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Strategia ABC: le regole del Poker Omaha

 

Dopo aver analizzato le regole del Texas Hold’em , oggi ci occuperemo di una seconda variante di gioco, l’Omaha Poker.

Qui vedremo infatti quali sono le regole dell’Omaha , non prima di aver fatto un breve focus su questo gioco, che nei fatti deriva proprio dal Texas Hold ‘em, con cui condivide molte analogie e si differenzia in qualche dettaglio.

La prima differenza tra Texas Hold’em e Omaha è che in quest’ultimo gioco le carte personali di ogni giocatore sono quattro e non più solo due. La seconda differenza è che un giocatore deve obbligatoriamente usare due delle proprie carte (non di più, non di meno) per comporre il punteggio pokeristico di cinque carte; ne consegue che si dovranno usare forzatamente tre delle cinque carte comuni.

Di conseguenza, ad Omaha si chiudono con facilità punti generalmente molto più forti rispetto al Texas Hold’e, con draw e odds che in questo gioco diventano estremamente più importanti.
Ma andiamo con ordine.

Omaha le regole

Omaha poker: le regole

Da un punto di vista tecnico, nell’Omaha poker le fasi di gioco sono le medesime del Texas Hold’em. Vi è l’obbligo di introduzione nel piatto di piccolo e grande buio, al fine di avere un piatto con un importo minimo; dopo la distribuzione di quattro carte a testa, i giocatori possono scegliere se pagare l’importo del grande buio (o rilanciarlo) per entrare nella mano e vedere le carte comuni.

La procedura di estrazione delle carte comuni è la solita: il dealer “brucia” una carta per poi distribuirne tre scoperte sul tavolo, che verranno denominate “flop”. Dopo il secondo giro di puntate, si può passare ad una quarta carta comune (il “turn”), a cui segue un altro giro di scommesse, prima dell’ultima carta comune (il “river”) che dà modo di effettuare un ultimo giro di puntate prima dell’eventuale “showdown”, ovvero il momento in cui i giocatori ancora nel piatto mostrano le carte e confrontano il proprio punteggio, con la mano migliore che vincerà le fiches presenti nel tavolo.

La singola mano, quindi, nello svolgimento è molto simile a quella del Texas Hold’em: le uniche differenze sono dal numero di carte in mano (quattro, non due) e dalla composizione del punteggio (fatto obbligatoriamente da due carte personali e tre comuni).

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In qualche caso, poi, anche gli importi delle puntate nell’Omaha saranno diversi: andiamo a vedere il perché.

I tipi di gioco : Omaha Pot Limit, Omaha Limit e Omaha No Limit

Il Poker Omaha, nella stragrande maggioranza dei casi, si disputa nella sua variante denominata “Pot Limit”, che ne determina la grandezza dei piatti. Esistono anche le varianti “Omaha Limit” e “Omaha No Limit” : andiamo a vedrene brevemente le differenze.

L’Omaha Pot Limit

Nell’Omaha Pot Limit, (in gergo detto anche “Omaha PLO“) l’unico limite all’importo dei rilanci è determinato dalla dimensione del piatto. Quest’ultimo, infatti, è generato dalla somma di tutte le puntate e i rilanci dei precedenti giri di scommesse più tutte le scommesse sul tavolo per il giro di puntate in corso. La scommessa minima ad ogni giro nel Pot Limit Hold’em è pari all’importo del big blind. Ovvero, se parlassimo di un tavolo “€ 1 / € 2 Pot Limit’”, la puntata minima sarà di € 2.

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Le puntate nell’Omaha Pot Limit

Gli importi delle puntate nell’Omaha Pot Limit, come detto, non possono superare la grandezza del piatto.
Ad esempio, supponiamo che l’importo totale nel piatto misuri € 100. Il giocatore di turno potrebbe puntare € 100; la parola passa al secondo giocatore, che può rilanciare sino ad un massimo € 400 (chiamata di €100 + rilancio di €300). In questo caso, €300 è uguale alla somma totale nel piatto al centro del tavolo (€ 100), più la puntata dal primo giocatore (€100) più l’importo chiamato dal secondo giocatore (€ 100).

