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Carlo vs Charlie: bluff da superduri o tuffo? Il doppio thinking process di Savinelli e Carrel

Bluff da superduri o tuffo olimpionico? Carlo Savinelli si scontra con Charlie Carrel in una delle mani più pazze dell’anno! Quella che state per leggere non è solamente una mano di poker, perché dietro questa giocata ci sono due interi mondi che si scontrano.

Da una parte il nostro Carlo Savinelli, al suo primo super high roller ma non di certo il primo sbarbato a sedersi al tavolo; dall’altra quel mostro di Charlie Carrel, che gioca i tornei più grossi al mondo con la stessa disinvoltura di un The Big su PokerStars.

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L’action

Ma passiamo subito all’action: Su blind 30.000/60.000 ante 10.000, Carrel apre da bottone a 125.000. Passa lo small e Savinelli difende il suo big blind con a 9 e uno stack 2,5 milioni, contro i 6 abbondanti dell’avversario.

Su flop j 2 2 Carlo check-calla la continuation bet a 65.000 dell’inglese, mentre sul 7 al turn entrambi optano per il check. Il river è un k , Savinelli checka nuovamente dopo averci pensato per poco meno di un minuto. Invece Carrel, dal nulla, spara un’overpottata da cineteca: bet 700.000 su pot da 490.000.

Carlo scruta l’avversario dietro i suoi occhiali specchiati e decide che è il momento di combinarla: all-in per oltre due milioni, con Carrel che cambia improvvisamente colore in faccia e inizia a rifletterci.

Il tank è di quelli che sembrano non finire mai, tanto che qualcuno al tavolo si decide a chiamare il clock per porre fine alla questione: “Dieci, nove, otto, sette, sei, cinque, quattro…” Il floorman interrompe il countdown nell’esatto momento in cui Carrel lancia in mezzo una manciata di chip annunciando il call.

Charlie gira un k e un 10, Carlo getta le sue carte e si alza dal tavolo, abbandonando l’area di gioco in silenzio.

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Il doppio thinking process (esclusiva Assopoker)

Carlo durante il One Drop HR di ieri

Carlo Savinelli

“Ho quasi paura di ricordarmi la mano. Me la stavo vivendo benissimo e se fossi stato eliminato in altro modo sarei stato più sereno. Si tratta di una mano che posso fare solo in questo torneo: quando al river lui punta una volta e mezzo il piatto so che sta bet-foldando un sacco di volte il K, mentre non ha quasi mai flush. Ovviamente senza a questa mano non sarebbe esistita. Sta di fatto che a un torneo del genere, in una dinamica di questo tipo e specialmente contro uno come Carrel, mi sembrava la mossa giusta da fare. Ho pensato di avere davvero tanta fold equity, anche perché ai suoi occhi sono uno sconosciuto e invece…

Ad esser sincero mi piace molto la conduzione di questa mano e non ho grossi rammarichi, se non per il fatto che non giocando questi tornei con assiduità, un’eliminazione così è difficile da digerire. Me la ricorderò per molto tempo!”

Charlie Carrel, qui con accanto Dan Shak durante la mano contro Savinelli

Charlie Carrel

“Il mio avversario è italiano, c’è già stata un po’ di history e ha mostrato alcuni bluff nelle mani precedenti. Ad ogni modo, apro da bottone con K-10 off e su J-2-2 c-betto small, trovando il suo call. In questo momento il suo range è composto da diversi A-High, qualche K-High, qualche random backdoor flush come 10-9s, diversi J-x e pochissimi 2.

Dopo il check/check al turn prendo il K al river e mi preparo a hero callarlo in caso di bet. Lui tanka per circa un minuto prima di checkare e questo per me è un indizio importante: generalmente chi pianifica un check-raise in una circostanza simile fa passare al massimo 5/6 secondi, come se volesse dire “checko perché non ho nulla”. Lui invece tanka quasi un minuto, rafforzando la mia idea di avere la mano migliore. Decido quindi di overpottare per farmi hero-callare, dato che ai suoi occhi c’è tantissima aria nel mio range. Quando lo vedo tankare penso che stia lì lì per passare qualcosa come Ace High ma sorprendentemente va all-in per oltre due milioni, probabilmente il pot più grosso di tutto il torneo. Il mio istinto mi fa pensare subito che stia provando a combinarla con a -X per diverse ragioni. Penso che con flush semplice avrebbe fatto un rilancio più piccolo, mentre con nut flush mi aspetto una bet al river per non perdere valore nel caso in cui optassi per un check behind.
Inoltre mi sembrava piuttosto nervoso, ho notato almeno 3 indizi che sommati al mio ragionamento mi hanno convinto la mia fosse la best hand. Ho aspettato la fine del clock solo per essere sicuro della scelta, dato che molti giocatori tendono a rivelare dei tell proprio verso il termine del countdown, ma ormai nella mia testa la decisione era piuttosto chiara.”

 

Dal nostro inviato a Rozvadov

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