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I consigli di Mike Matusow: come riprendersi da una brutta sessione

Mike “The Mouth” Matusow, giocatore pluri-premiato ma anche icona trash del poker internazionale, sembra aver messo la testa a posto. Dopo le furibonde scenate del passato, spesso causate - per sua stessa ammissione - da un uso improprio di medicinali e stupefacenti di vari natura, Mike infatti è da un po’ di tempo impegnato in un percorso di crescita interiore, volto non solo a trovare un solido equilibrio come persona, ma anche ad imparare a convogliare sempre più energie fisiche e mentali nei lunghi e massacranti tornei di poker.

Eccovi allora alcuni suoi consigli direttamente dalle parole di Mike:
“Forse la cosa potrà sorprendervi, ma ogni tanto anch’io gioco male. Anzi, qualche volta do proprio il peggio di me. E se state pensando alle diverse occasioni in cui ho dato in escandenscenza, allora vi dico subito che siete fuori strada, perchè non è a quello che mi riferisco. Tutti prima o poi danno sfogo alla propria frustrazione per una partita che non è andata bene, ma di solito una lunga sessione perdente o una eliminazione da un torneo non arrivano soltanto come conseguenza di un unica mano giocata male.

In realtà, infatti, il tutto dipende dalla combinazione di diversi fattori, che messi insieme creano una situazione così incasinata da riflettersi pesantemente sull’attenzione ai tavoli e sulle decisioni sbagliate. Quando non state agendo per il meglio, è più probabile che perdiate le vostre chips un po’ alla volta piuttosto che in unico gigantesco piatto. Mi ricordo di un torneo dove sono caduto in questo stato mentale già dal Day1: non riuscivo a foldare una mano, pagando costantemente agli altri value bet su value bet. E pur riuscendo più volte a recuperare il danno fatto, almeno parzialmente, continuavo a ricaderci.

In tutti questi anni, comunque, ho scoperto alcune cose che mi hanno aiutato spesso a riprendermi da giornate come queste. Innanzitutto il primo passo da fare è ammettere con se stessi che si sta giocando male: se non riconoscete di essere fuori dal vostro A-game, come credete di poter tornare a fare bene? Dovrete però essere onesti al 100%. Fermatevi a riflettere per un attimo su cosa state facendo: avete giocato troppe mani da fuori posizione? State inseguendo i punti nella speranza di essere fortunati? Ecco, risposte affermative a domande del genere sono già sintomo che qualcosa non va nella vostra condotta.

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Pertanto la mia soluzione è questa: prendetevi un po’ di riposo. Una brutta sessione di solito inizia già da prima che vi sediate al tavolo. Se proprio a ridosso di un torneo importante sono stato fuori tutta la notte, la possibilità che la mia performance sia scadente sarà decisamente alta. Il sonno è fondamentale: se il gioco inizia alle 12 e avete bisogno di dormire almeno 8 ore per ricaricare le pile, allora andate a letto prime delle 2 di mattina. In questo modo potrete svegliarvi verso le 10, fare colazione con calma, aggiungere magari qualche esercizio fisico e poi andare a giocare. La carenza di sonno e l’attenzione al tavolo sono due cose che non vanno decisamente d’accordo.

Siate pazienti:
pur se questa cosa è alquanto complicata da fare, specialmente per me, durante la giornata ricordatevi di ripetervi spesso “Pazienza, pazienza, pazienza”. Questa sorta di mantra vi aiuterà a superare momenti difficili come quando “runnate” da incubo oppure siete card dead e per questo iniziate a giocare cose che avreste dovuto assolutamente foldare. Se vi autoimponete di aspettare la situazione giusta, allora rimarrete piacevolmente sopresi di quanto velocemente il vostro mindset passerà da uno stato negativo ad uno decisamente più positivo.

Non preoccupatevi degli altri giocatori
: proprio di recente ho parlato con un altro giocatore professionista che campa di poker da 20 anni. Lui mi ha ricordato che a volte il tutto si riduce a pura sopravvivenza. Dimenticate quindi quante chips hanno i vostri avversari, e non preoccupatevi troppo del fatto che quel tizio alla vostra destra pare sempre avere le carte migliori. Focalizzatevi soltanto sulle cose che potete gestire personalmente, e non su quegli aspetti che non potete controllare.

Certo, alcune delle cose che ho detto sono sicuramente più facili a dirsi che a farsi, ma fidatevi di me, che ormai da tanti anni tratto il poker proprio come un lavoro. A tutti capiterà di giocare male, ma se volete portare le vostre skill ad un livello più alto, allora iniziate ad ammettere i vostri errori e a studiare la corretta procedura per mettervi riparo. Io ho imparato a farlo, e in questo modo riesco a dimenticare rapidamente la sessione appena conclusa e a ritrovarmi già pronto ad iniziarne un’altra. Se riuscissi pure ad arrabbiarmi un po’ meno, allora sarebbe proprio il massimo.”

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