L’Omaha Limit

Nell’Omaha Limit, come del resto nel poker limit più in generale, sono consentite al massimo 4 puntate per ogni giro: la prima bet, un rilancio, un secondo rilancio ed un rilancio finale.
Gli importi di puntata e del rilancio dipendono dai limiti del tavolo. Le puntate e i rilanci durante i primi due giri di puntate (pre-flop e flop) devono essere uguale all’importo del big blind, mentre le puntate ed i rilanci al turn e al river devono essere uguali ad un importo pari a due volte il big blind.
Ad esempio, in un tavolo “€ 1 / € 2 Limit” , con small blind € 1 e big blind € 2, lo schema di puntate e rilanci è composto da :

Pre-flop: €2, €4, €6, €8
Flop: €2, €4, €6, €8
Turn: €4, €8, €12, €16
River: €4, €8, €12, €16

L’Omaha No Limit

Paradossalmente, il No Limit (così diffuso per via del Texas Hold’em, giocato quasi solo No Limit) è estremamente raro nell’Omaha, e questa particolarità si colloca nel contesto di un gioco che, come detto, scaturisce combinazioni altissime, che nel No Limit richiederebbero grandissima attenzione alle puntate.

Omaha poker: come si gioca

Nell’Omaha, il primo assunto da assimilare è la regola che si devono usare non meno e non più di due carte personali per formare il punto pokeristico migliore.
L’esempio classico, in questo caso, è immaginare un board con quattro cuori a terra, con noi che nella nostra mano abbiamo l’asso di cuori ma senza altre carte di questo seme. Ad Omaha, questo non è colore: proprio perché bisogna utilizzare due carte personali (quando a Texas Hold’em, spesso, se ne usa solo una).
Questo fa sì che si debbano fortemente rivalutare le starting hands dell’Omaha, dal momento che risultano essere fortissime le mani di partenza con almeno due carte dello stesso seme (dette “double suited”) e quelle in scala.

Una mano fortissima, ad esempio, può essere quella composta da 7 8 9 10 , o ancora   A A K K ,  mentre invece risultano molto scarse le mani con tre carte dello stesso tipo in mano (ad esempio, una mano di partenza come A A A 7 è tra le peggiori, dal momento che fare tris sarà estremamente improbabile, e non si potranno fare né scale né colori).
Attenzione ai board che sembrano amici: in un board 7 9 J 2 K , una starting hand nelle nostre mani comprendente 8x e 10x ci darebbe scala; ma presupponendo che ad Omaha si raggiungono spesso e volentieri punteggi molto alti, vi è la concreta possibilità che qualcuno dei nostri avversari abbia una mano del tipo Qx 10x e possa batterci.

In sostanza, ad Omaha lo scopo dovrebbe essere quello di avvicinarsi il più possibile al punto nuts, da tante sono le combinazioni che possono esserci all’interno di una singola mano.
Il bluff, nell’omaha, diventa un fattore, dati gli ampi range che i giocatori possono attribuirsi.
Vi è una ulteriore variante, denominata Omaha Hi-Lo, ancor più sofisticata che premia contemporaneamente sia il punto più alto che quello più basso al tavolo, e in quel caso le starting hands migliori contengono due carte alte e due basse.

I punteggi nell’Omaha Poker

Tra le tante similitudini tra Omaha e Texas Hold’em, vi è anche quella dei punteggi, che sono esattamente gli stessi. Eccoli:

  • Carta alta: Quando non si possiede nessuna combinazione, vince chi possiede la carta più alta.
  • Coppia: due carte dello stesso valore numerico.
  • Doppia Coppia: due carte dello stesso valore numerico insieme a due carte di un altro valore.
  • Tris: tre carte dello stesso valore.
  • Scala: cinque carte in sequenza progressiva di semi differenti.
  • Colore: cinque carte dello stesso seme non in sequenza.
  • Full: un tris (tre carte dello stesso valore) insieme ad una coppia (due carte dello stesso valore numerico).
  • Poker: quattro carte dello stesso valore numerico.
  • Scala colore: cinque carte in sequenza dello stesso seme.
  • Scala reale: cinque carte dello stesso seme in sequenza, con l’asso come carta più alta.
Editorialista, copywriter, appassionato di Comunicazione, Sport, Poker, Betting e Casino. Racconto storie di calcio e aneddoti sui motori. Al fantacalcio sono più forte di te.
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