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Gli errori da non fare nelle scommesse: a Las Vegas gambler punta $67k sui Warriors per vincerne $670 (quota 1.01)

Ci risiamo! Vi abbiamo raccontato in passato di scommesse perse dopo che i bettors avevano puntato migliaia di euro (o dollari) con quote ridicole, a 1.01.

E' successo di nuovo, questa volta però la bet è andata a buon fine, ma non per questo può essere immune da critiche. In gergo tecnico queste scommesse vengono effettuate ad un basement price (1.01) e sono frequenti soprattutto tra gli amatori che, nel lungo periodo, in genere si fanno molto male.

Possono seguire tecniche simili, in play (durante l'evento) gli scalper, ma lo fanno live e cercano di guadagnare un centesimo sull'oscillazione delle quote (per questo è detto scalping) e lo fanno in un arco di tempo molto limitato su piattaforme di betting exchange. Inoltre fissano sui software degli stop loss per non perdere l'intero capitale investito se dovesse andare in direzione opposta la scommessa.

Non ci si improvvisa mai nel betting. Fate attenzione.

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Un uomo a Las Vegas ha puntato una cifra da panico, ben $67.000 (mi raccomando scommettete solo pochi euro per divertimento, non seguite questo esempio!) sulla qualificazione dei Golden State Warriors ai play off NBA. Naturalmente si tratta di un fatto abbastanza scontato ma nello sport mai nulla è sicuro.

La quota era 1.01 ed alla fine il gambler americano incasserà $670 e il bookmaker che ha accettato la bet (il Westgate di Las Vegas) sarà ben felice di pagarla perché è consapevole che nel lungo periodo guadagnerà soldi accettando questo tipo di puntate. Eh si perché la storia del betting insegna ed il campione è preciso ma è molto probabile che più di una volta su 100, una scommessa a quota 1.01 salterà, soprattutto durante i live (tennis, ippica e basket offrono molte oscillazioni).

Ricordatevi che il rapporto profitto potenziale/rischio deve sempre essere proporzionato.

Certo, in questo caso, puntare in antepost sui Warriors ai playoff pare qualcosa di sensato ma il bello delle scommesse e dello sport sono sempre le sorprese.

La rimonta del Mali ha messo nei guai uno studente universitario inglese: nel betting bisogna agire sempre con la massima prudenza

Nel 2018 a Wetherby, in Inghilterra, tre cavalli persero dopo essere stati quotati a 1.01 durante la corsa. Vinse Pookie Pekan con una super quota (1.000!). In quel caso molti traders amatori su Betfair si sono rovinati. La società di Exchange aveva rivelato che vi erano stati tantissimi scambi di bets a 1.01 (i professionisti hanno fatto affari d'oro quel giorno bancando a 1.01).

 

Un giovane gambler inglese aveva commesso un'ingenuità simile: aveva puntato tutto il suo budget universitario (non dovete mai scommettere il denaro che vi serve per vivere!!!), 4.000 sterline, sull'Angola che stava vincendo 4-0 durante la Coppa d'Africa contro il Mail. Risultato finale: 4-4! Anche in questo caso ha puntato su una quota a 1.01, per vincere solo 40 euro ed invece si è trovato con le tasche vuote.

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Per non parlare della finalissima di Atene tra Milan e Liverpool che ha fatto la fortuna di diversi tifosi dei reds che hanno puntato a 1.000 durante l'intervallo. La storia insegna ed è sempre maestra, anche nelle scommesse.

Ed è successo qualcosa di simile anche ad un uomo che aveva puntato sul successo "sicuro" della nazionale di soccer femminile USA.

Vi raccontiamo questi episodi proprio per cercare di dissuadervi da commettere errori così ingenui che potrebbero costarvi caro.

Scommettete solo cifre simboliche per le vostre tasche, usate sempre la testa e giocate con responsabilità!

Editor in chief
Iscritto all'ordine dei giornalisti da più di 25 anni, vivo a Malta dal 2012, laureato in giurisprudenza, specializzato nello studio dei sistemi regolatori e normativi del settore dei giochi nel Mondo e nella comunicazione responsabile nel mercato legale italiano alla luce del Decreto Balduzzi e del Decreto Dignità (convertiti in legge). Forte passione per lo sport e la geopolitica. Fin da bambino, sfogliando il mitico Guerin Sportivo, sognavo di fare il giornalista sportivo, sogno che ho realizzato prima di passare al settore del gaming online. Negli anni universitari, ho iniziato anche il lungo percorso da cronista in vari quotidiani e televisioni. Dai primi anni 2000 ho lavorato anche nel settore delle scommesse e nel 2010 sono entrato nella grande famiglia di Assopoker per assecondare la mia passione per il poker texas hold'em.
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