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Errore al WSOPC: dove la disattenzione confina con la malafede

Il pasticciaccio ampiamente documentato in quel di Rozvadov al Final Table del Main Event WSOP Circuit, ha dato adito a tutta una serie di considerazioni che abbiamo letto sulle pagine del nostro portale, tutte di carattere discordante tra di esse e tutte, ovviamente, degne di nota.

Ma sotto il punto di vista dell’attenzione e della concentrazione, tralasciando ovviamente tutti i discorsi che si possono fare sul clamoroso passo falso del dealer e del personale di sala che sono comunque lì per lavorare, e chi lavora può capitare che sbagli, seppur in modo così grossolano, è uno dei punti focali dell’episodio capitato al Main Event.

Malafede o mera disattenzione da parte di tutti?

Cominciamo col dire che da più parti si è stigmatizzato il comportamento del vincitore della mano in primis e degli altri componenti il tavolo finale, successivamente.

Il vantaggio di chi può aver guadagnato degli step importanti a seguito dell’eliminazione di Pierre Kauert, è abbastanza palese, ma nessuno può dirsi certo che i tre giocatori non coinvolti nel colpo si siano accorti dell’accaduto o meno.

Certo è che non è esattamente così comune e frequente come qualcuno ci vuole farci credere: personalmente, e qui ci metto del mio a mio rischio e pericolo, non ricordo un altro accadimento di questo tipo in un’altra occasione, tanto meno per un tavolo finale di questo prestigio.

La controparte mi potrà correggere e farmi notare che non l’ho mai visto perché “nessuno se n’è accorto“, ma, vivaddio, non scherziamo. Sempre con il beneficio del dubbio che va messo in evidenza in situazioni di questo tipo, va da sé che, a parte il dealer che non si accorge dello split pot, a parte il direttore del torneo che chi vi scrive non sono sicuro debba seguire ogni singola mano del Final Table ( rimane da capire come questo non debba essere fatto almeno in caso di showdown ), rimane il mancato avvertimento degli avversari, visto che chi ha perso la mano è l’unico elemento fuori da ogni responsabilità, perché è certamente l’unico che ha perso la possibilità di guadagnare altri soldi.

Errore al WSOPC: come uscirne

Regolamento alla mano, come ha scritto il collega che ha curato l’articolo, una volta che inizia lo shuffle per la mano successiva, la mano precedente non può avere un finale diverso da quello che ha prodotto dopo la consegna delle chips.

Ma questo è un fatto che esula dalla competenza di ciascuno di noi e che solo Pierre Kauert deciderà se è il caso o meno di aggiungere un seguito a quello che è un errore che oggettivamente lo ha danneggiato.

Ci sono stati altri casi in cui, anche per tornei molto importanti, gli accadimenti sono diventati spinosi, tipo quelle già un po’ più comuni, nelle quali, in caso di All In, il dealer mette nel muck le carte di uno dei due giocatori interessati prima dello showdown. Questo è un caso già risolto in precedenza, in maniera diversa rispetto al regolamento delle case da gioco e che è molto diverso rispetto al caso in questione. Il giocatore è tenuto a proteggere le proprie carte e non solo con un card protector ( successe anche che un dealer buttò nel muck bambino e panni sporchi ), per cui c’è poco da lamentarsi.

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Tanti sono gli episodi che possiamo porre ad esempio, come ad esempio quello delle carte alle WSOP 2017, o lo shove / no shove di Gaelle Baumann con Andras Koroknai, sempre alle WSOP, ma nel 2012.

Concludendo

Non tenendo conto della miriade di errori che, al contrario, vengono commessi dai giocatori per mera disattenzione, quali ad esempio agire prima del proprio turno, oppure chiamare senza accorgersi che c’è stata una puntata elevata prima della propria azione, in questo caso vi è solo da sperare che la malafede a cui abbiamo accennato in precedenza, sia solo un nostro fastidioso retro pensiero che non farà certo piacere agli altri giocatori impegnati, ma è anche giusto che chi osserva tali dinamiche provi a esprimere la sua opinione e noi, come portale, abbiamo quasi il dovere di farlo.

Mi sento di non poter dire nulla sull’operato dello staff, che si è affrettato a riconoscere la propria disattenzione e, come detto in precedenza, non ha sbagliato certo in malafede. Conoscendo personalmente alcuni dello staff del King’s, su questo ci metterei la mano sul fuoco.

Chi vi scrive rimane dell’idea che sia abbastanza singolare che nessuno dei tre giocatori non coinvolti nella mano, non si sia accorto della cosa. Ma è anche giusto non accusare chi, per un motivo o per un altro, possa non essersi accorto di nulla sul serio.

"C'è chi pensa che sia impossibile prendere parte a tutti i tavoli finali dei tornei a cui si partecipa. Questo è vero per tutti. Tranne per chi li racconta".
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