Il concetto di pot odds trova naturalmente grande spazio nella matematica applicata al poker, ed un professionista come Antonio Esfandiari sa come tenerne conto, proprio come ci dimostra in questa mano giocata al WPT Doyle Brunson Five Diamond World Poker Classic tenutosi al Bellagio di Las Vegas nel 2009.
Con bui 400/800 e ante di 75, il noto Pro Lee Markholt limpa da early position. Dopo che anche il giocatore alla sua destra effettua la stessa azione, Esfandiari chiama da cutoff con a 7 . Il francese David Benyamine rilancia invece fino a 3.800 in posizione di bottone.
“Immaginavo che avesse davvero qualcosa, perché nel caso di tentativo di steal avrebbe fatto 5.500 o 6.000” spiega “The Magician”, vincitore in carriera di un braccialetto WSOP e di una tappa del World Poker Tour.
Con il limp di Markholt e dell’altro, Esfandiari aveva più di 4 a 1 in odds per chiamare altri 3.000 su un piatto da circa 13.000 chips. Oltre a ciò, avrebbe avuto posizione sugli altri giocatori.
Sul flop arrivano k 5 j che danno ad Antonio il nut flush draw. Tutti fanno check e sul turn scende un 8 che completa il progetto a colore di Esfandiari. Di nuovo check per i primi due e Antonio punta 13.000. “Ho fatto un po’ meno del piatto perché avevo il nuts e volevo che apparisse come una bet standard per provare un bluff”.
Benyamine fa call, Markholt decide di foldare e l’altro limper opta per restare nel piatto. “Quando David ha chiamato al turn sapevo che non aveva A-Q o A-J” continua Esfandiari. “Non avrebbe visto con quelle mani. Inoltre l’asso di quadri ce l’avevo io, quindi doveva aver qualcos’altro di comunque buono. A quel punto pensavo che potesse avere un set di 8, ma non aveva troppo senso un rilancio così alto pre-flop con una coppia di otto. Probabilmente avrebbe soltanto limpato. Non ritenevo, inoltre, che avesse checkato al flop con tre Kappa o tre Jack.”
Sul river arriva infine un 3 : “Nessuna coppia sul board quindi in quel momento avevo il nuts. C’erano altri due nel piatto e non pensavo che David avrebbe puntato dopo un mio check.” Esfandiari prende dunque l’iniziativa e mette nel piatto 38.000, che Benyamine chiama abbastanza velocemente. L’altro giocatore folda ed il francese gira k k per il set floppato che però non è sufficiente a superare il colore di Antonio.
“La sua mano era veramente ben nascosta” conclude Esfandiari, “quindi avrebbe potuto vincere un sacco di chips. Ma su quel board, con due quadri, possibili progetti di scala e gente che gioca facile mani come Q-10 e A-Q, io non avrei checkato con tre Kappa. Tuttavia, credo che comunque in questo modo abbia risparmiato buona parte del suo stack.”