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Omaha poker: il sistema Hutchinson (2° parte)

Dopo aver illustrato i primi due passaggi del famoso sistema Hutchinson, concludiamo la trattazione del metodo matematico per la scelta delle starting hand nell’Omaha introducendo il terzo step ed alcuni esempi pratici.

Terzo step: qualora la vostra mano contenga carte utili per chiudere una scala, assegnate i relativi punti come specificato nello schema che segue.

  • Per un Asso con K, Q, J o dieci, aggiungete 2 punti
  • Per un Asso con 2, 3, 4 o 5, sommate 1 punto
  • Qualsiasi due carte dal 2 al 6 ottengono 2 punti, mentre qualsiasi due carte da 6 al K ottengono 4 punti.
  • Per qualsiasi tre carte dal 6 in poi, assegnate 7 punti
  • Per qualsiasi quattro carte dal 6 in su, sommate 12 punti.
  • Dal totale calcolato, sottraete infine 1 punto in caso di 1-2 gapper oppure togliete 2 punti per i 3-gapper.

Completati i tre passaggi, non resta dunque che ricavare il punteggio totale e determinare il grado di giocabilità della mano. Secondo Hutchinson, è preferibile entrare in azione soltanto con le starting hand che guadagnano almeno 15 punti.

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Ricordando che una mano qualsiasi ha circa il 10% di possibilità di vittoria, in un tavolo a 10 player, ne consegue che scegliendo soltanto quelle che ottengono almeno 15 punti si metteranno in gioco delle mani che sono per il 50% migliori rispetto ad una combinazione di partenza casuale.

Per quanto riguarda le indicazioni per un raise, il suggerimento di base è quello di rilanciare con mani che collezionano almeno 20 punti. Vediamo subito qualche esempio pratico:

  • La mano di partenza che ha le migliori possibilità di vittoria nell’Omaha contiene due Assi, due Kappa ed è double suited. Qualcosa come a k a k raggiungerà i 27 punti nel sistema Hutchinson. Per il primo step, i due double suited valgono 4 punti ognuno per un totale di 8; nel secondo step, la coppia d’Assi prende 9 punti mentre per i KK ne consideriamo 8; nello step tre, la combinazione AK colleziona 2 punti per la possibilità di chiudere una scala. Il totale fa dunque 27 punti, che si avvicina di molto alla reale possibilità di successo che si assesta sul 26,65%.
  • Ipotizziamo che abbiate 9 8 9 8 : nel 1° step ci sono 3 punti per i double suited; nel 2° step, la coppia di 9 prende 5 punti e quella di 8 ne colleziona 4; nell’ultimo step vanno considerati altri 4 punti per la combinazione 9-8. Il totale è 16 che, di nuovo, è un valore praticamente identico a quello reale di vittoria.
  • Con q q 8 8 , nessun punto viene guadagnato nel primo step perché non ci sono carte suited. Nel secondo step, i punti sono 7 per la coppia di Q e 4 per la coppia di 8. Per lo step 3 i punti sono inizialmente 4, per la combinazione Q-8, ma poi ne vanno sottratti 2 perché si tratta di un 3-gapper (ci sono 3 carte di distanza tra le due considerate). Il punteggio finale è dunque 13, come la reale possibilità di successo.
  • Infine, un esempio di mano che tende ad essere sopravvalutata dai principianti è a k q 10. Nello step uno riceve 4 punti per l’Asso e il dieci suited; il secondo step lo saltiamo perché non ci sono coppie e nel terzo step otteniamo 12 punti per le potenzialità di scala.  Sottraendone 1 per la presenza del 1-gapper, ll punteggio totale è dunque soltanto 15, che indica che la mano è alquanto marginale.
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