Il King Poker Club di Macao è la nuova mecca per i giocatori high stakes ed ha sostituito la mitica Bobby’s room di Las Vegas (la sala privata esclusiva del Bellagio) che è stata per anni la seconda casa per mostri sacri del cash game come Doyle Brunson e Chip Reese. I tempi cambiano e sulla Strip i piatti milionari sono oramai un antico ricordo.
Nella giornata di ieri, nella poker room dello StarWorld casinò dell’ex colonia portoghese, si sono alternati in sessioni di No Limit Hold’em e Pot Limit Omaha, Tom Dwan, Phil Ivey, Johnny Chan, Winfred Yu e Andrew Robl, dominatori del Big Game di Macao.
Non si è fatto vedere Sam Trickett: l’inglese starà ancora festeggiando la vincita di alcuni giorni fa da $1,8 milioni (pari a 14 milioni di Hong Kong Dollars, HKD$) maturata al termine di una lunghissima sfida con Tom Dwan e diversi uomini d’affari cinesi, nei tavoli nosebleed No Limit Hold’em, ai limiti 5.000 HKD$/10.000 HKD$.
Dovrebbe fare ritorno a Macao, dopo una breve puntata in Europa, Patrik Antonius, da molti considerato poco gradito ai gamblers asiatici ma non solo (Guy Laliberté): d’altronde non fa mai piacere avere al tavolo squali come il finlandese.
A smentire però l’ostracismo nei confronti del player di Helsinki, ci ha pensato la direzione del King Poker Club: “non corrispondono al vero le voci su Antonius: non è mai stato bannato dalla nostra poker room, la sua presenza è gradita”. E sulla pagina Facebook della nota sala da gioco è stata pubblicata una foto di Ivey finalmente in action, dopo mesi di meditazione a causa della crisi finanziaria che ha colpito Full Tilt Poker.