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Harrington on Online Cash Game: le statistiche di gioco

Dan Harrington e il suo nuovo libro sul  cash game online shorthandedIn anteprima per l’Italia, e grazie a TwoPlusTwo, pubblichiamo la traduzione di un estratto dell’attesissimo “Harrington on Online Cash Game” – di Dan Harrington e Bill Robertie – che sarà disponibile da giugno nelle varie librerie specializzate.

“Le statistiche dell’HUD non sono soltanto numeri a sè stanti. In molti casi si possono usare in combinazione per tracciare un profilo più accurato dello stile di gioco dei nostri avversari. Provate quindi a vederli come un unico insieme, così da poter capire quali linee strategiche possano funzionare meglio contro di loro. Analizziamo, allora, un esempio di HUD e cerchiamo di capire cosa questi numeri ci possano far intuire su questo particolare giocatore.

Stiamo giocando in un tavolo cash game 6-max di NL25 (con bui 0.10/0.25). JeffJ sta facendo bene finora, ma cosa ci dicono le sue statistiche? Innanzitutto notiamo che è estremamente tight, visto che il rapporto VP$IP/PFR è 12/8. Vuol dire che entra in pochissimi piatti rilanciando il più delle volte, e che quando gioca molto spesso avrà una coppia o due carte alte, oltre a degli occasionali suited connectors probabilmente di media forza. E’ anche un player vincente, perchè il suo winrate è pari a 6 big bets ogni 100 mani.

Dando un’occhiata alle statistiche di steal, possiamo notare che l’”attempt to steal” è 18, da cui possiamo dedurre che non è propriamente cosciente del valore della posizione. Se lo fosse, infatti, avrebbe rilanciato molto più spesso dal cut-off e dal bottone, e quindi quel numero sarebbe sicuramente più grande.

Tutto ciò ci porta a fare altre osservazioni: quando un player comprende bene il concetto di posizione di solito ha mani più deboli quando è IP e più forti quando invece si trova OOP, perchè sa che il vantaggio di posizione compensa la maggior debolezza delle sue carte. Questo non è il caso di JeffJ: lui avrà sempre mani buone a prescindere dalla posizione.

Sulla terza riga troviamo le statistiche di 3-bet. Il numero 3 indica che re-raisa solo con le mani migliori, ossia probabilmente QQ+ e AK. Il “fold to 3-bet” è 85, che sta a significare che se lo 3-bettate lui vi metterà sempre su una mano molto forte, e di conseguenza folderà sempre a meno che non abbia una premium pair.

Il suo “aggression factor” è alto ma probabilmente fuorviante. Un giocatore che entra in azione pre-flop solo che la mani più forti facilmente starà messo bene anche post-flop: con top-pair, top kicker oppure un’ over-pair. Dovrebbe quindi fare molte continuation-bet, ed infatti i numeri lo confermano: la sua “flop aggression” di 5 e la percentuale di c-bet pari all’85% non sono soltanto valori alti, ma forse lo sono perfino troppo. Se guardiamo all’aggression sul turn e sul river, i dati scendono rapidamente a 1 e 0.8 rispettivamente. Ha bisogno di qualcosa di davvero forte per continuare a spingere dopo aver trovato resistenza. Dall’altro lato della medaglia, il suo 60 nel “fold to continuation bet” e l’80 nel “fold to turn continuation bet” sono numeri decisamente alti considerando che gioca solo mani forti. Probabilmente è un po’ troppo conservativo quando non è lui a condurre l’azione e troppo incline ad abbandonare se viene aggredito.

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Le statistiche sulla quinta riga completano il quadro: il 42 nel “win money when seeing flop” è troppo basso considerando le sue starting-hands, quindi JeffJ abbandona il piatto troppo spesso se non ha davvero una super mano e qualche suo avversario gli mette pressione. Il “went to showdown” a 22 è sotto average ma comunque il linea con quanto detto prima, e il “win money at showdown” è 57 che significa che arriva a mostrare le carte soltanto con le sue mani migliori.

La strategia di gioco contro JeffJ
Contro un simile giocatore, quello che bisogna fare è piuttosto semplice: aggredirlo sempre. Anche se rilancia soltanto poche mani pre-flop, non ha molta capacità nello giocare a meno che non sia convinto di avere la best-hand. Si può exploitarlo 3-bettando davvero spesso, perchè combinando la percentuale di raise pre-flop (8) con quella di fold alla 3-bet (85%), sappiamo che farà call o 4-bet con soltanto l’1,2% delle sue mani totali - (0.8)*(0.15)=0.012 – ossia con un range che comprende AA e KK e che è talmente tight che possiamo re-raisarlo praticamente ATC , abbandonando la mano se ci 4-betta.

Dopo il flop il piano è ugualmente semplice: siccome sappiamo che fa un sacco di c-bet ma che non vuole arrivare allo showdown senza una mano forte, possiamo fare floating e poi bettare turn dopo che lui fa check. Poichè infatti il suo turn aggression è solo 1, vuol dire che raramente farà una second-barrel senza avere qualcosa di molto forte. Questa è una tendenza davvero pericolosa quando portata all’estremo, e noi vogliamo sfruttarla senza pietà.

A questo punto vi starete chiedendo: “ma come fa JeffJ a vincere se possiamo exploitarlo così facilmente?” La risposta sta nello stakes a cui gioca. A quei tavoli, infatti, anche un giocatore così tight può fare profitto, perchè vince denaro da quelli troppo loose e dagli opponent troppo passivi. Nel caso decidesse di fare level-up, avrà invece sicuramente bisogno di rivedere il suo gioco, perchè agli stakes più alti gli avversari vedranno le stesse stats che abbiamo rilevato noi e le sfrutteranno di conseguenza."

 

Fonte: TwoPlusTwo

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