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The Grinder, la storia di Michael Mizrachi - seconda parte: l'ascesa e il declino

Nella prima parte della storia di Michael Mizrachi avete letto delle origini e delle fasi embrionali nella carriera di "The Grinder", divenuto qualche giorno fa il nuovo campione del WSOP Main Event. Oggi vi raccontiamo la seconda parte di una storia pazzesca, che ha in sé tutte le caratteristiche delle storie di gambling, compresi due elementi immancabili: l'ascesa e la caduta.

Michael Mizrachi: i primi shot importanti e una rapidissima escalation

Si diceva, allora, dei 73.000$ vinti in un mese ai tavoli cash del Foxwoods. Con quel primo bankroll importante e sempre accompagnato dall'ormai inseparabile Lily, Michael Mizrachi inizia a frequentare sempre di più i tornei live, probabilmente senza sapere che sarà proprio quella la sua dimensione definitiva da giocatore. Dal Foxwoods a Las Vegas, la presenza di Mizrachi diventa sempre più assidua e arriva il primo shot importante.

Siamo nel dicembre 2004 a un evento da 2.000$ del WPT Five Diamond Poker Classic, grande classico di fine anno. Tra i 358 iscritti c'è anche il fratello Robert, infine 22°, ma davanti a tutti termina proprio Mike, che batte Giol Luong e Jean-Robert Bellande incassando 273.040$.

Passa appena un mese e arriva il primo tavolo finale in un "major". Siamo al Gold Strike, uno dei diversi casinò della riserva indiana di Tunica, nel Mississippi. Si gioca il 10.000$ World Poker Open, torneo del WPT intitolato alla memoria di Jack Binion.

Gli ingressi sono 512 e la lineup del tavolo finale è pazzesca: c'è Daniel Negreanu, c'è Scotty Nguyen e poi c'è lui, Michael Mizrachi.
Il torneo viene vinto dal carneade John Stolzmann, con Negreanu 3°, Nguyen 4° e Mike Mizrachi 5° per 288.241$. Viene subito aggiornato il record di cifra più alta vinta in un torneo live, ma questo tavolo finale è importantissimo per un altro fattore: la notorietà.

Scotty Nguyen con Michael Mizrachi (courtesy FB Team Mizrachi)

The Grinder tra le prime stelle del poker televisivo

A quel tempo, i tavoli finali del WPT venivano trasmessi dalle tv di un po' tutto il mondo. In Italia, per esempio, li trasmetteva Sportitalia, con il commento di Maurizio Cavalli e Alberto Franceschini, peraltro quasi un socio fondatore di Assopoker. A quel tempo, diversi grandi giocatori iniziavano a diventare famosi per il loro stile e i loro risultati: Daniel Negreanu, Gus Hansen, Phil Laak, Antonio Esfandiari, Howard Lederer.

L'aspetto cruciale, per il successo di quelle trasmissioni, era la forte caratterizzazione dei personaggi, pur parlando sempre di giocatori di poker. C'era "The Unabomber", "The Magician", "The Professor" e a questi si aggiungeva anche "The Grinder", un giovane estremamente aggressivo e che sembrava non aver paura di nulla.

Questa diversificazione dei personaggi rappresentava un punto di forza di quello show, ma fu anche un trampolino di lancio inimmaginabile per diversi giocatori amati ancora oggi in ogni angolo del globo. E, tra questi, il più giovane di tutti era proprio Michael Mizrachi.

L.A. Poker Classic: il primo major non si scorda mai

Neanche a farlo apposta, 20 giorni dopo questo primo final table, per Michael Mizrachi arriva il primo trionfo. Siamo al Commerce Casinò di Los Angeles per un appuntamento abituale, nel tardo inverno del poker live: il LA Poker Classic, sempre legato al World Poker Tour e sempre con buy-in di 10.000$.

538 gli iscritti e tavolo finale che viene letteralmente asfaltato da Michael Mizrachi, nonostante la presenza di campioni come Erik Seidel (9°), Erick Lindgren (5°) e Ted Forrest (4°). L'ultimo a provare a contendergli il successo è uno sconosciuto canadese di origini greche, che per onorare quel tavolo finale si era comprato un abito elegantissimo: Haralabos Voulgaris. Il futuro "Haralabob", tra i più vincenti scommettitori della storia grazie a un colossale studio sulla NBA, in quel caso si era dovuto accontentare del secondo posto.

Ciò che più conta, qua, è che Michael Mizrachi entra di diritto nell'Elite del poker, a 24 anni appena compiuti.

