Downswings e upswings prolungati sono molto comuni tra i giocatori, e ciò rende impossibile prevedere un win-rate sul quale fare affidamento a scadenze programmate.
In questo Articolo:
Professioni e professioni
Ci sono professioni e professioni sulla faccia della terra, piacevoli, meno piacevoli, stimolanti, pericolose, noiose e chi più ne ha, più ne metta.
E questo riguarda sostanzialmente le caratteristiche del lavoro che ognuno di noi svolge.
Fatta salva la definizione di "professione” o “lavoro” oppure ancora di “occupazione”, che ognuno di noi può assegnare a questi termini abbinati al giocatore di poker, possiamo pensare a quello che ci interessa di più, il guadagno, o la retribuzione, o, se volete, il profitto.
Il win-rate e il suo calcolo
Chi intraprende la professione di giocatore di poker, si badi bene, non ufficialmente riconosciuta dal nostro ordinamento legislativo, ha un chiodo fisso in testa: quello del win rate.
Il win-rate, tra le varie definizioni, non è altro che un valore numerico sotto forma percentuale, che ci da una mano a capire in che modo stanno andando le nostre partite.
Se volete capire, approfondendo la questione, vi rimandiamo a questo pezzo molto esaustivo scritto da Claudio Poggi poco più di un anno fa.
Ciò che spesso non fa parte del bagaglio tecnico di un giocatore di poker, professionista o meno cambia poco, è l’idea che le percentuali di vittoria siano coerenti e costanti nel tempo.
Accade nei giocatori di cash game: si osserva il tasso di vincita attuale, si prova a giocare lo stesso numero di partite, magari con gli stessi avversari e alle stesse ore e si presume che quel win-rate possa essere mantenuto costantemente.
Ma non è mai così.
Pericolo costante
La parte più pericolosa di tutto il discorso, è che molti dei players vedono questo numero come un reddito stabile, magari supportato dalla casualità di mesi in cui le cose sono andate più o meno allo stesso modo.
In realtà downswings e upswings prolungati sono molto comuni tra i giocatori (in questo caso professionisti), e ciò rende impossibile prevedere un reddito sul quale fare affidamento a scadenze programmate.
Uno dei problemi principali che portano spesso a perdere di vista i propri miglioramenti è il pensiero che si debba grindare X tempo, per portare a casa Y profit, cosa che difficilmente accadrà in modo sistematico.
Il ROI nei tornei
“Peggio me sento” se parliamo di tornei, dove stimare i propri guadagni è ancora più difficile, visto che essi “vantano” la più alta varianza di qualsiasi altro gioco comune. Il ROI da torneo è praticamente impossibile da calcolare se vogliamo “incastonarlo” all’interno di un periodo prestabilito.
La struttura di pagamento piramidale che caratterizza gli MTT, certifica il fatto che puoi perdere anche per molti mesi di seguito, pure se sei un giocatore vincente nel lungo periodo, questo è necessario metterselo in testa fin da subito.
In realtà ci vogliono migliaia di tornei con field simili per capire che tipo di ROI tu possa avere in carriera, e solo dopo puoi farti un’idea su quale tipo di entrate tu possa contare nel lungo periodo.