“Hanno annunciato me prima di Spalletti”. Le prime parole di Max Pescatori dopo la notizia della sua nomina a manager dei Rome Emperors, prima e finora unica squadra italiana a disputare la prossima Global Poker League, disegnano una battuta che la dice lunga sull’umore del pirata nazionale.
Una battuta servita su un piatto d’argento come da un assist di un Zidane d’annata, per la concomitanza con l’esonero di Garcia, ma indicativo dell’entusiasmo che prova il quattro volte campione WSOP.
In questo Articolo:
“LO SAPEVO DAI PRIMI DI DICEMBRE”
La notizia ha sorpreso tutti, media compresi. Proprio al sottoscritto, Alex Dreyfus aveva confessato di aver dovuto rinunciare – seppur a malincuore – alla presenza di un team italiano nella prima stagione della GPL. Evidentemente era un bluff, oppure le valutazioni sono nel frattempo cambiate.
Di sicuro Max lo sapeva già da un po’: “Mi avevano contattato ai primi di dicembre, per offrirmi questo ruolo da manager. Mi sono preso un po’ di tempo per pensarci ma poi ho dato la mia disponibilità. Quindi sì, lo sapevo da diverse settimane ma ovviamente non potevo dire nulla…”
THE PIRATE MANAGER
Conoscendolo come cavallo di razza che trova il suo habitat naturale nello scontro ai tavoli, viene da chiedersi se i dubbi di Max fossero anche legati al fatto di non poter giocare in prima persona (nel regolamento della Global Poker League non esiste il player-manager), ma Max la vede diversamente: “Sono contento di essere manager perchè è un ruolo con ancora più responsabilità. Certo, il giocatore è colui che alla fine deve mettere le chips in mezzo, ma le sue mansioni si esauriscono lì. Il manager invece deve fare il draft, promuovere la franchigia, avere un occhio su come riuscire ad arrivare un target, un po’ come un allenatore nel calcio e nello sport. E’ bello pensare di avere in mano le redini della squadra: se poi si vince, è merito anche del manager…”
Come molti di voi avranno già letto (chi ancora non l’avesse fatto può trovare tutte le informazioni qui e qui), la Global Poker League sposa la formula tipica delle leghe professionistiche americane, con un draft iniziale che prevede la scelta dei giocatori che entreranno a far parte del team.
ITALIANI MA NON SOLO
I giocatori selezionabili sono tutti quelli che hanno chiuso il 2015 tra i primi 1000 del ranking GPI.
Gli italiani sono 19, ovvero
- Mustapha Kanit
- Dario Sammartino
- Giacomo Fundaro
- Walter Treccarichi
- Filippo Lazzaretto
- Iacopo Brandi
- Rocco Palumbo
- Giuliano Bendinelli
- Andrea Dato
- Salvatore Bonavena
- Antonio Buonanno
- Carlo Savinelli
- Nicola D’Anselmo
- Gianluca Escobar
- Francesco Delfoco
- Marco Della Tommasina
- Raffaele Sorrentino
- Muhamet Perati
Attenzione però: non è scritto da nessuna parte che i giocatori di una franchigia debbano essere tutti della stessa nazionalità rispetto alla città associata, e questo vale ovviamente anche per i Rome Emperors. Inoltre ci sono almeno un paio di incognite da considerare:
- le dinamiche del draft, per cui è molto importante l’ordine di scelta che verrà sorteggiato prima di iniziare le operazioni. Nel momento in cui il team italiano dovesse non scegliere tra i primi, un nome come quello di Mustapha Kanit può tranquillamente venire “rubato” da qualche altro team (vedi i NY Rounders dell’amico Bryn Kenney). Analogamente, Max potrà scegliere anche qualche big straniero che ritiene adatto allo scopo.
- la dichiarazione di eleggibilità. Si è detto che sono selezionabili tutti i player compresi nei primi 1000 in classifica, ma questo non basta: ogni giocatore dovrà dichiararsi disponibile al draft (con tutto ciò che ne consegue in termini di impegno stagionale, di ingaggio eccetera) per poter venire selezionato.
WILD CARD, LA SUGGESTIONE-MINIERI
Il parco di italiani eleggibili è comunque di tutto rispetto, ma ricordiamo che nei 4 giocatori del team saranno comprese anche due wild card, da assegnare a giocatori fuori dalla top 1000 che potranno venire scelti dal manager della squadra. In questo preciso momento, molti di voi staranno pensando a Dario Minieri: effettivamente si tratta di una suggestione fantastica, per ciò che Darietto ha rappresentato per il poker e per ciò che potrebbe ancora dare in un format di questo tipo. Ma sarà una scelta spettante al solo Max, che non intendiamo certo tirare per la giacca…
COME GLI SPORT USA
Certo è che la formula al “Pesca” piace, e anche molto. Ce lo aveva confessato in un’intervista durante le WSOPE di Berlino, e ce lo conferma oggi: “il format è bello perchè è innovativo: non si era mai fatto nè pensato nulla del genere nel poker. E poi io sono residente in USA e amo lo sport USA, quindi a me piace particolarmente, e mi intriga moltissimo l’idea di avere una franchise italiana di questo tipo. Incontrare Parigi, piuttosto che Hong Kong o Berlino è un challenge interessante per me.”
ROMA 1 – MILANO 0
Nell’intervista di qualche mese fa, Alex Dreyfus ci aveva parlato di una sorta di “coinflip” tra Roma e Milano come sede di un team italiano per la GPL. Da Milanese doc, tuttavia Max non crede di aver perso il flip, anzi le sue parole sono sorprendenti: “in fondo, tra Milano e Roma obiettivamente è più giusto che ad avere una franchise sia quest’ultima. La passione per il poker che ho visto a Roma non ha eguali in nessuna città italiana. Ovviamente anche a Milano ci sono tantissimi appassionati, ma Roma è incredibile: ricordo ancora quando iniziammo con il poker.it andai a fare un giro promozionale nella Capitale e rimasi impressionato. Inoltre penso sia la città con più persone che giocano a poker quindi giusto così. E poi, giusto per tornare a me, tempo fa guardavo le statistiche della mia fan page di Facebook che ha quasi 38mila fan, e i miei primi follower sono proprio i romani.”
SPONSOR CERCANSI
Infine, una battuta sullo sponsor. Uno degli auspici di Dreyfus è che la presenza di team legati a nazioni e città molto popolari stimoli sponsor importanti extra-poker a farsi sotto. Da questo punto di vista Max mantiene ancora un riserbo comprensibile, vista la fase primordiale della lega. “Posso dirti che il mio sponsor personale rimarrà Lottomatica, che sarò orgoglioso di rappresentare anche nel 2016. Per quanto riguarda il team ancora non so, spero che l’interesse sia forte al punto da attirare qualche brand importante al di fuori del mondo del gaming.”