Sono al Foxwoods e sto giocando al torneo No Limit Hold’em da 2.000 $. Abbiamo tutti iniziato con 3.000 $ e io ora sono seduto con 15.000 $.
Al mio tavolo c’è Richard Tatalovitch, un giocatore con cui ho gareggiato molte volte.
Raiso pre-flop da middle position con K-J offsuit e Richard chiama dal big blind.
Il flop è: 9 6 4 con due carte a quadri sul board.
Richard esita un pò prima di fare check mentre io punto l’intero pot. Richard ci pensa un po’ prima di chiamare. All’improvviso non sono più entusiasta della mia mano.
Immaginate il mio sollievo quando un J non a quadri cade al turn. Ora ho la top pair e un kicker davvero molto buono.
Ma…Richard punta…Uh – oh.
Ora permettetemi di tornare indietro un attimo e menzionarvi che se qualcuno esita prima di fare check è di solito un enorme “tell”.
Ma Richard è il re delle azioni ritardate, quindi ho ignorato la sua tell e ho puntato al flop ugualmente.
E la sua puntata al turn è come se urlasse: “Dai raisa! Ti sfido!”
Mi concentro sui miei pensieri che sono più o meno questi:
1. Ha floppato un set. Questo spiegherebbe la tranquilla chiamata al flop – sta cercando di intrappolarmi a restare, sperando che punti ancora al turn.
2. No, se avesse avuto un set avrebbe fatto check al turn e avrebbe aspettato che mi impicassi da solo, o mi permettesse di prendere qualcosa al river. Non può avere un set.
3. Il Jack lo ha aiutato. Io non ho il Jack di quadri. Forse ce l’ha lui e ha chiamato al flop con una flush draw. Se fosse così, mi piace il mio kicker e la mia mano.
4. Sta puntando ora con una flush o straight draw e spera così di comprarsi il pot proprio qui.
Ho fatto mente locale su tutte queste possibilità ma non sono arrivato a nessuna conclusione. Normalmente avrei solo chiamato. Entrambi abbiamo molte chips e non voglio metterle tutte all in con un niente se non una top pair. Poi ho avuto la sfortuna di ricordarmi di una mano di un mese prima al Bellagio: Richard stava andando veramente male e si stava lamentando di una serie di terribili beats. L’ho visto fare check e call con un top full house perché spaventato da un possibile poker! Un ragazzo che ha paura dei mostri sotto il letto non può fare check-call con un top set al flop e una flush draw potenziale sul board. “All in” ho dichiarato.
Oops. Adesso è davvero un grosso piatto. E state certi… la top pair non sembra essere una grossa mano. Nei quattro anni in cui ho giocato contro Richard non l’ho mai visto chiamare così velocemente. Sono praticamente morto alla sua perfetta giocata di 9 – 9.
A volte ci dimentichiamo che le grandi carte non sempre equivalgono a grosse mani e che la mossa intelligente può essere di giocare in modo conservativo. Come nel caso di Richard che ha avuto il buon senso di trovarsi in un grosso piatto con una mano forte e la pazienza di farselo pagare.
John Juanda
L'articolo è stato tratto da FULL TILT