Vai al contenuto

Cash game: ecco perché trasforma i circoli in bische

cash-liveLe recenti inchieste dei media sono apparse più o meno costruite sul sensazionalismo, ma si rafforza sempre più la convinzione che in alcuni circoli live di texas hold’em, vi sia oramai la cattiva abitudine di giocare in modo indisturbato a cash game: come noto, dal vivo è vietato a tutti gli effetti e livelli dalla legge.

Non vogliamo fare di tutta un’erba un fascio, con ogni probabilità si tratta della minoranza dei poker club italiani, però le eccezioni non si contano sul palmo di una mano e soprattutto stanno devastando l’immagine sana del movimento. I fatti messi in evidenza dal collega Tonacci di Repubblica, confermano quanto si legge sempre più spesso nei forum o sui social network, ovvero di un trend preoccupante oramai sfuggito di mano.

Nella community pokeristica ci si lamenta spesso della demagogia dei media  e dei politici, ma non cadiamo nello stesso errore: inutile nascondersi in frasi dtipo “ma se online è legale perché non deve essere lecito anche dal vivo?” oppure “nei circoli è legale giocare a poker, ho letto una sentenza…”. Non giochiamo con le parole: esistono vari tipi di poker e vari gradi di responsabilità.

Non cadiamo nella demagogia perché il texas hold’em italiano dal vivo rischia di fare tre passi indietro e, con ogni probabilità, si allontana sempre di più il giorno della legalizzazione del settore. Chi permette che nelle sale si giochi questo tipo di poker senza controllo, è senza dubbio responsabile (o compartecipe) di questa fase di stallo legale ed istituzionale.

Non a caso nei mesi precedenti, il direttore dei Monopoli, Luigi Magistro ha preso le distanze. Nelle ultime riunioni in piazza Mastai si è soprattutto discusso delle difficoltà di controllare le poker rooms live e la regolarità e integrità del gioco, per non parlare delle possibili problematiche legate all’evasione fiscale. C’è chi ha proposto anche i tavoli da poker elettronici pur di avviare e monitorare la rete fisica.

Se non si torna, ed in fretta, al vecchio concetto di poker sportivo, nei prossimi mesi assisteremo ad una nuova stagione di repressione (in stile Maroni nel 2009). Spira un vento contrario, questo è chiaro e l’attenzione dei media ha oramai scoperchiato il vaso di Pandora.

La filosofia del “poker sportivo” è stata abbandonata – erroneamente – nel 2009 quando il Governo Berlusconi ha pianificato la nascita (mai attuata) di una rete commerciale con mille nuove concessioni AAMS.

Nella Legge di Stabilità di luglio 2011, l’ex Ministro dell’Economia Giulio Tremonti, ha innalzato i limiti e individuato nel live una possibile risorsa anche per l’Erario (abrogando i limiti della precedente normativa). Ma si è trattata di un’illusione e  tutti hanno archiviato il concetto di poker nella sua versione sportiva.

In questo lasso di tempo qualcuno ha deciso di fare a suo modo. Come ricordavamo poc’anzi, è inutile giocare con gli equivoci, inutile scandalizzarsi se tv e giornali parlano di “bische” quando si gioca a cash game alla luce del sole.

cash-game-bische

La legge parla chiaro: l’articolo 24 della “Comunitaria” del 2009, come abbiamo spiegato più volte, non permette l’organizzazione di tornei in sale se non sono autorizzate. E’ evidente che la mancata attuazione e disciplina del settore, dopo ben quattro anni, non ha permesso alcun salto di qualità del movimento (ma in alcune zone si è favorito il proliferare di bische). 

Scopri tutti i bonus di benvenuto

La giurisprudenza ha assunto un atteggiamento morbido e non applica – nella maggior parte dei casi – gli articoli 718 e seguenti del codice penale (reato di gioco d’azzardo ed esercizio), se il torneo ha determinate caratteristiche (freezout con divieto di rebuy).

I giudici cosa sostengono? Che in determinati casi manca l’alea (uno degli elementi costituitivi del reato), in particolar modo quando un giocatore si siede al tavolo verde (a prescindere dall’entità del buy-in) ed è già consapevole di quanto può perdere (il costo dell’iscrizione al torneo) e vincere (in base al montepremi e al numero dei partecipanti). In questo caso non sussiste una fattispecie di reato di gioco d’azzardo, almeno per molte sezioni penali che si sono già espresse nel merito. Ma si tratta di casi ben definiti e non vi è neanche la sicurezza che questo principio venga applicato sempre, seppur la Cassazione si sia espressa in modo chiaro.

Ma il cash game live esce da questo tipo di logica giuridica a tutti gli effetti e può rientrare a pieno titolo nella fattispecie di reato. Per questo può essere ritenuto un cancro per tutto il movimento che sarà indebolito a livello mediatico e potrà prestare il fianco ad attacchi di ogni tipo. La politica e l’opinione pubblica prenderanno sempre più le distanze ed il processo di regolamentazione diventerà pura utopia.

poker-liveTecnicamente gli esperti sanno benissimo che il cash è un gioco dove le skill contano più che nei tornei, ma non è così per la legge che ha una ratio ben definita:  limitazione dei casi di ludopatie, ordine pubblico, tutela dell’integrità del gioco e dei players da possibili truffe. Inoltre nel cash la differenza di risorse tra soggetti può fare la differenza, in un torneo di poker sportivo no.

D’altronde il legislatore ha il dovere di tutelare le fasce più deboli, soprattutto quando mancano controlli e disciplina come nel gioco dal vivo: il passato ci insegna che il cash segregato nelle cantine e lasciato alla libera autonomia e gestione, ha portato il poker ad essere visto come un gioco socialmente pericoloso. Il rischio è quindi quello di ritornare a 20, 30 anni fa.

E’ vero che su internet è permesso giocare (come nel resto d’Europa oramai) ma è tutto monitorato dalla piattaforma gestita da Sogei-Ministero delle Finanze. I controlli ci sono e funzionano (bisogna comunque migliorare sempre i sistemi di sicurezza e mai accontentarsi in questa ottica) e le regole sono uniformi per tutti. 

Nel live non vi sono verifiche, riscontri e tutele, ogni circolo ha proprie regole e storie: alla fine dipende molto dalla fiducia tra giocatore e gestore ed in ottica cash può bastare? Per la legge italiana no.

Esprimi la tua opinione sul nostro forum, sullo stato del poker live italiano e su come trattano l’argomento i media generalisti

Editor in Chief Assopoker. Giornalista e consulente nel settore dei giochi da più di due decenni, dal 2010 lavora per Assopoker, la sua seconda famiglia. Ama il texas hold'em e il trading sportivo. Ha "sprecato" gli ultimi 20 anni della sua vita nello studio dei sistemi regolatori e fiscali delle scommesse e del gioco online/live in tutto il Mondo.
MIGLIORA IL TUO POKER CON I NOSTRI CONSIGLI