Continuiamo con la traduzione della guida al gioco heads-up, realizzata dal finlandese Teppo Salonen, introducendo i rudimenti della teoria dei giochi e le prime indicazioni strategiche.
“Nel caso non abbiate familiarità con la teoria dei giochi, diciamo brevemente che si tratta di una branca della matematica che studia le decisioni individuali, in situazioni con due o più soggetti coinvolti, al fine di determinarne quelle ottimali. Il poker è stato di grande ispirazione per John von Neumann, il brillante studioso a cui si deve la nascita della moderna teoria dei giochi.
Grazie all’uso di essa, è possibile (almeno su carta) costruire una cosiddetta strategia ottimale per giocare a poker. Per ottimale s’intende che non può essere exploitata da nessun avversario, ossia che l’altro non riuscirà ad ottenere alcun vantaggio a prescindere da come intenda affrontare la partita.
Nella variante heads-up, un giocatore in grado di applicare una tale strategia risulterebbe imbattibile, ed il meglio che potrebbe riuscire a fare l’avversario sarebbe di chiudere break-even. Tuttavia, applicare in pratica la teoria dei giochi, e costruire strategie ottimali, è un compito sfortunatamente proibitivo, a causa del fatto che il No Limit Texas Hold’em è un gioco così complesso che neanche utilizzando i computer più veloci al mondo si potrebbe arrivare a risolverlo matematicamente.
Questo, comunque, non c’impedisce di provare a determinarne una il quanto più vicina possibile a quella ottimale: ci sono infatti alcune astrazioni e variazioni che possono essere utilizzate per avere almeno una idea di come potrebbe essere. Inoltre, con l’aiuto di simulazioni al computer (ad esempio in partita bot vs bot) e con test su persone reali, questa strategia approssimativa potrà essere ulteriormente ottimizzata.
Ed è proprio in questo modo che sono riuscito ad insegnare a giocare al mio BluffBot. Le strategie implementate possono essere considerate quasi ottimali, ed il gioco che raccomando non ha bisogno di tenere in considerazione il tipo di avversario che incontreremo al tavolo.
Va infine precisato che le cosiddette strategie ottimali non sono necessariamente quelle che possono garantire il più alto winrate possibile. Contro avversari molto scarsi, infatti, potrebbe convenire deviare da esse in modo da exploitare con più afficacia alcune tendenze uniche dell’opponent. Quest’azione potrà sicuramente far aumentare il vostro profitto, ma noi non ce ne occuperemo perché tale argomento esula da questa guida.
Pertanto, come dovrebbe apparire una strategia ottimale? Innanzitutto non dovrebbe rivelare la forza della vostra mano all’avversario; il gioco prevedibile e straightforward è di solito non ottimale.
Ad esempio: se puntate o rilanciate soltanto con le mani forti, fate check e callate soltanto con quelle mediocri e check/foldate quelle brutte, finirete col perdere tutto il vostro denaro semplicemente perché un buon avversario ci metterà un attimo a capire cosa fate e si adeguerà di conseguenza. Saprà quindi di dover foldare mani weak alle vostre puntate, e proverà invece a bluffarvi quando farete check.” (continua)