Luke Kim è un nome che difficilmente potrà dirvi qualcosa, eppure lo statunitense è un giovane veterano, essendo stato un giocatore professionista dal 2004 al 2012, quando ha infine deciso di dedicarsi ad altro.
Ha conosciuto il poker nel 2003, grazie alla messa in onda del World Poker Tour, e già nel 2004 ha cominciato a giocare online prima i microlimiti, e poi viaggiando nei week-end ad Atlantic City, dove ben presto i suoi guadagni ai tavoli lo hanno convinto a dedicarcisi a tempo pieno: "Presi quella decisione dopo che presi coscienza di riuscire a battere significativamente i tavoli del $20/$40 - dichiarò nel 2006 riferendosi al Limit Hold'em - da quel momento trasferirmi ad Atlantic City fu una scelta naturale".
All'inizio insomma gioca dal vivo fino al $50/$100, per poi cominciare a studiare il gioco 6-max online: dopo un anno trascorso ad Atlantic City si sposterà a Las Vegas, assieme ad una Porche 911 che all'epoca non c'era nemmeno nello shop di PokerStars.
Il suo background in questo mondo è insomma estremamente solido: non è certo fra coloro che hanno guadagnato di più, fra chi ha cominciato prestissimo ad approcciare la professione del giocatore, ma comunque abbastanza per non pentirsene mai. E' proprio attingendo a questa esperienza e riflettendoci sopra che recentemente ha deciso di cambiare lavoro, lui che è adesso è un "business analyst".
"In alcuni campi, come gli scacchi, il poker ed il football americano, è dimostrato che strategie aggressive sono in grado di battere quelle passive - premette - paragonare altre realtà come le relazioni o gli affari ad un gioco a somma zero può apparire stupido, ma in fondo crescendo mi sono accorto che esistono tutta una serie di similitudini". Quali, è presto detto.
"Viviamo su un pianeta dalle risorse limitate, e ciascuno è dolorosamente consapevole di quanto il tempo ed il denaro a nostra disposizione abbiano dei limiti - prosegue - abbiamo poco controllo sui risultati, ma possiamo averne sui processi che li causano. Sappiamo che la varianza o se preferite la fortuna ha un ruolo decisivo, ma possiamo comunque trarre felicità dalle decisioni che scegliamo di compiere nella vita".
Ed in questo senso, pur sapendo che si tratti di un passaggio non privo di forzature e semplificazioni, il paragone col poker gli appare inevitabile: "La vita è troppo breve per check/callare anziché puntare o rilanciare. Come qualsiasi persona, anch'io commetto errori di passività di quel tipo, prendendo decisioni più sicure ma sbagliate". Ma a quanto pare, non questa volta.