The Grin...DAD

Nel frattempo, il 2004 era stato un anno importantissimo anche per ragioni extra-poker. Il legame con Lily era diventato strettissimo e la compagna era rimasta incinta, dando infine alla luce il primo figlio: Paul William, chiamato così in onore del nonno paterno. Qualche tempo dopo, Aidily Elviro diventerà ufficialmente Lily Mizrachi, moglie di The Grinder e mamma di altri due figli: Julie e Joseph.

"Avevo 23 anni, con Lily le cose si erano evolute molto velocemente e lei rimase incinta. Io ero ancora un ragazzo e non sapevo se sarei stato in grado, ma lo presi come un'esperienza nuova in cui hai tanto da imparare. Ancora oggi, la nascita del mio primo figlio rimane uno dei giorni più belli della mia vita."

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Nemmeno un anno dopo, arriva il bis di titoli WPT.... e di figli.

Siamo al Borgata di Atlantic City per il Main event da 10.000$ del WPT Borgata Winter Open. Dei 381 iscritti, si qualificano al tavolo finale nomi importanti come Erick "E-Dog" Lindgren e Amnon Filippi, ma in heads up arrivano Michael Mizrachi e John D'Agostino, a giocarsi un testa a testa da quasi 600mila dollari. Vince ancora The Grinder, per un payday di altri 1.173.373$: è il 1 febbraio 2005. E il giorno dopo nasce Julie, la secondogenita di Michael.

"Davvero incredibile questa cosa", ricorda il fratello Robert in un'intervista con PokerGO, "ogni volta che sfornava un figlio, poi vinceva subito un sacco di soldi".

Player Of The Year e un biennio magico prima della tempesta

Tra il 2005 e il 2006, Michael Mizrachi diventa una sorta di dominatore della scena internazionale. La sua strategia di accumulare un sacco di chips fin dai primi livelli e bullare i tavoli funziona quasi sempre alla grande: The Grinder vince 2,7 milioni di dollari nel 2005 e 2,4 milioni nel 2006, anno in cui viene eletto per la prima volta Player Of The Year dalla rivista Card Player. Il mondo sembra ai suoi piedi, ma all'orizzonte si profilano ombre nere.

Il motor home e l'autobus acquistati da Michael Mizrachi per portarsi dietro famiglia e amici (courtesy PokerGO)

Il lato oscuro dell'essere The Grinder

Dovendo affrontare spese sempre molto alte, tra cui quasi 200mila dollari per un "motor home" e un bus con cui si spostava insieme a tutta la famiglia e agli amici da una trasferta all'altra, Michael Mizrachi vive un periodo non semplice, nonostante le grandi vincite che aveva conseguito. Agli alti e bassi del gambling era abituato fin da piccolo, ma a metterlo in difficoltà seria non è una sessione negativa al Baccarat o ai dadi. La minaccia viene dall'esterno e precisamente dalla bolla immobiliare.

La famosa crisi dei Subprime devasta gli ingenti investimenti di Michael Mizrachi, soprattutto nella sua Florida. The Grinder perde circa un milione di dollari solo in investimenti immobiliari e, insieme alle abitudini date da un tenore di vita molto alto, non solo il suo bankroll viene azzerato, ma Mike non riesce nemmeno a pagare le tasse, accumulando un debito di alcune centinaia di migliaia di dollari con l'IRS.

Sembra l'inizio della fine, un declino come altri che si sono visti nel mondo del poker e del gambling in generale. Ma il destino aveva altri progetti, per Michael Mizrachi. Li scopriremo nella terza puntata della sua storia.

Leggi qui la prima puntata di "The Grinder - la storia di Michael Mizrachi

Immagine di copertina: Michael Mizrachi (courtesy Flickr World Poker Tour)

Giornalista - Poker e Sport Editor
Nato nel 1972 in Calabria, pratica diversi sport con alterne fortune, anche per via di un fisico non esattamente da Guardia Svizzera. Dai primi anni ’90 ad oggi, il suo percorso lavorativo e di vita non ha mai smesso di accompagnarsi alle varie passioni: dalla musica alle arti visive, alla tecnologia e alla scrittura. Prima DJ in vari club, poi tecnico e regista televisivo, quindi giornalista. Nel 2006 scopre il Texas Hold’em che dal 2007 diventa il suo pane quotidiano, creando la prima redazione online interamente dedicata al poker, in Italia. Anche lo sport non ha mai smesso di essere parte della sua vita, seppur non vissuto ma raccontato. Da anni scrive di calcio, basket e tennis, con particolare amore per quest’ultimo, ben prima che diventasse sport nazionale con la Sinner-mania e tutto ciò che ne consegue.
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