Il 6 luglio 2017, a Roma, il direttore generale dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli di Stato del tempo, Alessandro Aronica, firmò un documento chiave insieme ai rappresentanti degli enti regolatori di Francia e Spagna. Fu l’alba di un grande progetto, quello della liquidità condivisa europea del poker online.
Quel giorno è nato il nuovo mercato regolamentato dell’Europa meridionale (dopo un anno circa aderì anche il Portogallo). A sorpresa però, alcuni concessionari si opposero e il Governo Renzi (sotto la spinta di un’ala di senatori del PD) mandarono al macero la liquidità condivisa in Italia.
Dopo 6 anni non è cambiato nulla. Il progetto rimane bloccato in Italia, con l’inchiostro ancora sulla carta di Aronica e nulla di più.
In questa lunga attesa, è comprensibile che diversi giocatori ci contattino per chiedere lumi sulla possibilità di poter un giorno sfidare francesi, spagnoli e portoghesi.
In questo Articolo:
I giocatori vogliono la liquidità condivisa nel poker, i concessionari sono freddi
Nel novembre 2022, abbiamo effettuato un sondaggio privato sottoponendo un questionario a parecchi giocatori professionisti ma anche alla nostra community: i risultati sono stati netti e chiari. Il field italiano vuole ancora la liquidità condivisa. La maggioranza è stata bulgara, superiore al 90%.
I concessionari italiani però continuano a essere molto freddi, nonostante siano cambiati gli equilibri: Lottomatica online è stata ceduta al gruppo Gamenet-Goldbet ed è passata sul network di iPoker con Snai, Sisal, Bet365 per citare alcune skin di riferimento. La stessa Sisal è stata acquistata da Flutter (gruppo Betfair-PokerStars).
Le posizioni però continuano a essere le stesse: nessuno in Italia (tranne i giocatori) ha mostrato più interesse a condividere il pool con Francia, Spagna e Portogallo.
Nel mercato unico europeo vengono effettuati controlli stringenti?
Il problema riguarda alcuni competitor mondiali che in questi anni hanno fatto giocare, di fatto, tutti i giocatori del Mondo sulle proprie piattaforme - nel nuovo mercato "regolamentato" europeo - senza applicare controlli effettivi sulla nazionalità dei giocatori. Questo comportamento ha provocato uno squilibrio palese tra i competitor.
Il mercato del Sud Europa viene percepito come un .com camuffato a causa di quelle piattaforme straniere che non rispettano le regole o fanno finta di farlo.
Fin quando gli enti regolatori di Francia, Spagna e Portogallo non prenderanno una posizione rigida sulla presenza di giocatori extra-UE e imporranno controlli meticolosi sulle residenze, difficilmente l'Agenzia delle Dogane e dei Monopoli e le principali rooms italiane faranno un passo verso il mercato condiviso.
Ed è una posizione legittima soprattutto per tutelare i players italiani.
In caso contrario le conseguenze sarebbero facilmente immaginabili: i concessionari italiani, sottoposti giustamente a controlli stringenti, subirebbero una palese attività di concorrenza sleale. E’ questo il grosso scoglio da superare. Ma non c'è neanche l'interesse a voler risolvere il problema.
GGPoker incontra i vertici di ADM a Roma
Nicola Tani dell’agenzia di stampa Agipronews, ha raccontato di una gita fuoriporta da parte dei rappresentanti della società Nsus Malta Ltd proprieraria della prima poker room mondiale per traffico nel cash game (fonte PokerScout) GGPoker. I manager "maltesi" hanno incontrato la Direzione Giochi dell'Agenzia delle Dogane e dei Monopoli. Il tema? Scambio di idee sul progetto della liquidità condivisa.
Da prime indiscrezioni è emersa la proposta da parte di Nsus Malta di essere favorevole più a una liquidità internazionale e non europea regolamentata e ristretta. Secondo i vertici di GGPoker sarebbe interessante che l'Italia seguisse le orme regolatorie di paesi come Gran Bretagna (la prima in assoluto in ordine temporale), Germania, Danimarca, Romania e Grecia che consentono ai propri giocatori di aderire alla liquidità internazionale (field del .com) iscrivendosi però a room con regolare licenza nazionale. GGPoker quindi sembra meno favorevole a una liquidità regolamentata e ristretta europea.
Una ipotesi che era già stata discussa più di 6 anni fa ma che non aveva trovato terreno fertile tra i regolatori del Sud Europa. GGPoker non ha una concessione italiana al momento.
La posizione di PokerStars per agevolare i giocatori
PokerStars, leader di mercato in Italia come prima room sia nel cash game che nei tornei, ha cercato di assumere in questi anni una posizione pragmatica e realista: consapevole delle problematiche regolatorie e burocratiche inter-statali (che non riguardano solo l'Italia) ha comunque adottato una politica volta a favorire i giocatori. In che modo? Qualsiasi series proposta negli altri mercati (sia .com che .fr/es/pt) è stata ospitata anche sul client italiano e con montepremi garantiti molto competitivi, in proporzione alla piattaforma franco-spagnola-portoghese. Un investimento importante da parte di Flutter (la casa madre) che ha così sostenuto la liquidità interna del poker online italiano.