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Rousso, gioie e dolori al WPT: prima l'hero call, poi il bluff subito

Il WPT intitola una tappa del suo circuito a Doyle Brunson, più precisamente il "Five Diamond World Poker Classic" giocato ogni anno al Bellagio. Questo torneo non è per tutti e non ci riferiamo solo al buy-in da 10.000$: l'atmosfera magica di uno dei casinò più importanti di Las Vegas e il tributo al leggendario Doyle aumentano esponenzialmente il prestigio di questo evento, che ogni anno attira l'elitè del mondo professionistico statunitense.

Il torneo in questione sarà vinto da Antonio Esfandiari per 870.124$, Vanessa Rousso 3°

Non stupisce, dunque, che al final table dell'edizione 2010 arrivarono nomi grossi come John Racener (fresco runner-up al Main Event WSOP), Andrew Robl, Vanessa Rousso ed Antonio Esfandiari. Questi ultimi due diedero vita a un duro confronto al tavolo, prima con un hero call durante la bolla del final table e poi con un super bluff al tavlo finale.

Tutto inizia quando i giocatori rimanenti sono 14. Antonio Esfandiari apre il gioco (non sappiamo le carte perchè il tavolo non era trasmesso in televisione) e dopo essersi visto chiamare dalla sola Rousso, decide di puntare tre volte sul board 8 8 4 8 7 , andando all-in al river. Vanessa, che ha in mano 10 10, chiama senza troppi problemi le puntate su flop e turn ma al river si dispera, consapevole che il call potrebbe costarle il torneo. Dopo diversi minuti si chiama addirittura il tempo da sola per costringersi a decidere e alla fine sceglie di chiamare. Antonio mucka stizzito le sue carte facendo capire di essere in bluff, mentre la team pro di Pokerstars non sta nella pelle dalla felicità per aver fatto un hero call che le vale la chiplead a un passo dal final table.

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Esfandiari non sembra per nulla contento della sua giocata ed appare anche un po' infastidito dalla gioia esternata senza troppo contegno dalla sua avversaria che esclama: "Oh mio dio è stato il call più difficile di sempre!" Nonostante il bluff andato male, Antonio riesce a giungere al final table con Vanessa per poi ritrovarsi nuovamente coinvolto in un piattone quando in gioco ci sono solo loro due e Andrew Robl.

Anche in questo caso è Antonio Esfandiari ad aprire il gioco, questa volta dallo small blind con 8 4 . Una mano di poco valore ma evidentemente The Magician pensava di poter godere di un netto edge sulla Rousso, che decide di difendere il grande buio con k 7 . Esfandiari non si smentisce opta nuovamente per un "3-barrel bluff": punta flop e turn e mette ai resti l'avversaria sul river con 8-high! Una mossa di per sè coraggiosa, che lo diventa ancora di più se si pensa che solo il giorno precedente, la stessa avversaria lo aveva smascherato chiamando l'all-in sull'ultima street.

In questo caso, il board si presta decisamente meglio a un bluff: q 10 j k 7 .  Vanessa, infatti, dopo aver chiamato sul flop e sul turn si trova in grandissima difficoltà di fronte ai resti di Antonio al river, visto che al professionista di origini iraniane basterebbe un Asso per essere nuts e un 9 per superarla, oltre a molte doppie coppie. Questo è l'esempio perfetto di range polarizzato: Esfandiari può solo avere un asso oppure un bluff, perchè il valore medio non viene praticamente mai giocato così. Alla fine Vanessa folda ma non prima di aver detto: "Secondo me non blufferesti due volte". Questa frase dimostra quanto la decisione sia dovuta alla history del giorno precedente: la Rousso deve aver pensato che dopo essere stato herocallato in quel modo, nessuno si metterebbe a bluffare in uno spot simile.

Esfandiari invece lo ha fatto (vincerà poi il torneo per oltre 800.000$) ma la decisione di Vanessa Rousso non può essere sicuramente criticata, come puntualizza Tony "bond18" Dunst nell'analizzare questa mano: "Questo è uno di quegli spot in cui entrambi i giocatori prendono buone decisioni e non si può fare altro che sedersi e ammirare dell'ottimo poker".

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