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Il ritratto di Niklas Astedt: cadute, risalite, dichiarazioni, e il pensiero dei colleghi

Fin dalle giornate successive a quella dello scoppio della bolla del Main Event delle World Series Of Poker, avvenuto all'alba del Day 3, dal momento in cui Niklas Astedt si metteva a fare da lepre insieme ai battistrada dal Day 4 in poi, si era capito che lo svedese poteva rientrare tra i favoriti di questa edizione.

I galloni per questo pronostico sono stati originati dal fatto che la fama di Niklas Astedt lo precedeva in qualsiasi contesto pokeristico si parlasse di lui.

Le vincite online di Astedt

Non ci sono appigli matematici o statistici per capire quanto il campione svedese possa aver vinto nel suo habitat naturale, ma si parla di oltre 48 milioni di dollari, secondo le stime di PokerStake.com, sui siti più battuti e frequentati, come Pokerstars (scommesse), partypoker, GGPoker e altri.

Niklas Astedt courtesy Pokernews

Proprio durante il torneo, Pokernews e Poker.org lo avevano intervistato in previsione di una sua run che da profonda sarebbe potuta diventare leggendaria.

Astedt disse cose particolarmente importanti, ma sempre in maniera piuttosto netta, senza entrare nei dettagli e senza allargare mai il discorso.

"Le persone che dicono "questa è una maratona" dovrebbero provare a giocare a 20 tavoli per 40 giorni durante lo SCOOP, questo è quello che dico! Sarei felice di conquistare una vittoria a Las Vegas, prima di tutto. Voglio dire, vado sempre alla conquista dei soldi, ma voglio il primo posto"

Queste frasi sono rimaste impresse nella memoria di tutti, anche per la schiettezza di un professionista, abituato a lavorare sodo davanti al suo computer.

Niklas Astedt è il più forte giocatore del mondo di poker online?

Nel momento di maggior fulgore della storia moderna del poker online, quello che parte poco prima della pandemia, furono epiche le battaglie online e i confronti tecnici tra il campione svedese e il suo avversario di una vita, Michael Addamo, altro giocatore celestiale che compete ad Astedt la palma del migliore al mondo.

Michael Addamo courtesy Pokernews & Eloy Cabacas

Con il suo mitico nickname "Lena900" ha conquistato almeno una vittoria in tutte le series del mondo online e uno che apre un numero superiore di 15 tavoli, quotidianamente, giorno dopo giorno, senza soluzione di continuità, non può non arrivare a determinati risultati.

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Nel maggio del 2021, Astedt fu dichiarato vincitore del concorso PocketFives #1 Number One, che si poneva come obiettivo, quello di votare il miglior giocatore online di quel momento e, dopo la caduta di gente come Fedor Holz, Sami Kelopuro, e Chris Moorman, era ormai chiaro che il vincitore sarebbe stato lo svedese.

L'intervista dopo l'elezione a migliore del mondo

Dopo quella vittoria Astedt fu contattato da PokerStake e rispose in questo modo alle domande relative a quella vittoria:

"Il poker è difficile perché nessuno sa chi è il migliore, giusto?" Ha detto Astedt, discutendo di come ci si sente ad essere riconosciuti come uno dei migliori. "L'unica cosa che hai sono i tuoi coetanei che ti dicono che ti hanno visto come un buon giocatore. Questa è l'unica conferma che si ottiene diper capire di essere bravi... Quindi, naturalmente. Sì, decisamente, mi piace sentirmelo dire, soprattutto dai miei coetanei, che giocano lo stesso tipo di puntate. Questo mi fa sentire bene".

Niklas "Lena900" Astedt

"Fino a forse un anno fa... o due anni fa... Ho giocato molto, molto, molto poker. E voglio dire, da dove viene la motivazione? Non lo so. Ho sempre voluto essere tra i migliori e ci vuole molto di questi tempi per farlo. Sia studiando che giocando, ma per quanto mi riguarda, ora, mi diverto a competere più che a grindare.

"Ho iniziato giocando ai freeroll", ha detto. "Poi ho preso in prestito la carta di credito di mia madre e ho giocato sul suo conto quando avevo 17 anni. Ho lasciato la scuola due anni prima di quando avrei dovuto diplomarmi e ho giocato a poker.

Mi piace giocare high stakes. Mi piace quando mi sento di farlo. Non vendo mai azione. Gioco sempre da solo. Se non posso giocare un torneo, non lo farò, ma mi piace quando me la sento. Gioco meglio quando me la sento".

"C'è chi pensa che sia impossibile prendere parte a tutti i tavoli finali dei tornei a cui si partecipa. Questo è vero per tutti. Tranne per chi li racconta".
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