In qualsiasi modo si giochi a poker, ci sarà sempre una decisione da prendere. Ed essa potrà risultare più o meno complicata a secondo del board che ci si ritrova ad affrontare.
Un principio di base che comunque tutti i più famosi professionisti adottano da tempo è questo: l’aggressività paga!
“Col gioco aggressivo si può vincere in due modi: o mostrando la mano migliore oppure inducendo al fold l’avversario” spiega Antonio Esfandiari con il quale andiamo ad analizzare una mano giocata al WPT Doyle Brunson Five Diamond World Poker Classic del 2010.
Con bui 300/600 e ante di 75, Antonio limpa da posizione di utg con 6 6 . Il player dal seat n°1 rilancia di 2.300 dall’hi-jack e l’oppo da seat n° 2 effettua il call. Con odds di 4 a 1, Esfandiari aggiunge al piatto le altre 1.700 chips. “Entrambi avevano dei grossi stack” racconta 'The Magician', che in carriera ha vinto due titoli del World Poker Tour ed un braccialetto alle WSOP. “Con le mie carte potevo foldare molto facilmente se non avessi beccato un altro 6.”
Sul flop arrivano j 8 10 e tutti e tre decidono di checkare. Il turn è un q per tre carte a scala colore e quattro per una straight. “A quel punto dovevo abbandonare la mano” continua Esfandiari. “Certo, c’era qualche possibilità di riuscire a prendermi il piatto con una bet, ma uno degli altri due poteva avere una carta a cuori oppure una Q; ero fuori posizione e non volevo immischiarmi oltremodo in quella situazione.”
Ma gli avversari checkano ancora ed il river è un 9 che chiude una scala. “Quella era una carta interessante. Ai loro occhi potevo aver limpato con qualcosa con il Kappa, tipo KQ che era una mano ragionevole per chiamare pre-flop. Per cui ho puntato 5.100 rappresentando il Kappa e per una size che sembrava proprio invogliare al call. In realtà, mi aspettavo un fold nel caso nessuno di loro avesse un Kappa.”
Gli avversari buttano via le carte ed Esfandiari si aggiudica il piatto: “Su board del genere e da fuori posizione, se checkate e qualcun altro punta, allora la situazione volge al peggio. Siete praticamente senza difese è checkare rappresenta una soluzione weak perché al massimo potete callare per splittare. Personalmente, non mi piace essere quello che deve chiamare ma piuttosto quello che punta. Inoltre, non mi potevano rilanciare sul river a meno che non avessero chiuso il flush, poiché c’erano tre carte a cuori ed avevano checkato al flop e al turn. Ho pensato che qualcuno con un colore in mano avrebbe provato a costruire il piatto, ma non avendo puntato in precedenza, se mi avesse re-raisato sul river io l’avrei messo all-in perché non poteva mai callare.”