alle stelle era l'adrenalina (lo aiutiamo noi: board 2 k 3 5 8 ), ricordo solo che vinco con asso alta ed esplodo insieme a tutti i miei amici. La mano è stata preludio della vittoria e del braccialetto, nell'heads up il mio avversario era diventato molto più passivo".

Call o fold? Cosa dice il solver e cosa dicono i pro

Giuseppe Zarbo racconta di aver dato la mano in pasto al solver insieme ai suoi amici, e di averne parlato con diversi pro. Il responso del solver era call con A9o+, 55+.

"Ne ho anche parlato con un centinaio di regular e pro. Onestamente, solo in tre hanno detto che avrebbero fatto call: Thomas Eychenne, Davidi Kitai e Muhamet Perati. La risposta in assoluto più frequente è stata "snap fold", ma io credo che qualche minuto di riflessione in più, in una situazione del genere, sia in realtà necessario. E poi c'è il fattore umano, che i solver non possono calcolare e che mi ha aiutato moltissimo a prendere la decisione giusta".

Il dibattito rimane comunque aperto. Voi cosa avreste fatto?

Immagine di copertina: Giuseppe Zarbo all'AssopokerCup (foto by Assopoker)

Giornalista - Poker e Sport Editor
Nato nel 1972 in Calabria, pratica diversi sport con alterne fortune, anche per via di un fisico non esattamente da Guardia Svizzera. Dai primi anni ’90 ad oggi, il suo percorso lavorativo e di vita non ha mai smesso di accompagnarsi alle varie passioni: dalla musica alle arti visive, alla tecnologia e alla scrittura. Prima DJ in vari club, poi tecnico e regista televisivo, quindi giornalista. Nel 2006 scopre il Texas Hold’em che dal 2007 diventa il suo pane quotidiano, creando la prima redazione online interamente dedicata al poker, in Italia. Anche lo sport non ha mai smesso di essere parte della sua vita, seppur non vissuto ma raccontato. Da anni scrive di calcio, basket e tennis, con particolare amore per quest’ultimo, ben prima che diventasse sport nazionale con la Sinner-mania e tutto ciò che ne consegue.
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