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A lezioni da Ryan Fee: l'arte di intrappolare l'avversario checkando al river con fullhouse

Provare a intrappolare un avversario è un'arma a doppio taglio: da un lato c'è la possibilità di ottenere il massimo valore dalla propria mano, dall'altro si rischia di non ottenere alcun profitto. Per questo motivo molti professionisti sconsigliano ai giocatori alle prime armi di provare a trappare: se non si è molto preparati ed esperti, la strategia migliore è sempre quella di valubettare. Il discorso è però diverso quando a giocare sono i professionisti. In quel caso, l'arte del trapping diventa un modo per massimizzare le vincite.

Nella categoria dei top player rientra di diritto Ryan Fee, giocatore a tutto campo che in carriera ha vinto milioni di dollari tra live e online, tornei e cash game. Recentemente ha partecipato a una sessione del Live at the Bike, la partita di cash game high stakes del Bycicle Casino di Los Angeles che viene trasmessa in diretta su YouTube. In quell'occasione ha mostrato a tutti la sua straordinaria sensibilità al tavolo.

Anche Doug Polk coinvolto nella mano
Anche Doug Polk coinvolto nella mano

La mano in questione è molto particolare, perché vede sette giocatori impegnati post-flop. C'è il rilancio a $300 di un giocatore con 4 4 e i call con a j , a 5 , 10 8 , 6 6 e 5 4 . Ryan Fee ha in mano la coppia di 6 e il flop si rivela subito molto favorevole: q 7 6 . Nonostante il bottom set, la sua mano è solo al 49% visto il gran numero di avversari ancora in gioco. Ma il fatto ancora più incredibile è che nessuno punti: check per tutti.

Si giunge quindi sul turn con sette giocatori; su questa street scende un 3 . Doug Polk ha in mano 5 4 , pertanto ha chiuso la scala nuts. Questa volta Ryan Fee decide di puntare con il suo set mettendo in mezzo $2.400. Alla sia Polk chiama e lo stesso fa un giocatore di nome Mike, che ha in mano a 5 , ovvero il progetto di colore nuts.

Al river scende proprio un 7 che gli consegna il colore. Il problema è che il board è ora accoppiato, pertanto Ryan Fee ha un fullhouse, e per lo stesso motivo la scala di Doug Polk ha molto meno valore. Il primo a parlare è Fee, che a sorpresa, nonostante il punto fortissimo e la consapevolezza che da quel river potrebbe ottenere molto valore, fa check. È questa la sua trappola, una mossa rischiosa ma potenzialmente vincente: puntando potrebbe far foldare entrambi gli avversari, mentre checkando nasconde al meglio il suo punto sperando in una puntata su cui rilanciare.

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ryan-fee

La sua strategia funziona: se è vero che Doug Polk fa a sua volta check con la scala, Mike non ci pensa due volte e va all-in con il colore nuts per $7.000 sul pot da $9.000. D'altronde, il suo avversario ha fatto check, quindi è difficile che abbia un punto più forte del suo colore... Fee completa il suo trapping effettuando la chiamata, ma non prima di averci pensato a lungo, probabilmente per indurre Doug Polk a credere che non avesse un punto troppo forte. Ma Doug è più difficile da ingannare e infatti arriva il fold. Ryan Fee incassa il pot da $23.000.

Una mano che dimostra ancora una volta quanto il poker sia un gioco necessariamente basato sulle abilità. Eccola con il commento di Doug Polk:

[youtube] https://www.youtube.com/watch?v=j3b1aPdXPx0 [/youtube]

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