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migliora postflop con ian simpson 888poker
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Migliora la strategia postflop da big blind con i consigli di Ian Simpson, pro 888Poker

 Sappiamo che nel gioco di posizione che è il poker, chi siede sui blinds parte svantaggiato. Questo gap può però essere colmato, o quanto meno ridotto, con alcuni accorgimenti.

Ecco quelli che consiglia il pro di 888poker Ian Simpson in un video pubblicato sul canale YouTube della room di cui è testimonial.

Difendere il big blind

Per iniziare, il pro britannico affronta gli scenari in cui decidiamo di difendere il grande buio.

"Quando difendiamo il nostro big blind da un raise, siamo fuori posizione e la cosa più comune che faremo al flop è checkare. Siccome abbiamo avuto uno sconto per chiamare preflop, giochiamo con un range ampio rispetto a quello di original raiser, che è più stretto. Nella maggior parte dei flop l'avversario avrà un vantaggio di range oltre a quello della posizione. Quello che faremo sarà checkare e poi capire cosa fare in base all'azione avversaria. Quando affrontiamo una cbet, prima di tutto dobbiamo liberarci di tutte le nostre mani trash. Su un board come J-T-5 folderemo in automatico la nostra coppia di tre, A2s, 67s...

Quindi restiamo in gioco con un range ragionevolmente forte, second pair, top pair, set, scale a seconda del board: queste mani possono andare in due rami diversi, quello del check-raise o quello del check-call."

Quando andare in check-raise?

Simpson prosegue spiegando le situazioni in cui è consigliabile check-raisare al flop dopo aver difeso il grande buio.

"La popolazione tendenzialmente non check-raisa abbastanza. Invece check-raisare è importante sia per la fold equity sia per estrarre il massimo valore dalle tue mani forti. Immaginiamo che scenda un board 2 3 4 e noi abbiamo in mano 5 6 . Checkiamo, l'avversario betta e noi vogliamo che tutte le chips finiscano nel piatto, così piazziamo un check-raise.

Ma non possiamo check-raisare solamente con mani forti. In bluff ad esempio qui possiamo check-raisare K 5 per far foldare asso-carta-alta. Oppure possiamo spingere il bluff su più strade e far foldare top pair all'avversario su determinati runout."

Quando è meglio check-chiamare

In altre situazioni, invece, dopo il check, il call è preferibile al raise.

"Se ci sono particolari considerazioni ICM e l'avversario ci copre, o se il flop è particolarmente buono per il suo range è meglio evitare il check-raise. Ad esempio su un flop A-K-5 original raiser ha tante mani migliori in range, ha un vantaggio generale e quindi possiamo muoverci in check-call."

Quando è meglio donkbettare

Simpson spiega anche quando è consigliabile che big blind prenda l'iniziativa ed esca in bet invece di checkare dopo le prime tre carte comuni.

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"Se sei su big blind e chiami un raise contro UTG e scende un flop AK5, leadare non è una opzione, almeno non da un punto di vista matematico visto che l'avversario ha un vantaggio di range. Se qui proviamo a costruire una strategia di lead sarà incredibilmente difficile bilanciare e quindi difficilmente sarà a valore atteso positivo sul lungo periodo.

Ci sono però situazioni in cui possiamo costruire un range di lead, ad esempio se il flop favorisce il range di big blind. Su un flop 5-5-2 è favorito il range di big blind, perché a causa delle odds chiamiamo preflop mani come 56s, K5o, quindi su questo flop abbiamo tanti cinque mentre original raiser non li ha.

La ragione per cui donkbettiamo qui è di evitare che l'avversario checki dietro, quindi per massimizzare il valore delle nostre mani forti e per massimizzare l'equity delle nostre mani più deboli che però hanno potenziale per migliorare nelle strade successive."

Come giocare il turn?

Infine, Simpson spiega anche come affrontare il turn dopo che il flop ha registrato un doppio check.

"Quando l'azione va in doppio check al flop dopo che abbiamo difeso il big blind, dobbiamo valutare se la carta del turn sia migliore per noi o per il nostro avversario che ha rilanciato preflop.

Se pensiamo che sia meglio per noi dobbiamo iniziare a costruire un range di bet al turn. Possiamo usare mani come top pair buon kicker, progetti di scala bassi, gutshot o bilaterali per far esplodere carte migliori delle nostre.

In questa maniera possiamo massimizzare il valore delle nostre mani forti e massimizzare la fold equity quando abbiamo in mano carte che possono ancora migliorare."

Giornalista
Dopo anni passati a scrivere di altro, in un periodo sabbatico si è appassionato al poker e dal 2012 è diventato il suo pane quotidiano. Intanto ha scritto un paio di libri che niente hanno a che vedere col nostro meraviglioso gioco. Vive in Maremma dove è riuscito a realizzare il sogno che aveva preso forma nella sua mente da piccolo davanti a un 486 con 4Mb di RAM, ovvero lavorare comodamente da casa scrivendo al computer. Laurea magistrale in scienze della comunicazione, da venti anni iscritto all'Ordine dei Giornalisti, prima di conoscere il poker si è occupato di cronaca sulla stampa quotidiana nazionale e di musica su quella periodica, quest'ultima soprattutto per entrare gratis ai concerti. Poi ha creato e diretto per cinque anni un freepress bilingue turistico-locale. Al termine di questa esperienza il suo percorso si intrecciò con il NLHE grazie a un amico che giocava su Full Tilt Poker.
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