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Doug Polk

Doug Polk esce sconfitto dalla 'Code Doug Challenge': "Ma almeno potrò tenere i capelli!"

Niente da fare per Doug Polk: lo scorso mese il professionista statunitense aveva lanciato una sfida denominata 'Code Doug Challenge' per dimostrare che anche nel 2025 il sogno del poker è ancora vivo e che è ancora possibile sbarcare il lunario con il gioco a livelli umani.

L'obiettivo della challenge era guadagnare centomila dollari in un mese di heads-up online, ma è fallito miseramente. Non senza ironia Polk ha commentato l'esito della sfida sul social X dicendo che almeno potrà tenere i suoi capelli: se avesse chiuso in passivo la sfida, infatti, si sarebbe dovuto 'rapare a zero'.

La sfida

Doug Polk ha lanciato il guanto di sfida a inizio marzo con l'obiettivo dichiarato di dimostrare che ancora oggi fare profitto con le due carte è possibile.

L'obiettivo di 'WCGRIDER', questo il nickname online di Polk, era di vincere centomila dollari in un mese giocando 3$/6$ heads-up un tavolo alla volta. Secondo le stime del tre volte campione WSOP, per arrivare all'obiettivo avrebbe dovuto tenere un ritmo di vincita di 20bb/100.

L'ultima sessione

Complice un andamento tutto fuorché lineare, Polk si è presentato alla ultima delle sfide in programma con un attivo superiore a diciottomila dollari. Per vincere la challenge, però, nel testa a testa contro lo sfidante Eric Perrson avrebbe dovuto mettere in cassa ottantaduemila dollari.

Un compito improbo, considerato che il maggior profitto riportato da Polk in una singola sessione di questa sfida era di ventiduemila dollari.

Road to Campione

La sliding door iniziale

Proprio all'inizio della sessione contro Perrson, caratterizzata da trash talking a iosa, Polk si è trovato davanti a una sliding door che avrebbe potuto dare la svolta alla sua missione.

Su board 2 8 4 7 , con 5 7 Polk rilanciava e poi chiamava il re-raise di Perrson. Al river scendeva 6 e Polk, rimasto con 15,4k su pot di 15k, checkava e poi chiamava con la sua scala l'all-in di Perrsson.

L'avversario, schierato al tavolo online con il nickname 'IAmMaverick888', girava 9 5 per la scala superiore e incassava il pot di 37.620$.

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La rimonta

Mano dopo mano, Polk riusciva a rimontare Persson senza grandi sussulti, ma poi, con K J su 7 9 J 6 4 , Polk vedeva il piatto da quindicimila dollari prendere la via dell'avversario, che girava A J e iniziava a canticchiare "Doug si deve radere la testa! Doug si deve radere la testa!".

Da quel momento in poi il focus di Polk è venuto a essere non chiudere in negativo la sfida. In realtà il tre volte vincitore di un braccialetto WSOP avrebbe anche potuto chiudere in positivo la sessione contro Persson, ma dopo aver chiuso una improbabile scala con QT, al river scendeva un asso che materializzava un board con quattro carte buone per la scala e Persson non aveva vita troppo difficile a foldare il suo set floppato.

Negli ultimi minuti di gioco Polk si è poi messo in modalità 'FOLD MODE ON' per evitare di concludere la sfida in negativo e salvaguardare così la sua chioma.

Il bilancio

Nella sessione contro Persson, Polk ha quindi chiuso in negativo di diciassettemila dollari. Nelle centosessanta ore di gioco totali della sfida, lo statunitense ha accumulato un profitto di 1.421$, più o meno pari a 8,80$ l'ora, ovvero al di sotto della paga minima vigente negli Stati Uniti d'America.

C'è però da considerare che per buona parte della Challenge Polk era in negativo, come si può vedere nel grafico in basso, da cui si evince anche che la sessione più positiva ha portato a Polk un profitto di ventiduemila dollari, mentre in quella più negativa ha perso più di trentacinquemila dollari.

grafico sfida doug polk

Il saluto di Doug

Al termine della sessione contro Eric Persson, Doug Polk ha scritto un post di bilancio sulla rete sociale X:

"La sfida Code Doug è ufficialmente arrivata alla fine. Ho giocato 160 ore e ho vinto 1.421$. Neanche lontanamente il risultato che avrei voluto ma mi sono divertito tanto e potrò comunque tenere i miei capelli."

Dopo anni passati a scrivere di altro, in un periodo sabbatico mi sono appassionato al poker e dal 2012 è diventato il mio pane quotidiano. Intanto ho scritto un paio di libri che niente hanno a che vedere col nostro meraviglioso gioco.
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