Justin Bonomo prima, Phil Ivey poi, e adesso Jason Koon: tre dei migliori giocatori di 6+ Hold’em e altrettante mani che ci aiutano a capire meglio come giocare lo Short Deck. Questa volta, con il buon Koon, andiamo a parlare di blocker e di come usarli.
In questo Articolo:
Il contesto
La mano è tratta dal torneo di Short Deck Ante Only delle Triton Super High Roller Series, un evento dal buy-in di circa $64.000 che ha coinvolto il gotha del poker mondiale.
Siamo ormai al tavolo finale da 9 giocatori, l’ante è di 25.000 chip e i protagonisti del torneo si stanno giocando una bolla da $165.000.
L’action
Con uno stack di 2,5 milioni di chip, Koon completa il doppio ante di 50.000 con K 10. Come spesso succede nel 6+ Hold’em, si scatena l’effetto domino che crea un piatto multi way dove i giocatori che arrivano al flop sono 5. Oltre a Koon, infatti, abbiamo:
- Chua Ying Lin con Q J
- Devan Tang con 10 8
- Isaac Haxton con K J
- Mikita Badziakouski con J 6
Il flop è k A 7 e tutti fanno check. Al turn, un 10, Koon fa di nuovo check, ma Lin (circa 1,4 milioni di chip) punta 150.000. Fold generale fino ad arrivare nuovamente a Jason, che decide di fare call.
Il river è un 7 .
Koon fa check, Lin punta 250.000 e il suo avversario risponde con uno shove che fa immediatamente foldare Lin.
Concetti ed analisi
Sia Isaac Haxton sia Jason Somerville ci avevano parlato (qui e qui) di come piatti limpati e multi way siano la norma nel 6+ Hold’em. Qui, Koon si ritrova esattamente in uno spot del genere, dando vita lui stesso ad un pot a 5 facendo limp da UTG con K 10.
Si tratta di una mano con cui il pro può tranquillamente foldare in caso di raise altrui, ma visto il potenziale di chiudere la scala nut, vale sicuramente la pena pagare un ante in più pre-flop, soprattutto essendo deep stack e con le sue indiscusse qualità tecniche.
Al flop, Jason non può avere molte idee sui range altrui, ma lui stesso potrebbe anche aver fatto limp con una mano molto forte, agli occhi degli avversari. Inoltre, dopo un flop che presenta un asso e un re, per i limper da middle position sarà difficile rappresentare qualcosa di concreto, dato che mani che punterebbero per valore sono mani con cui questi player avrebbero probabilmente rilanciato pre-flop – assi, re e A-K.
Non sorprende dunque che tutti facciano check.
Al turn, le cose si fanno interessanti: Koon chiude una doppia coppia e Lin una scala Broadway. Jason fa ancora check, dato che potrebbe avere la mano migliore ma non certo un punto che può sopportare molta action. Lin punta circa due terzi del piatto per valore, facendo foldare le mani più deboli dopo di lui.
Tranne Koon, che ha 4 out per migliorare, cioè circa il 13% di chiudere la mano migliore al river. Visto che le odds per il call qui non arrivano neppure a 3 a 1, Jason può fare call solo se pensa di poter vincere più denaro al river o se, a volte, avrà la mano migliore a prescindere dal river stesso.
Il ragionamento di Koon
Sul 7 al river, il valore della mano di Koon decresce, dato che un asso ora lo batterebbe. Quindi fa check, e Lin punta meno della metà del piatto. Se è vero che il valore della mano di Jason è sceso, le sue chance di bluffare sono appena schizzate alle stelle grazie ad un board accoppiato.
Con quali mani Lin può puntare per valore qui? Praticamente solo full house e scale. Difficile che Lin abbia limpato con una mano che contiene un 7, perciò full che contengono un 7 sono poco probabili. Koon ha in mano i blocker per due middle set, K e T. Se avesse avuto due assi, infine, probabilmente Lin avrebbe rilanciato pre-flop.
Quindi, la mano più probabile dell’avversario di Jason è di gran lunga Q-J per una scala.
Fatte queste considerazioni, e sapendo che il torneo è in fase bolla, Koon opta per sfruttare il suo grosso stack e punire la value bet contenuta di Lin.
Missione compiuta.
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