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Analisi di una mano con Eric Baldwin: un bluff chiamato al river

Eric 'basebaldy' Baldwin alle recenti WSOPA volte ad un tavolo da poker si hanno tutti gli elementi necessari per mettere a segno un buon bluff, ma poi arriva qualche avversario che agisce come non previsto e l’operazione finisce in una débacle. Tuttavia la disfatta può anche non essere totale, se una cattiva lettura si trasforma nell’acquisizioni di nuove informazioni che possono essere usate più avanti nella partita.

Ed è infatti proprio questo che ci dimostra Eric Baldwin in una mano giocata al Doyle Brunson Five Diamond World Poker Classic  2009 – torneo del circuito del World Poker Tour con buy-in da 15.000 dollari.

Con bui 100/200 e ante di 25, Baldwin rilancia da middle position di 575 con 6 4 . “Avevo appena vinto un piatto e quindi stavo cercando di compiere un piccolo rush” spiega Eric, vincitore del titolo di Player of The Year 2009.

Il suo raise viene però chiamato da quattro avversari e sul flop arrivano 5 3 8 che danno a Baldwin un open-ended straight draw. Entrambi i bui fanno check e il Pro di Henderson, nel Nevada, punta 1.000 su un pot da 3.125. “Volevo continuare a guidare l’azione, e volevo farmi un’idea di quello che potevano avere gli altri. Se riuscivo a controllare il piatto potevo provare a bluffare alla fine.”

Baldwin trova un solo call: “C’erano buone possibilità che avesse un draw di cuori o una coppia piccola”. Sul turn arriva un q . “In base alla rapidità con cui aveva callato al flop propendevo decisamente per il flush draw. Un sacco di gente chiama instant con mani del genere, mentre tendono a pensare un po’ più a lungo quando hanno una made hand. Mi sembrava il tipo di giocatore che potesse callare al turn, perciò ho preferito checkare per prendermi una free card. E se al river il draw a cuori non si completava, il mio piano era di bluffare.”

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L’oppo checka dietro ed il river è un 10: “Non potevo battere nulla” continua Erik. “Avevo 6-high! Ma se lui aveva bucato il draw, oppure aveva un 8, quelle due overcard sul board giocavano a mio favore. Con una bet della size giusta potevo prendermi il piatto.”

Baldwin punta allora 3.775 ma villain fa call girando 8 7 e aggiudicandosi la mano con una coppia di otto. “Era uno di quegli spot dove ti sembra di aver fatto un buon bluff ma l’altro giocatore non ha agito come ci si aspettava che facesse” conclude Baldwin, vincitore di un braccialetto WSOP nell’edizione 2009.

“Ma non bisogna scoraggiarsi. Un sacco di volte, in tornei come questi, capita di non avere una lettura ottimale sull’avversario. Ma ora almeno so che contro quel tipo non blufferò di nuovo se ritengo che posso aver centrato qualcosa sul board.”

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