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Alessio Loi racconta la vittoria ICOOP: "Vi spiego il mio approccio nei tornei PKO"

Alle 2:44 di lunedì mattina, ha coronato l’obiettivo di vincere un torneo di una “Series” importante. Parliamo di un ventisettenne sardo, pur se trasferitosi da qualche anno a Roma, che si chiama Alessio Loi.

Da AK3L a CR1TIC4LM0VE, la parabola di Alessio Loi

Gli appassionati di tornei online lo conoscono sicuramente con il nickname “AK3L”, con cui da anni si fa rispettare su PokerStars. Da qualche mese, invece, ovvero da quando è nato il network PokerStars Sisal, Alessio Loi ha aperto un nuovo account con Sisal, con il nickname “CR1TIC4LM0VE” che gli ha appena regalato la gioia più grande (finora) in carriera: la vittoria dell’ICOOP #2, NLHE PKO Blitz da 40.000€ garantiti, in cui ha prevalso su un field da ben 1.690 paganti portando a casa poco più di 9mila euro, ovvero il singolo premio più alto mai vinto.

Alessio Loi e la vittoria ICOOP

Quanto giochi e quale è il tuo set up abituale?

"Gioco generalmente 5 sessioni a settimana, mediamente con 12 tavoli aperti. Poi certo, in periodi di series come questo, posso arrivare a 6 sessioni settimanali lasciando “off” solo il sabato. Allo stesso modo, in periodi diciamo più tranquilli, posso scendere a 4 sessioni/settimana."

Siamo all’ICOOP che hai vinto, e ho subito una curiosità. Il torneo iniziava alle 19, abbastanza presto diciamo. Sei entrato in late? E quali sono stati i momenti topici?

"No, sono entrato da subito anche se era molto presto, per una ragione precisa: nei PKO ritengo che sia una buona strategia aprirli da subito. Dopo aver studiato un bel po’ le dinamiche PKO, con grossi stack si possono fare chips molto facilmente.

Il torneo è andato in generale abbastanza liscio, perché sono stato molto spesso nella parte alta del count e sono arrivato al final table da chipleader, intorno ai 70-80x. Poi ho perso uno spot contro FaraoneATP, un 3bettato mio con A5s in cui ho perso circa 20bb. Poi vinco un flip ATs vs 99 di s3rchio e torno in testa. Poi finisco in heads up contro quel un avversario che non conosco, ma che dal nick mi sembra potesse essere sardo ("fabiomeliss", ndr). Partiva in vantaggio, ma sono riuscito a ribaltarla abbastanza facilmente e così ho vinto."

Nei PKO ritengo che sia una buona strategia aprirli da subito. Dopo aver studiato un bel po’ le dinamiche PKO, con grossi stack si possono fare chips molto facilmente

Alessio Loi

Tra PKO, Mystery e Freezeout

PKO, Mystery, Freezeout: cosa sceglieresti per il torneo della carriera?

"Guarda, ti dico subito che se avessi il potere di far sparire i Mystery Bounty lo farei subito. Per il resto, tra PKO e Freezeout onestamente non ho preferenze."

ICOOP riporterà anche la formula freezeout in un Main Event. Sei contento? E pensi che la disabitudine possa portare gli avversari a commettere più errori?

"Sono felicissimo di questa novità, e penso di parlare a nome di molti colleghi pro. Sarà interessante, anche se non ti saprei dire in quale fase il field tenderà a commettere più errori. Di sicuro, in late stage mi aspetto una tendenza a overfoldare ma non è prerogativa solo dei freezeout."

Cosa significa "overfoldare"?

Nella nostra intervista, Alessio Loi afferma che uno degli errori più frequenti dei giocatori italiani è quella di "overfoldare" in late stage. Cosa significa? In realtà è abbastanza semplice. In late stage, ovvero quella fase di un torneo di poker in cui rimangono pochi giocatori e i premi iniziano a diventare interessanti, i giocatori tendono mediamente a foldare più di quanto dovrebbero, divenendo così attaccabili con relativa facilità.

L'allergia ai live e il viaggio salvifico

Non abbiamo parlato di live. Molti tuoi colleghi prendono le trasferte come un modo per staccare dalla routine. Tu non sei di questo avviso?

