Tra i fattori che maggiormente possono aiutare a capire cos’abbia in mano l’avversario ci sono sicuramente i betting patterns e lo stile di gioco. Ed è infatti in base alla valutazione di questi elementi che il Pro britannico Joe Beevers ha giocato questa mano al Main Event delle World Series of Poker 2009.
Con bui 100/200, Beevers open-raisa di 600 da middle position con 6 6 e soltanto il giocatore dal Big Blind effettua il call. “Quel ragazzo stava giocando davvero tante mani” racconta l’inglese. “Gli avevo visto girare sul tavolo diversi A-x e anche mani brutte da fuori posizione. Avevo già rilanciato sui suoi bui un paio di volte, e poi l’avevo visto over-bettare al river probabilmente spesso in bluff.”
Sul flop scendono 6 7 9 . “Ovviamente mi piaceva il fatto di aver centrato un set, ma quel board era davvero pericoloso” continua Joe, che in carriera ha vinto oltre 2 milioni di dollari in premi nei tornei. “Se aveva il nut flush draw, oppure il 9 o il 10 di picche o anche 8-7 con l’8 a picche, sarei partito da dietro se fossimo andati all-in. Ma lui comunque ha puntato soltanto 1.000 chips, ed allora ho optato per un flat-call.”
Sul turn arriva un j ed il player sul Big Blind betta altri 2.000. Beevers rilancia fino a 6.000 per capire dove si trova nella mano e l’altro non pusha diretto, a dimostrazione di un possibile colore, ma si limita semplicemente a chiamare.
Il river è infine un k e l’oppo punta 12.000, ossia circa 3/4 del suo stack. “Non poteva avere un colore basso, e la ragione è che avevo rilanciato al turn dopo aver callato il flop. Inoltre avevo raisato pre-flop, quindi c’erano buone possibilità che io avessi il nut flush. Con quella puntata da 12.000 chips lui praticamente era andato all-in, e credo proprio che nessun giocatore al mondo avrebbe agito in quel modo vista la dinamica della mano. Poteva allora avere un set? o forse una scala? Le uniche cose che gli facevo in mano erano l’Asso di picche e quindi un busted-draw. Ero certo che volesse costringermi a foldare.”
Beevers decide quindi per il call e si aggiudica il piatto quando l’avversario gira a 8 . “Se non avessi rilanciato sul turn non avrei vinto un piatto così grande. Agendo in quel modo, invece, ho evitato innazitutto di ritrovarmi al river con una grossa decisione da prendere, e poi sono riuscito a capire se mi trovavo di fronte ad un colore qualunque o al nut flush.”