Justin “ZeeJustin” Bonomo, 25enne professionista americano, ci parla di tre atteggiamenti errati che gli capita di ravvisare spesso nei giocatori che è solito incontrare nei vari tornei di poker live.
“Mi capita di leggere un sacco di articoli di strategia per principianti, e bene o male mi sembra che suggeriscano sempre le stesse cose: giocate tight, non tiltate, siate aggressivi, rispettate il bankroll e bla bla bla. Quello che voglio provare a fare io, invece, è parlarvi di alcuni errori che mi capita spesso di vedere ai tavoli ma di cui nessuno fa mai menzione.
1. Non toccate le vostre chips fino a quando non avete deciso cosa fare
Durante i vari tornei live che gioco, mi succede spesso di trovarmi al tavolo con giocatori che – sicuramente per la poca esperienza - ragionano a voce alta mentre maneggiano le chips. Alcuni di loro, ad esempio, contano e mettono in fila subito quelle necessarie per un call pre-flop e per un eventuale rilancio. Poi, dopo aver deciso cosa fare, utilizzano esattamente uno dei due mucchietti precedentemente preparati. Sappiate bene, però, che se anche voi fate qualcosa del genere allora per i vostri avversari sarà estremamente facile determinare il grado di forza della vostra mano. E credetemi, specie contro i giocatori più navigati tutto ciò equivale a fare un disastro. Se proprio non riuscite ad evitarlo, al meno sforzatevi di pensare senza parlare. Cercate di tenere sempre a mente l’entità del vostro stack e non mettetevi mai a contare le chips nel mezzo dell’azione.
Aspettate che arrivi il vostro turno e tenete le mani ferme magari sulle carte. Quando avrete poi deciso con certezza quale sarà la vostra prossima mossa, allora prendete pure le chips che vi servono. Se con esse vi piace invece farci dei tricks o giocherellarci un po’, va anche bene, ma assicuratevi di farlo con una certa frequenza in modo da non dare particolari informazioni a tutti gli altri avversari.
2. Non accontentatevi mai
Personalmente considerò questa cosa un gran consiglio per tutti i campi della vita. Nel poker equivale a dire di non accontentarsi mai del livello di gioco raggiunto. Rabbrividisco ogni volta quando sento qualcuno che dice di aver giocato un torneo in maniera perfetta. No, non è vero. Nessuno nella storia del poker ha mai fatto una cosa del genere. Se i migliori giocatori del mondo continuano a ripetere di fare tonnellate di errori in ogni sessione (è fidatevi che succede davvero) allora perchè voi dovreste sentirvi in qualche modo arrivati? Se i top Pro credono che ci sia sempre spazio di miglioramento, perchè voi siete convinti del contrario? Con questo atteggiamento siete destinati a rimanere nella mediocrità, quando invece vi basterebbe guardare le cose in un ottica diversa.
Se siete andati all-in con KK e qualcuno ha fatto call con 10-10 trovando il set ed eliminandovi da un torneo, questo non significa che voi a quell’evento avete giocato bene. E non necessariamente neanche in quella mano in particolare. Invece di concentrarvi su spot dove siete abbastanzi sicuri di saper cosa fare, prestate invece attenzione a quelli dove altri giocatori potrebbero agire in maniera differente, soprattutto se sapete che loro sono spesso vincenti. Vi ricordate di quella mano dove avete deciso di non bluffare anche se il vostro avversario vi era parso debole e poi allo showdown ha vinto lui con solo A-high? Allora chiedetevi: avrebbe chiamato una vostra puntata? C’erano motivi sufficienti per ritenere che potesse avere qualcosa di forte dopo il suo check al flop? Se le risposte a queste domande sono tutte negative allora avete decisamente sbagliato a non bluffare. Infine, non prendete decisioni soltanto perchè sapete che, ad esempio, rilanciare con A-K è sempre giusto oppure che non dovreste mai andare rotti con top-pair in un piatto molto grande. Nel poker queste regolette facili facili proprio non esistono. Imparate piuttosto a guardare ogni situazione da diverse angolazioni, perchè solo così potrete crescere come giocatore.
3. I satelliti non riducono la varianza e non sono l’ideale per un buon bankroll management
Se siete uno di quei giocatori occasionali che non hanno troppo interesse a fare crescere il proprio bankroll allora ignorate pure quando sto per dirvi. Al contrario, se contate su quei soldi per campare o per raggiungere qualche obiettivo in particolare allora i satelliti non fanno certo per voi. Guardate la cosa in questo modo: volete assolutamente partecipare ad un torneo da 10.000$ di buy-in ma sapete che il vostro bankroll non può reggere una spesa del genere. Allora vi viene l’idea che forse è meglio giocarvi un satellite di qualificazione dal costo di 1.000$. Ok, ipotizziamo anche che lo vinciate, ma a quel punto avrete 10.000$ da spendere per forza in un investimento che già sapevate non essere un buona idea. Non era forse meglio partecipare ad un evento da 1.000 dollari con premi in denaro fresco da aggiungere subito al vostro capitale di gioco? Il mio consiglio è quindi questo: non fate satelliti a meno che non riteniate una buona e conveniente idea pagare subito per l’ingresso diretto al torneo.”
Justin Bonomo è nato il 30 settembre 1985 in Virginia. Dopo avere conquistato nel 2005 un ottimo 4° posto nella tappa di Deauville dell’EPT – European Poker Tour, ha raggiunto in seguito tre tavoli finali WPT ed altrettanti alle World Series of Poker sfiorando la vittoria del suo primo braccialetto nell’evento 5000$ Limit/No Limit Hold’em dell’edizione 2008. In carriera ha finora collezionato premi in denaro per oltre 2,5 milioni di dollari.