Come sappiamo per vincere un torneo alle World Series Of Poker l'abilità spesso non è sufficiente: con tornei che contano centinaia, quando non migliaia di iscritti, uniti al fatto che anche giocando molti eventi non si arriverà mai a produrre un volume adeguato, la lista dei nomi eccellenti ancora sprovvisti di questo risultato è assai lunga.
Recentemente su 2+2 si è discusso su chi siano i più nobili fra i numerosi re senza corona, giocatori dalle capacità eccezionali ma che per vari motivi ancora mancano all'appello dei braccialettati. Uno dei nomi più gettonati è evidentemente quello di Patrik Antonius: il finlandese non è mai andato oltre un settimo posto, ed essendo principalmente un cash player non ha mai avuto come priorità il conseguimento di questo trofeo, specie negli ultimi anni.
Chi invece da un paio d'anni ci sta provando con tutte le proprie forze sebbene ancora inutilmente è Tom “durrrr” Dwan: lo statunitense ha sfiorato il successo lo scorso anno senza più tornare a potersi giocare il titolo, ed a quanto sembra non smetterà di tentare finché non avrà raggiunto il proprio scopo.
Altro giocatore eccellente a cui in carriera è davvero mancata soltanto la vittoria è indubbiamente Shawn Buchanan. Il canadese alle WSOP ha vinto oltre due milioni di dollari, inanellando ventisei risultati utili fra cui tre secondi posti, due soltanto quest'anno fra Las Vegas e Cannes: numeri d'eccellenza che tuttavia ancora non gli valgono un primato che per lui rischia quasi di diventare un'ossessione.
Anche Andy Bloch, nonostante ci sia andato più volte vicino, fa parte di questa strana elite, al pari di Yevgeniy Timoshenko, mentre capitolo a parte costituiscono le nuove leve che soltanto recentemente si sono affacciate ai grandi tornei internazionali.
Giocatori come Steve Gross, Chris Moorman, Shawn Deeb o Sorel Mizzi hanno ormai poco da dimostrare, e non vederli presto o tardi cogliere un braccialetto dorato sarebbe davvero una sorpresa.
Anche molti giocatori di cash game high stakes – come Daniel Cates, Sam Trickett e Viktor Blom – potranno in futuro dire la loro, a patto che giocare live con una certa frequenza non finiscano col trovarlo davvero troppo noioso...