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Phil Galfond

Phil Galfond: l’errore che tutti commettono con i solver e la GTO

Abbiamo visto qualche tempo fa che i primi passi di Phil Galfond con i solver di poker non sono stati proprio i più semplici del mondo.

Il pro americano ha confessato di avere una certa paura di non essere capace di utilizzarli e che qualche ragazzo con le nuove skill utili avrebbe finito per superarlo. Insomma, aveva paura di essere ormai un relitto del passato del poker.

Niente di più falso invece! Phil si è fatto coraggio e si è messo sotto con le simulazioni, con ottimi successi. E ha anche scoperto che le sue paure non erano fondate: le stesse skill che servivano ai tempi sono ancora quelle utili al giorno d’oggi, e molti hanno una concezione completamente sbagliata delle potenzialità e dell’utilizzo dei solver.

Andiamo a sentire direttamente le sue parole.

Perché non si può giocare GTO

Le skill della pre-solver era sono ancora le skill utili dell’era post-solver. Questo è perché l’albero del gioco è enorme, decisamente troppo grande perché qualunque umano lo possa studiare con un solver, anche se ha un’ottima memoria, cosa che io non ho.

Non riuscirebbero a memorizzare abbastanza spot al punto che diventi una cosa rilevante, che sia sufficiente a diventare vicino all’imbattibile. Tutti siamo battibili, io stesso incluso, e ampiamente. Facciamo sempre enormi errori.

Siamo spesso sbilanciati negli spot particolari, con action particolari, situazioni che non conosciamo e in cui abbiamo 30 secondi di tempo per prendere una decisione.

L’idea sbagliata sui solver

Cosa ho realizzato giocando le mie challenge, è che anche tra i migliori giocatori c’è la stessa idea sbagliata che avevo io, ovvero che giocare il più vicino possibile a una GTO sia la via per essere imbattibili e avere successo.

Alcuni cercano di emulare al meglio una strategia da solver senza capire bene perché il solver faccia le giocate che fa.

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Provano a giocare basandosi sulla memoria, ci sono tool che ti allenano per trovare istintivamente la strategia giusta, ma come dicevo l’albero è troppo grande, non riuscirai mai a perfezionare tutti gli spot.

C’è troppa attenzione sul giocare più simile possibile a un solver e troppo poca nel cercare read, trovare buchi nella strategia avversaria e girarli a proprio vantaggio. In questo modo si diventa anche exploitabili, perché devieremo dalla strategia ottimale come contro-strategia agli errori dell’avversario.

Le cose a cui non pensano i GTO-player

Una volta chi non usava i solver si stava perdendo un tool incredibilmente utile, ma ora molti si limitano a guardare una giocata e dire “È sbagliata, vedi? La risposta è questa.” Penso che sia un errore, e che limiti anche la tua capacità di giocare.

Pensiamo a una giocata “corretta” al river. Non sarà realmente precisa se il range con cui arrivi a quel punto non sarà perfetto. Se ti troverai lì con un range diverso, cosa che succederà perché sei un umano, non sarà sempre corretta la giocata proposta dal solver.

Forse è necessario fare un passo indietro nel modo in cui studiamo con i solver, limitarsi a cercare la risposta corretta su uno spot. Penso che ci sia molto di più, penso che la gente realizzerà quello che credo, ovvero che il modo in cui pensavamo alle mani 10 anni fa, quel modo di pensare, si applichi ancora oggi e sia ancora molto importante.

Ora però abbiamo questo tool che ci da tante informazioni in più, ma da usare con la stessa logica, lo stesso treno di pensieri, lo stesso thinking process.

Scrivo di poker da 10 anni, praticamente è l’unica cosa che ho fatto. Ho passato più tempo effettivo in un casinò che a casa e nonostante questo non riesco a battere il NL10. Spero di scrivere meglio di come gioco.
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