Per arrivare al tavolo finale del Main Event WSOP la fortuna deve mettersi a sedere sulle tue ginocchia, anche se ti chiami Martin Jacobson: lo svedese è più che abituato a giocare su palcoscenici importanti, ma quello che calcherà a novembre fa storia a sé.
Merito di un payout assolutamente straordinario e di un'attesa che, col trascorrere dei mesi, si farà sempre più pressante, ma anche di un semplice dato: nessun suo connazionale ha mai vinto il torneo più importante al mondo, e così anche se le fiches non sono esattamente dalla sua parte il ragazzo di Stoccolma appare come un candidato più che solido, fra coloro che lotteranno per il titolo.
Jacobson è penultimo fra i November Nine, ma questo è l'ultimo dei suoi pensieri. Non soltanto è ben consapevole del peso della sua esperienza, ma anche che stavolta è filato davvero tutto per il verso giusto: "Sono diventato subito chipleader, e da quel momento per quattro giorni non ho avuto un solo livello in cui abbia perso delle fiches - ha ammesso a PokerListings.com - essere arrivato fino in fondo è un sogno che si realizza, e non vedo l'ora di tornare a Las Vegas per concludere il torneo".
"Spero di poter rendere il mio Paese orgoglioso di me" (photo courtesy Joe Giron & PokerNews.com)
E dire che il Main Event WSOP, nelle edizioni precedenti, non gli aveva mai regalato soddisfazioni particolari, anzi: "Ho giocato questo torneo sette volte, e non ero mai arrivato alla pausa cena del day 2 - ammette sorridendo - non so bene come mai stavolta le cose siano andate diversamente. Magari in passato sono arrivato al torneo stanco per via degli eventi precedenti, perdendo forse pazienza".
Curiosamente, rivela che prima di diventare un giocatore professionista il suo piano era quello di trasferirsi a Barcellona per lavorare in uno dei migliori ristoranti della città. Quel lavoro, però, Jacobson non lo avrà mai, e paradossalmente quel contrattempo sarà una delle cose migliori che gli capiteranno. Da lì infatti il poker diventa qualcosa di più, ed il tempo, la tenacia e il talento fanno il resto.
Prima di raggiungere il final table più ambito al mondo, vantava già vincite nei tornei live attorno ai 5 milioni di dollari, cifra naturalmente (molto) lorda ma che fa capire quanto - anche in assenza di questo pazzesco risultato - la carriera dello svedese rientrasse già fra quelle di assoluta eccellenza.
Tuttavia, adesso l'occasione è imperdibile, ed il denaro sul tavolo troppo pesante perché un errore ci si possa facilmente perdonare: Martin non ha intenzione di commetterne, lasciando poi che ancora una volta siano le carte a decidere.