Allen Cunningham, noto professionista americano, ci confida che affrontare il middle stage di un torneo di poker può rivelarsi un’esperienza ostica anche per i giocatori più affermati. Infatti, il cammino verso la zona premi può essere ancora piuttosto lungo e la gran varietà di potenziali scenari pericolosi che potrebbero presentarsi rende alquanto complicato programmare una strategia di gioco che possa porre al riparo da eventuali trappole.
“Uno degli aspetti sicuramente più importanti di questa fase del torneo è quello che riguarda l’abilità di riuscire a prendere molti piatti uncontested, specialmente nell’azione pre-flop. Se siete card-dead nei primi livelli, potrete comunque conservare uno stack prossimo a quello di partenza, ma quando invece i bui iniziano a rappresentare una decente percentuale della vostra dotazione di chips allora dovrete iniziare a rubare il più possibile. Rilanciare sui bui un numero decente di volte non solo bilancierà il vostro gioco ma vi permetterà anche di essere pagati più facilmente quando avrete in mano qualcosa di davvero forte.
Ovviamente, qualcuno dei vostri raise andrà perso perchè magari verrete 3-bettati oppure visti pre-flop e outplayati nelle street successive, tuttavia la percentuale di piatti vinti potrà essere comunque discreta e quindi sicuramente conveniente.
Continu ate dunque a giocare tight dalle prime posizioni, entrando ad esempio in azione solo con le grosse coppie e AK, ma da late position cominciate ad attaccare i bui con un range di mani decisamente più ampio. In questa fase del torneo, la regola sarà dunque che ogni volta che vorrete giocare una mano dovrete farlo esclusivamente con un open-raise.
Personalmente, da posizioni di cut-off ed hi-jack, mi piace aprire con mani tipo T9suited, gli Ax suited, tutte le coppie e tutte le broadway (le cosiddette "figure", ndr). Se sono in late e mi rilanciano contro, vado di smooth-call con le mani davvero buone oppure re-raiso in bluff per prendermi il piatto direttamente pre-flop.
Se qualcuno rilancia prima del flop con un importo superiore al 10% del mio stack e mi ritrovo con due carte di partenza con cui voglio giocare, allora vado spesso all-in. Infatti, qualsiasi re-raise mi renderebbe committed e flat-callare non mi darebbe nessun indizio su come stia messo nella mano. Inoltre, con un call il mio avversario sarà probabilmente il primo a parlare dopo il flop e senza una top pair o una over-pair sarò spesso costretto o a foldare la mano migliore o, eventualmente, ad andare all-in con la mano peggiore.
Facciamo un esempio: ipotizziamo che qualcuno apra da middle di 300 e che noi - con stack di 2000 ed in posizione di bottone - riceviamo 10-10. In questa situazione, penserei che l’original raiser possa avere qualsiasi broadway, 22+ e A2s+ e quindi la nostra coppia di dieci è sufficientemente forte contro il suo range. Credo quindi che la miglior giocata in questo caso sia quella di andare direttamente all-in, perchè ciò metterà pressione sull’avversario il quale, se non ha qualcosa di abbastanza forte, passerà la maggior parte delle volte.
Quest’azione ci aiuta anche ad evitare i problemi che potrebbero nascere in seguito ad un call e quando una over card alla nostra coppia compare sulle prime 3 community cards. Se abbiamo 10-10 e sul flop c’è un J o un K non avremmo infatti idea di cosa sia meglio fare nel caso l’opponent vada di continuation-bet. Probabilmente ci toccherà passare.
In situazioni del genere, consiglio di pushare anche con 88 e 99 perchè otterrete più azione pre-flop e massimizzerete il valore dei vostri coinflip. Se qualcuno rilancia pre con A-Q e voi decidete di fare call con una coppia media, loro il più delle volte mancheranno il flop e si metteranno dunque in modalità check-fold. Se invece andate all-in e vi chiamano la puntata, allora avrete sicuramente delle buone possibilità di prendervi il loro intero stack.
Spingendo inoltre con mani quali A-K, A-Q, 9-9 e 10-10 avrete una doppia chance di vincere il piatto: o facendo foldare agli avversari delle mani marginali oppure costringendoli a scegliere se flippare o meno con voi. Se riuscite poi a mixare un po’ il gioco, agendo allo stesso modo anche con le monster-hand, talvolta potrete trovare qualcuno disposto al call con carte decisamente sfavorite rispetto alle vostre.
Ricordate sempre che il primo obiettivo di un giocatore di torneo è quello di arrivare almeno in zona premi. Attaccando aggressivamente i bui e le ante, in spot favorevoli e con carte almeno decenti, potrete costruirvi uno stack adatto a fronteggiare le situazioni più intricate del middle stage di un torneo, ponendovi anche in buona posizione per la vittoria finale una volta terminata la zona bolla."
Allen Cunningham è un giocatore professionista americano di grande successo. Vincitore per due anni consecutivi del titolo ESPN Player of the Year (2005-2006), in carriera ha collezionato premi per oltre 10 milioni di dollari, con 21 titoli e ben 5 braccialetti alle World Series of Poker.