Dopo le iniziative di PartyPoker di cui vi avevamo parlato anche di recente, pure Full Tilt Poker inserisce novità importanti volte a salvaguardare i giocatori principianti, innescando così un cambio di rotta che denota come, in un futuro non lontano, potrebbe muoversi analogamente anche PokerStars.
PREGO, SI ACCOMODI - Come riportato da PokerListings.com, Full Tilt ha infatti introdotto tavoli denominati "new to the game" (photo courtesy of PokerFuse, n.d.r.), sia per quanto riguarda il cash game che i tornei ed i sit&go. Per potervi partecipare, bisogna che il proprio account abbia giocato meno di duemila mani di cash game, oppure meno di 75 fra tornei e sit&go.
Una misura quindi sostanzialmente diversa dalla separazione del traffico basata sui propri risultati. Del resto, PokerStars ha sempre condotto una politica contraria al "frazionamento" della liquidità, per cui difficilmente ci si poteva aspettare che Full Tilt muovesse dei passi in una direzione tanto marcata ed in controtendenza.
PAROLA D'ORDINE, NON BRUCIARSI - A ben guardare, l'obiettivo principale non sembra tanto quello di tutelare il bankroll del giocatore occasionale dagli assalti dei più esperti, ma di porsi addirittura a monte di questa prospettiva. Chi gioca per la prima volta su una poker room deve infatti ancora decidere se il Texas Hold'em sia qualcosa che lo interessi o meno, se voglia dedicarci del tempo più o meno assiduamente, ed eventualmente quanto.
In questo senso, un'esperienza immediatamente "traumatica" - dovuta ad un contesto da subito competitivo - rischierebbe di allontanare definitivamente i "novizi" dall'esperienza "poker", prima ancora che questa cominci. Diversamente, se un giocatore alle prime armi si trova circondato da altri principianti non solo si confronterà con avversari di pari livello, ma anche con chi interpreta il gioco con il suo stesso spirito, quello legato almeno inizialmente alla scoperta di un nuovo mondo, alla spensieratezza ed al divertimento.
Del resto, 2.000 mani di cash game o 75 sit&go potrebbero sembrare un'inezia per un giocatore abituale, ma per chi siede su un solo tavolo per un'ora o due, e magari neppure tutti i giorni, appare una soglia adeguata per un periodo di "ambientamento".
POKERSTARS NON STA A GUARDARE - Se Full Tilt Poker si muove in questa direzione, appare logico immaginare che tra non molto anche PokerStars possa fare altrettanto, sebbene non necessariamente nella stessa direzione. I segnali paiono già esserci.
In questo senso, non può che essere sottolineato un recente status di Facebook scritto da Simone Ruggeri, che lo scorso 12 aprile chiedeva ai giocatori che lo seguono cosa ne pensassero dell'eventuale introduzione di tavoli anonimi, o della possibilità di cambiare il nickname trascorso un certo periodo di tempo.
Un'iniziativa portata avanti a fari spenti, buona per sondare il terreno senza troppo clamore, ma che certo non sembra emergere con un timing casuale, né si può pensare che sarebbe nata senza il beneplacito dell'azienda. Nonostante ciò, da parte di PokerStars.it c'è ancora uno stretto riserbo sull'argomento.
LA ROTTA E' QUELLA GIUSTA? - Aspettandoci quindi prossimi sviluppi in questo senso, non rimane che registrare una sorta di crescente, unanime consenso da parte degli operatori circa la necessità di tutelare la fascia più fragile del proprio parco giocatori, sebbene ognuno proponga ricette diverse.
Si riveleranno strategie davvero efficaci nel lungo periodo o si limiteranno ad un'incidenza temporanea, e quale tra le strade intraprese si rivelerà più capace di condurre lontano? Ad oggi è difficile rispondere, ma certo la diversificazione delle proposte messe in campo aumenta la probabilità che, almeno alcune tra queste, colgano i frutti sperati.