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Walter Treccarichi picca EPT

Walter Treccarichi: “Finalmente ho sfatato la maledizione dei secondi posti all’EPT!”

In attesa delle ultime giornate, finora la spedizione all’EPT Praga, giunto oggi al day 3 del Main Event (guarda la diretta streaming) ha fruttato una picca al poker azzurro.

A vincerla è stato il siciliano Walter Treccarichi all’evento 8-game da 1.000€ di buy-in. Con questo sigillo ‘Cesarino’, come è conosciuto Walter nel circuito, ha messo fine a una maledizione che lo attanagliava ormai da tempo.

Con lui prendiamo il nostro caffè settimanale.

Un tabù sfatato

Ciao Cesa. Come va? Se non sbaglio quella che hai vinto i giorni scorsi non è la prima picca che metti in bacheca, ma è la prima picca dell’EPT.

Sì, avevo vinto una picca alle French Poker Series, che si giocavano durante l’EPT Montecarlo, e poi una picca dell’IPT, che però è un altro circuito.

In che ordine di importanza le metti?

Beh la picca EPT era un crogiuolo. Negli anni non so quanti heads-up ho perso in side event EPT. Prima dell’altro giorno avevo infiniti secondi posti e quindi questa picca EPT mi era un po’ rimasta sulla pancia perché l’avevo sfiorata tantissime volte. Il trofeo è il trofeo, al di là dell’aspetto monetario.

La gloria prima dei soldi!

Beh, credo che comunque la vittoria delle French Poker Series valga di più perché era un torneo più grosso, un high roller da 2.200€ di buy-in, c’era un field più ostico al tavolo finale e si vinceva molto di più.

Resta il tuo successo più grande nelle varianti.

Avevo vinto un piccolo evento HORSE al WPT, ma fu più una pratica più che altro.

L’attrazione fatale per le varianti

Quanto stai studiando le varianti e quanto le giochi?

Negli ultimi mesi soprattutto ho iniziato a studiarle molto, e ho anche iniziato a giocarle molto di più, soprattutto online.

Dove giochi online?

Su siti americani dove vanno molto i mixed games. Tutte le mani che ho giocato online e tutto lo studio fatto è stato utilissimo dal vivo, perché vedi molto bene gli errori avversari e sei molto più preparato. Ti ritrovi con una marcia in più.

Anche nel torneo che hai vinto hai avuto la sensazione di avere una marcia in più sugli avversari?

E’ stato un torneo abbastanza lineare fino alla fase bolla, in cui ho vinto qualche piattino e ho fatto stack perché al tavolo c’erano due-tre avversari abbastanza aggressivi ma scarsini in molti giochi. Soprattutto ce n’era uno alla mia destra che era strachipleader a 4 dai premi ma quando siamo arrivati in bolla piena era il più short di tutti perché gli avevo vinto tutte le chips.

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Stud hi-lo, mon amour

Al tavolo finale c’erano avversari più preparati?

In particolare quando siamo rimasti in quattro, eravamo io con tre nordici, un islandese, un finlandese un norvegese. Erano tutti e tre preparati, è stata una bella battaglia anche se diciamo che l’ho spuntata facilmente.

Tra tutte le varianti qual è quella in cui ti senti più forte?

Il gioco in cui mi trovo meglio, che poi è quello che gioco di più, è sicuramente lo Stud hi-lo. Lo gioco molto online in modalità cash game. Tra l’altro a Las Vegas feci il mio primo tavolo finale alle WSOP proprio in un evento Stud hi-lo in cui poi mi pare chiusi nono. Al tavolo finale c’era pure Max Pescatori.

Chi sono i tuoi variantisti preferiti?

All’ EPT i più skillati sono sicuramente i nordici, alcuni addirittura arrivano per giocare solo i mixed games. A parte loro, gli americani sono sicuramente i più forti.

Le trasferte per giocare live

Da tanti anni sei uno dei pokeristi italiani che più spesso sono in giro per trasferte…

Negli ultimi tempi ho viaggiato un po’ meno a causa del covid, ma ora che la situazione si è normalizzata sono tornato a viaggiare, soprattutto per i circuiti maggiori. Di base sto in Sicilia anche se negli ultimi anni sono stato davvero poco.

Della miriade di trasferte che hai fatto qual è quella che ricordi con più piacere?

Senza dubbio Australia, bellissimi ricordi con Musta Dario e gli altri. Mesi là a giocare a tennis e i tornei dell’Aussie Millions, peccato che non lo facciano più. Online sto giocando soprattutto su siti americani e soprattutto varianti. Tornei faccio qualche sessione ogni tanto la domenica ma poca roba.

Oggi come oggi qual è il tuo sogno pokeristico nel cassetto?

Sicuramente il braccialetto. Adesso che mi sto focalizzando sulle varianti diventa una cosa più approcciabile perché ovviamente i field sono più ridotti rispetto a quelli del NLHE. Qualche possibilità in più c’è. Ogni estate a Vegas sono schierato per le varianti e sarà così anche la prossima.

Dopo anni passati a scrivere di altro, in un periodo sabbatico mi sono appassionato al poker e dal 2012 è diventato il mio pane quotidiano. Intanto ho scritto un paio di libri che niente hanno a che vedere col nostro meraviglioso gioco.
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