Come molti altri professionisti americani, Amit Makhija non è molto conosciuto alle nostre latitudini, nonostante dei risultati di tutto rispetto. Il giocatore di origini indiane ha infatti una carriera lunga quasi dieci anni alle spalle e recentemente ha voluto ricordare i bei tempi di Full Tilt in un'intervista per Cardplayer.com.
Il riferimento è al 2008, una delle annate più emozionati e ricche sulla storica poker room. In quel periodo Amit aveva appena terminato il percorso accademico con una laurea in economia e un master in finanza. I suoi genitori si aspettavano da lui una brillante carriera in questi settori ma all'epoca Makhija aveva già deciso che avrebbe tentato la strada del professionismo nel poker, dopo aver giocato per i tre anni precedenti con ottimi risultati.
"Nel 2005 ho scoperto i freeroll di Pokerstars", spiega Amit. "Ho vinto 100$ e da quel momento non ho mai caricato il conto, nè sono andato broke. La mia è la tipica storia del poker boom: ho letto dei libri di strategia, sono migliorato e ho fatto crescere il bankroll. All'inizio del mio senior year stavo andando alla grande, durante l'ultima settimana di college ho ottenuto un profitto a cinque zeri".
Questi risultati lo convinsero a continuare con il poker invece che buttarsi nella ricerca di un lavoro, un aspetto che ai genitori non piacque molto... Almeno all'inizio: "Sapevano che giocavo tantissimo online. Ogni volta che tornavo a casa mi attaccavo al computer per giocare. Quando gli ho detto che avrei provato a diventare un pro erano ovviamente molto preoccupati ma a quel punto avevo vinto abbastanza da convincerli che non fosse un'idea ridicola. Con i primi tavoli finali televisivi hanno cambiato completamente atteggiamento e si vantavano con tutti dei miei risultati".
Nel suo primo anno fa pro, Amit vince con scioltezza tanto nel cash game quanto nei tornei e soprattutto nei sit and go: "Il mio bankroll era già molto importante, perchè giocavo agli High Stakes a limiti 25$/50$ e 50$/100$ nel No-Limit Hold'em, oltre agli heads-up sit and go da 5.000$ di buy-in. All'epoca avevo una rakeback del 27% su Full Tilt e ricordo che in un mese feci un volume di gioco talmente grande con i sit and go che ricevetti 25.000$ di rakeback".
Il 2008 è l'anno di Amit Makhija, che oltre a questi sensazionali risultati vince anche un evento delle FTOPS per 550.000 dollari e ne incassa addirittura un milione nei tornei dal vivo. Negli anni successivi è riuscito sempre a ottenere discreti profitti, anche se non è mai più andato vicino a quello del 2008, che resta la migliore annata della sua carriera.
Oggi che fine ha fatto Amit Makhija? Continua a giocare sia live che online, anche se con obiettivi diversi rispetto a un tempo: "Sto studiando intensamente i software per il poker online, come Hold'em Resources Calculator e GTO Range Builder. Sto provando a indirizzare il mio gioco verso la teoria del gioco ottimale (GTO). Tutti i migliori giocatori si stanno avvicinando sempre di più a un gioco matematicamente perfetto".
Rispetto al 2008, quando il field era incredibilmente più scarso e giravano molti più soldi, Amit ha deciso quindi di rimettersi a studiare per rimanere al passo con i tempi. "Non voglio necessariamente giocare come un robot", specifica. "Ma voglio sapere esattamente come giocherebbe un robot per vincere contro i migliori al mondo. Voglio essere in grado di giocare in un modo che sia veramente molto difficile da exploitare. Contro i giocatori scarsi, comunque, non mi importa di essere più flessibile pur di raggiungere il risultato desiderato".
Oggi Amit Makhija ha 30 anni e nonostante sostenga di voler scoraggiare i suoi futuri figli a diventare professionisti del poker, non può che apprezzare tutto quello che questo gioco gli ha permesso di conquistare: "Preferirei che i miei figli prendessero il poker come un semplice hobby. In ogni caso, non penso che potrei mai guardare indietro a questi ultimi dieci anni con qualche rimorso. È stato divertentissimo e ho adorato il fatto di poter giocare per vivere. Ancora oggi sto vivendo il mio sogno".