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Perchè la nomination di Max Pescatori è già un grande successo

"Comunque vada, sarà un successo". Un modo di dire un po' trito e abusato, ma nel caso di Max Pescatori a mio parere azzeccato.

Parlo naturalmente del suo recente inserimento tra i 10 nominati per l'inclusione nella Poker Hall Of Fame, di cui sapremo i risultati tra poco meno di due mesi. Dico che sarà comunque un successo, perchè la presenza stessa del nome del "Pirata" tra i 10 nominati avrà un effetto positivo nelle sembianze di un utile "reminder" collettivo del tipo: "Ehi, quest'uomo sta qui perchè ha vinto 4 braccialetti WSOP, è sulla breccia da anni e ha fatto molto per il poker".

In tal modo si possono innescare due conseguenze virtuose:

  • il pubblico italiano sarà sensibilizzato e stimolato a votare online ogni anno, fino a che Pescatori non finirà nella Hall Of Fame
  • il pubblico estero che non lo conosce - o non ne ricorda la statura internazionale - avrà modo di accorgersi di quanto Max ha fatto in carriera

Per questo ritengo sbagliato pensare "Ora o mai più", riguardo al possibile ingresso di Max nella Poker Hall Of Fame, nonostante storicamente all'estero facciano un po' fatica ad accorgersi degli italiani e spesso si abbia la sensazione che un player azzurro debba faticare doppio per guadagnarsi copertine e ribalta, o che ciò avvenga solo di fronte a exploit eclatanti, come nel caso di Musta e dello stesso Max la scorsa estate.

Proprio il doppio braccialetto di Pescatori alle WSOP 2015 ha dato una pesante sottolineatura alle potenzialità del campione milanese in ottica PHOF, mentre l'iniziativa del collega Cesare Antonini di Gioconews (che per primo ha lanciato la campagna di voto in favore di Max) è stato il secondo step che ha conseguito l'effetto sperato.

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Ma non è un fuoco di paglia. Riprendendo gli argomenti usati l'altro giorno da Daniel Negreanu (che pure sbaglia il conteggio dei braccialetti di Max), per entrare nella Poker Hall Of Fame servono innanzitutto riconosciute skill che costituiscano un dato oggettivo ineludibile, mentre l'aver favorito lo sviluppo del poker dovrebbe valere più che altro per i candidati non-giocatori. Max ha un palmarès che parla da solo, ed è stato fin da principio un eccellente ambasciatore del poker in Italia. Non serve altro.

Ecco perchè sono estremamente fiducioso e dico "che sia quest'anno", ma anche se non lo fosse è ormai solo questione di tempo, e Max avrà un posto lì dove gli spetta.

Giornalista - Poker e Sport Editor
Nato nel 1972 in Calabria, pratica diversi sport con alterne fortune, anche per via di un fisico non esattamente da Guardia Svizzera. Dai primi anni ’90 ad oggi, il suo percorso lavorativo e di vita non ha mai smesso di accompagnarsi alle varie passioni: dalla musica alle arti visive, alla tecnologia e alla scrittura. Prima DJ in vari club, poi tecnico e regista televisivo, quindi giornalista. Nel 2006 scopre il Texas Hold’em che dal 2007 diventa il suo pane quotidiano, creando la prima redazione online interamente dedicata al poker, in Italia. Anche lo sport non ha mai smesso di essere parte della sua vita, seppur non vissuto ma raccontato. Da anni scrive di calcio, basket e tennis, con particolare amore per quest’ultimo, ben prima che diventasse sport nazionale con la Sinner-mania e tutto ciò che ne consegue.
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