Come era facilmente prevedibile, la questione di Dominik Nitsche - e il suo aiuto al vincitore Jonathan Tamayo con un computer portato sugli spalti - tiene ancora banco. Nel frattempo, il secondo classificato Jordan Griff non ha escluso la possibilità di intraprendere azioni legali.
In questo Articolo:
- 1 "RTA" al WSOP Main Event? Griff intervistato da Doug Polk sulla vicenda
- 2 Griff: "Ero concentrato sul mio gioco, non mi sono accorto di nulla"
- 3 Griff farà ricorso? "Non ne sono ancora sicuro, è una possibilità"
- 4 Su Nitsche: "Non gli interessa apparire un bravo ragazzo"
- 5 Cosa può succedere adesso? Gli scenari possibili
"RTA" al WSOP Main Event? Griff intervistato da Doug Polk sulla vicenda
Il caso della possibile RTA (Real Time Assistance) di Dominik Nitsche a favore di Jonathan Tamayo nell'heads up del WSOP 2024 Main Event è l'argomento del giorno e, presumibilmente, lo sarà ancora a lungo. Sul topic si è fiondato anche Doug Polk, che non ha perso tempo invitando il runner-up del torneo, Jordan Griff, sul suo podcast.
Polk l'ha presa inizialmente piuttosto larga, ma poi è andato sull'argomento chiedendo a Griff se si fosse accorto di cosa il suo avversario stesse facendo.
"L'ho visto chiedere lumi e andare sul suo rail, ma in nessun momento mi sono accorto che guardasse il computer, né mi sono messo a origliare per capire cosa dicesse. Del resto, in nessuno sport si vede un giocatore intrufolarsi nella panchina avversaria per indagare su cosa stiano facendo: "Ehi, state guardando un film? Posso dare un'occhiata?" e cose di questo genere. Se pure mi fosse passato qualche sospetto per la testa, ho pensato che qualsiasi cosa poco chiara sarebbe stata ripresa dalle telecamere".
Griff: "Ero concentrato sul mio gioco, non mi sono accorto di nulla"
Stimolato sull'argomento, Jordan Griff chiarisce meglio quest'ultimo punto: "Ho pensato che, se stessero facendo qualcosa di vietato o contro le regole, qualcuno lo avrebbe fatto notare e sarebbero stati sgamati. Però, quando sei al tavolo in quei momenti, sei focalizzato sul gioco. Non potevo pensare all'idea che stesse usando un solver, ma cercare solo di concentrarmi sul mio poker."
Doug Polk, che si è detto sorpreso dal fatto che il management delle WSOP non sia intervenuto, ha poi chiesto a Jordan Griff se pensa di essere stato danneggiato dall'eventuale aiuto ricevuto da Tamayo. "Difficile da dire. O meglio, penso che ricorrere alla RTA dia un vantaggio. Poi ognuno la può pensare diversamente su quanto grande sia questo vantaggio, quanto sposti realmente. Non credo sia così semplice da quantificare".
In fin dei conti, Griff è andato a un coinflip dal vincere il Main Event WSOP, e nessun solver potrebbe mai avere alcun potere sull'esito di quel colpo. Anche per questo, Griff ha preferito non addentrarsi in discorsi sul fatto che Tamayo abbia imbrogliato o cose di questo genere. Anzi, il runner-up si è detto estremamente dispiaciuto dal fatto che la community del poker si stia focalizzando su teorie del complotto invece che sulle belle storie che il Main Event ha portato con sé.
Griff farà ricorso? "Non ne sono ancora sicuro, è una possibilità"
Polk è tuttavia tornato a bomba sulla questione più calda, chiedendogli cosa avrebbe fatto se avesse saputo che il suo avversario consultava dei solver insieme al suo team. "Eh, bella domanda. Se avessi avuto la certezza al 100% che stavano consultando simulazioni, avrei detto qualcosa al floorman".
Griff ha anche aggiunto che non gli è ancora capitato di parlare con Tamayo dopo l'heads up, e che anzi il futuro campione non era molto interessato a parlare durante il final table. Infine, cosa più importante, Griff ha detto di non avere ancora seriamente considerato l'idea di intraprendere azioni legali contro il vincitore, ma non ha affatto escluso la possibilità di farlo, nel caso in cui le basi delle accuse si rivelassero solide.
"La questione è complicata, non ho letto con attenzione le leggi e non ho ancora parlato con i miei legali, quindi non ho ancora preso seriamente in considerazione la cosa", sono le parole di Griff che poi ha aggiunto "è una possibilità" alla domanda di Polk su cosa farebbe se le accuse si rivelassero solide.
Su Nitsche: "Non gli interessa apparire un bravo ragazzo"
Infine, Polk chiede a Griff un suo parere sul comportamento del team di Tamayo, e in particolare di Nitsche. "Dominik ha scelto di fare la parte del cattivo e l'ha fatto bene. Sicuramente ha alzato un po' i toni, ma non penso che il suo obiettivo fosse apparire come un bravo ragazzo, quanto fare il meglio possibile per il suo interesse nel gioco."
Cosa può succedere adesso? Gli scenari possibili
Questa intervista di Jordan Griff aumenta ulteriormente l'interesse sulla vicenda, perché in tanti si chiedono - da giorni - cosa può realmente accadere. Qualora il team legale del giocatore statunitense ritenesse che ci sono gli elementi per avviare un'azione legale, sarebbe contro il vincitore Tamayo o contro l'organizzazione delle WSOP che non è intervenuta?
Assumendo poi l'ipotetico punto di vista dell'organizzazione delle WSOP, non è del tutto da escludere (seppure in linea puramente teorica) una squalifica di Jonathan Tamayo. Tuttavia, qualora ciò accadesse, sarebbe non solo la prima volta di un'azione del genere, ma una vera e propria mazzata sull'immagine del poker.
In gioco non ci sono solo tanti soldi, ma anche la credibilità del giochino. Che già, con il comportamento piuttosto spregiudicato (anche sul piano della comunicazione) da parte del team di Tamayo, è stata messa a dura prova.