"No, il live non mi entusiasma così tanto e ne ho giocato pochi. Il mio miglior risultato rimane un 14° posto a un WSOP Circuit Main Event di Sanremo, un paio d’anni fa. Per staccare, in generale, adoro viaggiare. Ma intendo viaggi che non comprendono anche poker. Ti faccio un esempio. Il 2025 era iniziato parecchio male per me, così ho colto l’occasione e mi sono fatto questo road trip di due settimane con alcuni amici, rigorosamente extra-poker. Mi sono rilassato tantissimo e, sarà un caso, al mio ritorno ho ricominciato a vincere."

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Ma, a questo punto, è il caso di fare un passo indietro, perché la storia di questo ragazzo è davvero interessante.

Galeotto fu LAFAL10

Nel 2019, il percorso di vita del ventunenne cagliaritano Alessio Loi sembrava portarlo altrove. Come ci confida lo stesso Alessio, “Dopo il diploma, aveva iniziato con un lavoro – diciamo così – normale. La cosa andò avanti per poco più di 6 mesi, poi arrivò il Covid e persi il lavoro.”

Come si inserisce il poker in tutto questo? “Già bazzicavo nel mondo del poker da appassionato, diciamo. Così, durante il Covid iniziai a guardare alcuni streamer, soprattutto Alessio “LAFAL10” La Francesca tra gli italiani e Lex Veldhuis tra gli stranieri.

Ad ogni modo, è proprio grazie allo streaming che arrivai a conoscere Alessio La Francesca, sicuramente la figura chiave nel mio percorso pokeristico. Lui è stato il mio mentore, il mio primo coach, ma anche un amico e oggi pure socio, visto che da circa un anno abbiamo avviato insieme un progetto di staking MTT. Peraltro, fin dall’inizio non ho mai giocato seriamente a nessuna altra modalità di poker, né cash né spin: solo MTT.

Alessio mi introdusse in un gruppo di ragazzi che è diventato via via sempre più unito. Con me e LAFAL10 ci sono “Risu94”, “RS395”, Ettore “profumato87” Esposito e Danilo Lunelli. Da anni, il primo che si sveglia inizia a postare qualcosa, analisi di mani ma anche cazzeggio vario, ovviamente. Tutti i giorni, dalle 3 o 4 di pomeriggio, ci mettiamo a studiare a analizzare spot, ma ci supportiamo in tutti gli aspetti della vita di chi sceglie questo percorso."

Il rapporto con i tornei

Hai detto che hai giocato sempre e solo MTT. C’è una ragione per tutto questo?

"So che nei tornei la varianza è assassina e che, in alcuni casi, puoi passare mesi o anni senza raggiungere un determinato obiettivo. Ma è un rapporto amore-odio in cui alla fine prevale sempre l’amore…"

Quale è la molla che ti spinge? Voglio dire, per alcuni pro il poker è qualcosa di transitorio. Per altri, invece, è più una questione di puro spirito di competizione. Altri ancora sono veri e propri appassionati studiosi del giochino, che vogliono approfondire in ogni suo aspetto. Tu, in questa sorta di bivio, dove ti collochi?

"Onestamente non ho una preferenza netta. O meglio, se ti dicessi che i soldi non hanno una loro importanza mentirei, ma non sono l’unico aspetto che mi spinge a fare questo lavoro tutti i giorni. Se devo menzionarti un aspetto che più di ogni altro mi lega al poker è la libertà che ti concede."

Giornalista - Poker e Sport Editor
Nato nel 1972 in Calabria, pratica diversi sport con alterne fortune, anche per via di un fisico non esattamente da Guardia Svizzera. Dai primi anni ’90 ad oggi, il suo percorso lavorativo e di vita non ha mai smesso di accompagnarsi alle varie passioni: dalla musica alle arti visive, alla tecnologia e alla scrittura. Prima DJ in vari club, poi tecnico e regista televisivo, quindi giornalista. Nel 2006 scopre il Texas Hold’em che dal 2007 diventa il suo pane quotidiano, creando la prima redazione online interamente dedicata al poker, in Italia. Anche lo sport non ha mai smesso di essere parte della sua vita, seppur non vissuto ma raccontato. Da anni scrive di calcio, basket e tennis, con particolare amore per quest’ultimo, ben prima che diventasse sport nazionale con la Sinner-mania e tutto ciò che ne consegue.
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