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Massimizziamo gli assi insieme a Mike Sowers!

Una delle cose più frustranti che possa accadere in una partita di Texas Hold’em è vedere la propria coppia d’Assi crackata da una starting hand decisamente meno forte.

Tuttavia può essere un’impresa anche farsi pagari in pieno i pocket aces, ed è quello che infatti ci dimostra il giocatore professionista Mike Sowers in questo spot capitato al WPT Doyle Brunson Five Diamond World Poker Classic, il torneo da 15.000 dollari di buy-in disputato al Bellagio di Las Vegas nel 2009.

Con bui 600/1.200 e ante di 100, il veterano “Miami” John Cernuto open-raisa di 4.200 da early position. L’avversario dal seat n° 5 si adegua per il call e Sowers opta per una 3-bet fino a 15.700 con a a da posizione di bottone.

“Quella size serviva a non dare agli altri le giuste odds per chiamare con set equity” spiega Mike, che soltanto online ha vinto più di 2,5 milioni di dollari con i nick SowersUNCC e Sowerss. “Pur se infatti si flopperà un tris circa una volta su otto, l’equity comprenderà anche un altro fattore: dovrete infatti avere odds di 12 a 1, considerando le possibilità di centrare il set e, al contempo, che l’altro abbia una mano abbastanza forte da pagarvelo per bene.”

John Cernuto butta via le carte mentre l’oppo dal seat 5 decide di chiamare. “Dopo il call di quel ragazzo”, continua Sowers, “pensavo che in mano potesse avere AK, AQ o una coppia da 99 a QQ. Con AA e KK ero certo che mi avrebbe 4-bettato pre-flop.”

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Sul flop arrivano 7 8 2 : “Erano buone carte, e mi è venuto subito in mente che potevo stackarlo se aveva una middle pair. Per cui ho deciso di puntare 22.200 dopo che lui ha checkato. Volevo fare 2/3 del piatto e preparmi per shovare turn, visto che avevo dietro circa 70.000 chips.”

L’avversario chiama di nuovo e sul turn arriva un k . Ancora un check e Mike annuncia l’all-in che trova però il fold dell’altro giocatore. “Probabilmente ho sbagliato proprio in quel punto. Molte persone ritengono che un ragazzo giovane come me possa bluffare su quel K, ma in realtà AK era una mano che rientrava perfettamente nel mio range. Di conseguenza, quando ho pushato l’ho spaventato e l’ho convinto a foldare la sua probabile coppia media. Naturalmente ho scartato subito l’idea che potesse avere KK perché mi avrebbe re-raisato pre-flop.”

“Non c’era nulla di particolarmente scary per me su quel board. Non credevo potesse seguire con un draw fino a quel punto, quindi poteva avere o un set oppure una coppia inferiore a KK. Ho sbagliato a bettare turn, ma credo che anche se avessi checkato dietro lui non avrebbe chiamato un mio all-in senza aver almeno centrato il set.”

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