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Torneo senza telefonini, un coro di no. Pescatori: "grottesco"; Sammartino: "eccessivo". E Savinelli rilancia...

L'altro giorno si parlava di Matt Savage e della sua spiazzante proposta di organizzare un torneo live con il divieto assoluto di portare al tavolo smartphone, tablet e qualsiasi altra cosa sia annoverabile tra gli "electronic device". L'editoriale aveva lo scopo di tastare il polso per vedere cosa ne pensate voi e in generale i pokeristi italiani.

Così siamo andati a sentire cosa ne pensano tre dei volti più noti e amati del poker italiano: Max Pescatori, Dario Sammartino e Carlo Savinelli. Come non era difficile immaginare, è venuto fuori un coro di no. Ma andiamo a vedere nel dettaglio cosa ci hanno detto questi campioni.

Max Pescatori: "Per un evento va bene, ma tornare indietro sarebbe grottesco!"

Il mondo del poker è bello perchè è vario. Tanti amano i tornei turbo, altri vogliono la giocabilità estrema, tanti amano l'hold'em, altri - specialmente all'estero - amano le varianti. Non so però chi non ama utilizzare i telefonini o l'iPad per non annoiarsi o per ascoltare musica.
Dopo anni di stupiditá, l'Ept aveva cambiato la regola e ora finalmente uno può appoggiare ipad o telefonino sul bordo del tavolo. Anche per questo trovo grottesca qualsiasi proposta di tornare indietro.

Max Pescatori
Max Pescatori

Matt organizza un torneo? Mi va benissimo, basta che sia un evento particolare. Pensa a quanti giocatori amatoriali usano il cellulare per lavoro durante un torneo che dura diversi giorni, oppure a quanti usano il cellulare per pubblicizzare l'evento che stanno giocando e quindi rendere il poker più popolare...

In definitiva la mia idea è questa: su un evento si può fare tutto, anche organizzare un torneo in costume, ma per tutti gli altri eventi gli strumenti elettronici sono parte della nostra vita ed essenziali anche in un torneo di poker.

Dario Sammartino: "Eccessivo, i tornei durano 12 ore al giorno per 5-6 giorni. Distrarsi un secondo è normale..."

Credo che sia un davvero eccessivo togliere a chiunque la possibilità di usare il proprio smartphone o tablet mentre si è al tavolo. Un torneo dura 12 ore al giorno per 5/6 giorni, dunque avere questi dispositivi a disposizione anche per distrarsi un secondo, magari per mandare un messaggio ad un familiare o un amico beh... credo che non se ne possa proprio fare a meno.

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La concentrazione di Dario Sammartino
La concentrazione di Dario Sammartino

Carlo Savinelli: "Il gioco non è lento per i telefonini, ma perchè la gente pensa troppo. Togliamo le sedie ai giocatori tight!"

Non sono assolutamente d'accordo. Il poker è un lavoro, uno svago, un hobby ed ognuno deve poterlo fare nella massima libertà. Il gioco è lento perché la gente pensa troppo in spot dove basterebbero pochi secondi di riflessione. Se si parla di velocizzare allora meglio aprire allo shot clock. Se si parla di collusion o di problematiche affini trovo la cosa inefficiente, perché si potrebbero fare le stesse cose con dei segni in perfetto stile spaghetti western 🙂

Carlo Savinelli
Carlo Savinelli

Ho io un'idea rivoluzionaria al pari di quella di Savage: togliamo la sedia ai giocatori tight nei MTT e nel cash Game! Ci divertiremmo sicuramente di più e ci sarebbero più azione e più interazione.

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“gli articoli di attualità, di carattere economico, politico, religioso, pubblicati nelle riviste o giornali, possono essere liberamente riprodotti in altre riviste o giornali anche radiofonici, se la riproduzione non è stata espressamente riservata, purché si indichino la rivista o il giornale da cui sono tratti, la data e il numero di detta rivista o giornale e il nome dell’autore, se l’articolo è firmato” (art. 65 legge n. 633/1941)

Giornalista - Poker e Sport Editor
Nato nel 1972 in Calabria, pratica diversi sport con alterne fortune, anche per via di un fisico non esattamente da Guardia Svizzera. Dai primi anni ’90 ad oggi, il suo percorso lavorativo e di vita non ha mai smesso di accompagnarsi alle varie passioni: dalla musica alle arti visive, alla tecnologia e alla scrittura. Prima DJ in vari club, poi tecnico e regista televisivo, quindi giornalista. Nel 2006 scopre il Texas Hold’em che dal 2007 diventa il suo pane quotidiano, creando la prima redazione online interamente dedicata al poker, in Italia. Anche lo sport non ha mai smesso di essere parte della sua vita, seppur non vissuto ma raccontato. Da anni scrive di calcio, basket e tennis, con particolare amore per quest’ultimo, ben prima che diventasse sport nazionale con la Sinner-mania e tutto ciò che ne consegue.
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