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Chris Moneymaker

Il sacrificio di Chris Moneymaker: “non giocherò le WSOP, voglio tutelare mio figlio”

Mancano 50 giorni all’inizio delle WSOP ma il Covid-19 rischia di essere sempre il tema più discusso tra i pokeristi d’America e non solo. E’ bastata una twittata di Chris Moneymaker, l’uomo simbolo delle World Series of Poker, per creare una discussione molto accesa sull’opportunità o meno di frequentare quest’anno i campionati del mondo.

 

E’ un tema delicato ed anche personale. L’unica cosa certa è che non bisogna essere superficiali e sottovalutare il rischio per la propria incolumità e, allo stesso modo, non essere allarmisti quando non vi è occasione di esserlo.

Tra i pokeristi rimane un certo ottimismo sugli effetti dei vaccini che potrebbero contenere il virus a Las Vegas nel mese di ottobre, ma Moneymaker non è dello stesso avviso.

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Chris Moneymaker (photo courtesy of Pokernews)

Parlando dei virus, il pro statunitense ha commentato sul Coronavirus: “effettivamente lo odio, ma ho cancellato il mio viaggio al El Paso (in Texas, ndr) e a Las Vegas per le WSOP. Il mio figlio di 9 anni non può essere vaccinato e non voglio portare il virus a casa per lui”.

In un tweet successivo l’ex contabile di Atlanta ha svelato che il piccolo di casa soffre d’asma e il virus potrebbe mettere in pericolo la sua esistenza.

Il portale Poker.org denuncia che il pericolo potrebbe essere concreto nel celebre casinò che ha scritto la storia del poker. Ogni anno, durante le WSOP, secondo il collega Jon Pill, l’influenza si diffonde al Rio con facilità.

Eccessivo allarmismo o sano realismo? Non siamo esperti di virus per poterci esprimere. Ma non è un tema da affrontare alla leggera. Non a caso le stesse WSOP hanno pubblicato – di recente – un regolamento che lascia ampio margine di discrezione allo staff sui rischi e su eventuali ban.

Anche da parte degli organizzatori l’allerta è massima.

Moneymaker è stato accusato di essere troppo negativo da alcuni twittaroli della domenica, in particolare per un suo post riguardo la variante Delta. La denuncia del campione del mondo: “un mio vicino di casa è morto, lo zio è andato vicino alla morte, bimbi di amici sono in ospedale, un poker player che conoscevo ci ha lasciato per via del Covid-19 Una decina di persone della mia cerchia combatte contro il virus. Io vivo la mia vita lontano dagli altri”.

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La preoccupazione di Moneymaker non è generica ma il suo focus è sulla tutela della salute del figlio. Un atto di responsabilità apprezzabile, a mio avviso, giusto. Ma sono scelte personali insindacabili, nessuno può giudicarle.

C’è chi gli ha consigliato di fare dei tamponi dopo ogni sessione di gioco, prima di rientrare a casa, ma Chris si è dimostrato deciso nelle sue scelte: “il periodo di incubazione è lungo, è necessario fare una quarantena di una settimana”.

Il giocatore di poker Jonathan Hales ragiona in base ai numeri e alla statistica: “il rischio di ricovero per il Covid19 nei piccoli dai 5 ai 17 anni è dello 0,3 su un milione”.

Una probabilità molto bassa per fortuna, ma Chris è stato lapidario nella risposta: “il mio figlio ha l’asma ed ha molte più probablità del 3 per 100” .

Andy Bloch partecipa alla discussione affermando che “il rischio di ospedalizzazione nei bambini in realtà è superiore allo 0,3 su un milione (0,8% tra quelli che sono risultati positivi). Comunque l’asma non è un fattore ad alto rischio” e condivide un link con una serie di ricerche sul tema. Una gran confusione!

Bloch è uno dei pro più intelligenti degli ultimi 20 anni: si è laureato al MIT e faceva parte della mitica squadra dei contatori di carte del blackjack (il film 21 ha preso ispirazione dalla sua storia e dei suoi compagni di scorribande…) ma il tema del Covid19 nei bimbi è talmente delicato che non può essere sintetizzato con una semplice “googolata”.

C’è troppa confusione e disinformazione sui social. Ma a chiudere la discussione nel modo più intelligente possibile è proprio Jonathan Hales. Il giocatore di poker ha risposto a Moneymaker: “Sono d’accordo, devi fare ciò che ritieni sia meglio per tuo figlio”.

Editor in Chief Assopoker. Giornalista e consulente nel settore dei giochi da più di due decenni, dal 2010 lavora per Assopoker, la sua seconda famiglia. Ama il texas hold'em e il trading sportivo. Ha "sprecato" gli ultimi 20 anni della sua vita nello studio dei sistemi regolatori e fiscali delle scommesse e del gioco online/live in tutto il Mondo.
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