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Tasse

Per la Procura di Bologna e la Guardia di Finanza i poker pro potrebbero essere dei lavoratori autonomi, le conseguenze

Nel 2010, l'inchiesta All in aveva messo, più di 10 anni fa, sotto pressione gran parte dei giocatori professionisti (e non) italiani ed è culminata nel 2014 con la storica Sentenza della Corte di Giustizia Europea “Blanco-Fabretti”. Da quel momento le vincite maturate nei casinò dell’Unione Europea non devono essere dichiarate. Oggi siamo all'alba di una ulteriore svolta per quanto riguarda le vincite extra europee?

In questi mesi, la Guardia di Finanza sta conducendo un’altra inchiesta sulla omessa dichiarazione delle vincite maturate nei casinò Extra Ue. Ne abbiamo visto gli effetti con le notizie che hanno riguardato uno dei giocatori italiani più forti e famosi: Enrico Camosci.

Le nuove indagini sui gamers degli e-Sport e giocatori di poker

In occasione della notizia sul poker player bolognese, nelle cronache dei principali quotidiani e media italiani era emerso il nuovo filone d'indagine della Procura di Bologna e della Guardia di Finanza.

Si è letto sui media nazionali questo passaggio: “è già stato osservato come il processo di digitalizzazione dell’economia nell’ultimo decennio abbia affiancato agli sportivi tradizionali i cosiddetti gamers, ossia coloro che partecipano a competizioni di e-sport, svolte sotto forma di leghe e tornei in cui singoli giocatori o team di professionisti si sfidano su piattaforme virtuali”. 

Sappiamo che soprattutto nei tornei asiatici (Corea del Sud, Cina e Giappone) e negli USA, i tornei non hanno montepremi banali per gli e-sport, così come gli ingaggi dei gamers pagati dai team.

Di fatto, l’inchiesta su Camosci è stata inserita in questo mega filone d’indagine. E’ come se la Procura di Bologna e le fiamme gialle equiparassero i poker pro ai gamers professionisti negli eSports oltre che degli sportivi.

E i giocatori di poker vengono riconosciuti come sportivi.

poker pro tasse
Dal 2010 vi è una sorta di sfida tra poker players e Guardia di Finanza

Indagine di Bologna: poker pro come dei lavoratori autonomi

Naturalmente per i giocatori di poker vale la regola della dichiarazione solo per le vincite extra UE, visto che vengono già tassati alla fonte nei casinò europei (in questo caso la Corte di Giustizia ha applicato il divieto di Doppia Imposizione e il divieto di discriminazione tra una sala da gioco e un’altra in paesi diversi).

Dalle prime notizie frammentarie che sono filtrate dall'inchiesta di Bologna, il giocatore di poker è stato considerato come un professionista, come ad esempio il giocatore di scacchi. Per questa ragione, secondo il punto di vista della Procura, i redditi delle vincite sono stati sottoposti a tassazione, i poker pro vengono considerati dei lavoratori autonomi.

In particolare si specifica che l’indagine della Guardia di finanza di Bologna ha riconosciuto le vincite di Camosh negli eventi internazionali extra UE, come attività sportiva abituale e professionale al di fuori dell'Unione europea e sottoposta a tassazione da lavoro autonomo.

Per le Fiamme gialle e la Procura emiliana, il giocatore di poker deve essere trattato come uno sportivo professionista.

La conferma sul lavoro autonomo e la detrazione sulle perdite da gioco

Questo è il passaggio chiave: considerare il poker player professionista come un lavoratore autonomo. E la conferma di questo dettaglio arriva anche dall’Avvocato Max Rosa che un mese prima che si scatenasse il polverone mediatico intorno al suo assistito Camosci, ha confermato tutto nella registrazione del podcast Under The Gun (con Davide De Luca e Carlo Savinelli), svelando la posizione della Procura di Bologna durante le indagini.

Per chi indaga, i poker players professionisti sono equiparati ai lavoratori autonomi.

Di fatto dovrebbero essere dichiarati solo i margini (positivi), i profitti netti e non le vincite lorde. Non verrebbe più seguito il vecchio criterio applicato dagli inquirenti dell’obbligo di dichiarare le vincite lorde, ma quelle nette. E c’è una bella differenza.

Esempio: poker player italiano va a Macao e gioca sei tornei di poker da €1.000 di buy-in. In cinque tornei viene eliminato, in uno di questi sei tornei vince €20.000. Secondo i vecchi criteri, per la Guardia di Finanza, dovrebbe dichiarare €20.000 come reddiiti diversi al momento della dichiarazione dei redditi. Se invece il giocatore viene considerato un lavoratore autonomo, in quel caso dovrà dichiarare sia i €20.000 vinti ma anche le perdite da €6.000 e sarà tenuto a pagare le tasse su €14.000.

Gli inquirenti, in questo caso, scoprirebbero che molti poker players – almeno nei tornei live extra UE – potrebbero rivelarsi perdenti (e quindi non obbligati di pagare alcuna tassa).

Le vincite derivanti dal gioco sono da considerarsi reddito?

Sarebbe una vera rivoluzione? Non sarà così facile arrivare a tali conclusioni a livello nazionale. Al momento si è espressa solo una Procura e negli atti di una fase di indagine. Non vi è alcun precedente al riguardo, ancora nulla è arrivato a una commissione tributaria, ma la posizione della GDF potrebbe essere interessante e potrebbe uniformarsi.

Durante l’indagine della Guardia di Finanza il giocatore di poker bolognese è stato considerato come un professionista sportivo. Per questo i redditi delle vincite sono stati sottoposti a tassazione come i lavoratori autonomi.

Oltretutto, una parte della dottrina, rifiuta il concetto di equiparare le vincite a un effettivo reddito. Uno dei principali sostenitori di questa teoria è proprio l’avvocato Massimiliano Rosa.

In effetti le vincite nel gioco d’azzardo in generale, ma anche nel poker, sono come un evento "casuale" (alla fine abbiamo sempre a che fare con delle carte) e straordinario e non possono rappresentare reddito, ovvero un flusso continuo di entrate.

Vincite dai giochi sono "redditi diversi"

In base però alle precedenti contestazioni, le dichiarazioni delle vincite Extra UE nel poker dovrebbero essere dichiarate come “redditi diversi”, quindi un concetto differente rispetto al reddito tipico e sono elencati nell'articolo 67 del TUIR. Al comma 8:

"vincite delle lotterie, dei concorsi a premio, dei giochi e delle scommesse organizzati per il pubblico e premi derivanti da prove di abilità o dalla sorte nonché quelli attribuiti in riconoscimento di particolari meriti artistici, scientifici o sociali"

Ma sul punto è probabile che l'Avvocato Rosa e altri difensori provino a scardinare il concetto di vincita-reddito.

Per la Procura di Bologna i gamers come i giocatori di poker devono essere considerati come “lavoratori autonomi”. Se dovesse esserci un effetto domino e altre Procure seguire questa traccia, si profilerebbero scenari molto interessanti per i nostri rounders in giro per il mondo con la possibilità di dichiarare vincite ma in un sistema fiscale equo che tenga conto dei profitti lordi ma anche delle perdite.

Editor in Chief Assopoker. Giornalista e consulente nel settore dei giochi da più di due decenni, dal 2010 lavora per Assopoker, la sua seconda famiglia. Ama il texas hold'em e il trading sportivo. Ha "sprecato" gli ultimi 20 anni della sua vita nello studio dei sistemi regolatori e fiscali delle scommesse e del gioco online/live in tutto il Mondo.