Lo scommettitore con una mentalità vincente è sempre alla ricerca del valore e il suo eterno dilemma è se sono più performanti le quote sulle squadre favorite nel calcio oppure sulle underdogs. Ognuno al suo metodo: c'è chi guarda più alle odds consistenti e chi invece alle shorts per lungo tempo ignorate dai bettors amatori.
In genere non esistono regole fisse ed ogni singolo match può offrire o meno valore su quote alte o basse, dipende dalle dinamiche di mercato. Il percorso delle odds: dall'apertura alla chiusura in genere i gusti dei punters condizionano i prezzi.
Però in termini generali le ricerche effettuate da diversi studiosi vanno in un'unica direzione.
In alcuni casi, abbiamo visto che l'effetto liquidità provoca lo schiacciamento delle odds su squadre come Real Madrid, Barcellona, PSG e Bayern Monaco ma sono rare eccezioni. In realtà, tutte le ricerche sul betting provano l'esatto contrario.
In questo Articolo:
La massa di gamblers spinge in alto le quote sulle favorite
In genere la massa degli scommettitori amatori condiziona pesantemente il mercato, perché nelle scommesse singole il punter è attratto più (in proporzione) dal long shot, cioè preferisce puntare su una quota a 7,8 rispetto a 1.30, a prescindere dove sia il valore.
L'atteggiamento, soprattutto in un mercato di gamblers come quello inglese, è semplice da spiegare: con 10 sterline (o euro) da ballarsi, il bettor della domenica vuole vincere 70, 80 pounds. Non gli importa se nel lungo periodo sarà perdente, a lui interessa che la vincita abbia una certa consistenza, di 3 sterline in tasca non gliene frega. Non terrà neanche conto della contabilità del suo piano scommesse nel lungo periodo e non si accorgerà di essere perdente. Sarà focalizzato solo sulle vincite (isolate). Per questo motivo esistono mercati paralleli come sul "primo marcatore", "risultato esatto" etc,
E' la stessa logica delle multiple, vera fonte di guadagno dei boookmakers. Lo scommettitore medio è attratto dal grande colpo, non sa che sta regalando soldi extra al book, affrontando una commissione- nel lungo periodo - imbattibile.
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Questo trend, naturalmente, condiziona il mercato e la gestione del rischio dei bookies che - in proporzione - raccolgono volumi sbilanciati sulle undergods rispetto alle reali probabilità di uscita del risultato.
Quindi cosa fanno i risk manager?
Per gli esperti (parliamo di persone che prima lavoravano per bookmakers) non ci sono dubbi: i quotisti abbassano le odds sulle underdogs ed alzano i prezzi sulle favorite. In questo modo il mercato si bilancia in base ad una corretta gestione del rischio della società di scommesse.
Mercati scommesse poco competitivi?
In realtà, secondo diversi analisti, i mercati del betting in questo modo sono poco competitivi e nasce invece un edge per lo scommettitore esperto e scaltro.
Lo sostiene con forza Joseph Buchdahl, co-autore del libro Fixed Odds Sports Betting: Statistical Forecasting & Risk Management e co-gestore del sito Football-Data. Proprio il portale di statistica applicata al betting ha pubblicato diverse ricerche che vanno in un'unica direzione.
Avevamo pubblicato anche noi i risultati di un sondaggio molto deep (40.000 partite) che testimoniava questo trend.
Ma facciamo un passo indietro.
C'è valore sulle favorite: le ricerche
Un giornale scozzese di Politica Economica pubblicò una dettagliata ed interessante ricerca che provò che il mercato del betting britannico, nel 2000, era inefficiente. L'analisi portava la firma di Michael Cain, David Law e David Peel che raccolsero tutti i risultati delle leghe inglesi e scozzesi nella stagione 1991/92 e li confrontarono con le quote del bookmaker William Hill. Il risultato fu il seguente:
- Quota - numero partite - rendimento
- Meno di 1.66 - 598 - 98%
- Tra 1.66 e 2.5 - 2,116 - 90%
- Tra 2.51 e 5 5- 432 - 89%
- Più di 5 - 509 - 85%
- Tutte le quote: - 8,655 - 90%
Il campione di 8.655 bets testimoniò quanto fosse più conveniente per i bettors puntare su quote basse, ovvero su squadre nettamente favorite.
Seconda analisi su 12.000 partite
Tali statistiche sono state confermate da una ricerca con un campione molto più ampio, ovvero un'analisi di 150mila bets, pubblicata sempre sul libro "Fixed Odds Sports Betting: Statistical Forecasting and Risk Management". In questo caso vengono analizzate circa 12.000 partite sempre con quote di William Hill relative a due stagioni, dal 2000/01 al 2001/02. Aver puntato su tutte le squadre in casa ed in trasferta ha garantito un ritorno dell'87%. Aver scommesso su casa/trasferta con quote superiori a 3, ha concesso un payout dell'82% e basta. Scommettere team con odds inferiori a 1.50, si è arrivati al 96%.
La regina delle ricerche: campione di 150.000 bets
Football Data ha poi analizzato un campione più vasto di ben 150.000 ed oltre scommesse per le stagioni che vanno dal 2005/06 fino al 2010/11 e riguardano i principali campionati europei.
Vediamo i risultati prendendo le quote medie dei bookmakers:
- Quota - rendimento
- Inferiore 1.5 - 97.74%
- Tra 1.5 e 2 - 93.90%
- Tra 2 e 2.5 - 94.21%
- Tra 2.5 e 3.25 - 90.03%
- Tra 3.25 e 5 - 87.50%
- Superiore a 5 - 79.55%
- Tutte le odds - campione 150.018 - 89.81%
Vediamo i risultati prendendo le migliori quote del mercato, quelle più alte:
- Quota - rendimento
- Inferiore 1.5 - 101,25%
- Tra 1.5 e 2 - 99,13%
- Tra 2 e 2.5 - 100,25%
- Tra 2.5 e 3.25 - 97,73%
- Tra 3.25 e 5 - 95,84%
- Superiore a 5 - 95.70%
- Tutte le odds - campione 150.018 - 97.34%
Come potete vedere le prove di quello che dicevamo sono abbastanza evidenti. Naturalmente è necessario sempre scommettere con le odds migliori e che vanno in una fascia da 1.01 fino a 2.50. La fascia inferiori a 1.50 è la migliore e più performante.
Nelle quote alte, la differenza tra scommettere con i prezzi migliori e quelli medi è in proporzione molto alta. In tutti i casi, con le quote medie, il banco ha un margine complessivo superiore al 10%, con le migliori odds "solo" del 2,66%.
Questi dati sono molto interessanti anche in ottica Betting Exchange perché è facile comprendere come sia profittevole bancare alcune underdogs con quote sottostimate, anche se con odds migliori, i margini saranno più bassi rispetto ad un book (c'è anche il problema della commissione del 5%), ma con una buona selezione c'è un certo edge.
Logico che sono passati diversi anni ed i mercati possono essere diventati più efficienti, ma anche le più recenti ricerche (che vi andremo ad illustrare nei prossimi nostri articoli) vanno in questa direzione.