[imagebanner gruppo=pokerstars] Può un professionista che si dedica principalmente ai tornei dal vivo battere più o meno dall'oggi al domani un livello duro come il NL500 Zoom su PokerStars.com? Se la risposta generalmente sarebbe un secco "no", quando si ha a che fare con un giocatore del calibro di Mike "Timex" McDonald andarci con i piedi di piombo è d'obbligo.
Il canadese ha infatti piazzato una scommessa con alcuni amici, ed anche se non ha voluto - su richiesta di questi ultimi - svelarne i dettagli, ha comunque dichiarato abbastanza da rendere la cosa decisamente interessante: "Ho parlato con alcuni giocatori che sono principalmente cash players, e loro sostenevano che un giocatore che si dedichi principalmente ai tornei dal vivo non fosse in grado di battere i midstakes online - ha raccontato a Joe Ingram - io ho risposto che fossero un mucchio di stupidaggini e che ci sarei riuscito".
I termini noti sono questi: non c'è un numero di mani definito, ma la scommessa si concluderà con l'inizio delle WSOP 2015, quando "timex" dovrà aver battuto il livello, non sappiamo con quale winrate minimo. Entrambe le parti possono ritirarsi, ma Mike ha già fatto sapere che dal canto suo non ne ha alcuna intenzione: "Conoscendomi non accadrà mai, quindi o vincerò questa scommessa o perderò un mucchio di soldi".
McDonald ha infatti detto che la somma in ballo sia "piuttosto sostanziosa", ma che quello che davvero lo motivi in tutto questo non sia tanto il denaro: "Lo scorso anno ho avuto molto successo, ma ho lavorato poco sul mio gioco - ha ammesso - sento che la mia edge nei confronti del field con cui gioco di solito nei tornei Super High Roller si è ridotta, e non voglio che accada. Inoltre, se c'è qualcosa che mi motiva è che qualcuno affermi non sia capace di fare qualcosa, a maggior ragione se è qualcuno che stimo. Per me è come uno schiaffo in faccia".
Mike ha ammesso che la sua decisione è nata anche dal fatto che, lo scorso anno, ha giocato un piccolo campione al NL500 Zoom vincendo bene, e quindi magari sottovalutando il field: "In 30.000 mani vinsi a quasi 10bb/100, è ovvio che fossi in god mode. Adesso ne ho giocate circa 8.000 e sto perdendo 8 buy-in, il campione è piccolo ma aver iniziato in perdita mi dà ancora più stimoli".
E così, nel suo appartamento di Waterloo, la voglia di studiare il poker in maniera più approfondita è tornata: "Secondo i nostri termini, non posso né fare pratica a limiti diversi né assumere un coach, ma posso parlare con amici - spiega - alla fine del 2014 ero diventato completamente dipendente da Prismata, ma visto che giocare a poker è la cosa migliore che mi riesca mi sento più produttivo a fare questo, finché posso e ne ho voglia".
Ed a questo proposito, è anche interessante capire che cosa lo spinga a giocare ancora: "Nei tornei di poker dal vivo c'è così tanta fortuna coinvolta che ogni volta che ho un grosso risultato penso che potrebbe essere l'ultimo - rivela - voglio semplicemente guadagnare ancora abbastanza da fare scelte in futuro dettate dal loro potenziale ritorno economico. Per esempio, è possibile che apra una palestra per arrampicata, ma semplicemente perché è qualcosa che mi piace molto, non perché creda sia un mercato particolarmente profittevole".
Nel frattempo, però, c'è ancora da darsi da fare, e per una volta niente affatto dal vivo.